Vieira fa il suo pronostico: “Da piccolo tifavo il PSG ma l’Inter merita la Champions” | OneFootball

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·9 Mei 2025

Vieira fa il suo pronostico: “Da piccolo tifavo il PSG ma l’Inter merita la Champions”

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L’allenatore del Genoa Patrick Vieira ha rilasciato un’intervista alla Gazzetta dello Sport: ecco le sue parole.

Arrivato a stagione in corso sulla panchina del Genoa, Patrick Vieira ha portato il Grifone ad una salvezza tranquilla. Il tecnico francese ha parlato del suo Genoa ma anche su chi tiferà per la finale di Champions League. Questa la sua intervista rilasciata alla Gazzetta dello Sport.


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Le dichiarazioni di Vieira

Lunedì scorso contro il Milan avete disputato i migliori settanta minuti del vostro campionato. “Non mi ha soddisfatto il risultato e la notte dopo la partita è stata dura, ma il gioco sì, quello mi è piaciuto. Il Genoa ha mostrato di avere doti importanti, una personalità e un’organizzazione chiara, valori non negoziabili che fanno parte del dna di club e tifoseria”.

Velasco sostiene che in Italia ci sia sfiducia nei giovani. Lei va controcorrente. “Il mio percorso racconta che ho sempre lavorato con i giovani. A Nizza, al Crystal Palace, che era una delle squadre più vecchie della Premier, allo Strasburgo. Ovunque ho messo dentro giovani. Ma attenzione: i giovani devono poter sbagliare e la società deve essere consapevole che dando loro l’opportunità di giocare puoi anche perdere una partita. È un lavoro di anni, ma se lo accettiamo, si può fare. Penso a Venturino, a Ekhator, a uno come Masini che è bravissimo. Perché non dovrebbe giocare? A me questo non fa paura. L’equilibrio fra giovani ed esperti, però, è fondamentale. Ma di questo parleremo più avanti con il presidente, Blazquez e Ottolini. Ora voglio finire bene il campionato e penso al Napoli, una partita bellissima da vivere”.

Ha avuto maestri importanti in carriera. Cosa ha assimilato da loro? “Ho fatto nove anni con Wenger all’Arsenal, mi è sempre piaciuto il suo modo di essere sempre disponibile al dialogo con i giocatori, mi ha fatto crescere molto. Di Mourinho ho apprezzato la gestione della squadra sotto pressione, anche Mancini è stato importante sul piano mentale. E poi Capello, prima al Milan e poi alla Juve. Ma fondamentali sono state le esperienze nel settore giovanile di City e Strasburgo”.

Gli anni da giocatore in Italia l’hanno aiutata? “Milan, Juve, Inter. Assolutamente sì, anche quegli anni sono serviti”

C’è molto del suo passato nella prossima finale di Champions. “Vero. Andrò a Monaco per la finale. Da bambino arrivai a Parigi e mi piacque subito il Psg, di cui ero tifoso. Penso a Rai, Ginola, Weah. Ma dentro di me c’è anche una parte interista, sono rimasto a Milano tre anni e mezzo ed è stato un periodo meraviglioso. Credo che meriterebbe di vincere l’Inter per quello che ha fatto negli ultimi anni, ma pure il Psg, che ha avuto il coraggio di lasciare andare via uno dei tre giocatori più forti del mondo, Mbappé, eppure è arrivato in finale. Comunque vada, sarò felice”.

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