Calcio In Pillole
·17 marzo 2022
Calcio In Pillole
·17 marzo 2022
Il 17 marzo 1996, a Wembley, si disputa la finale della Coppa Anglo–Italiana, tra Port Vale e Genoa. Sarà l’ultimo atto del torneo istituito nel 1970, che mette di fronte club italiani e inglesi.
(Mandatory Credit: Ben Radford/Allsport)
L’idea fu di Gigi Peronace, manager italiano trasferitosi Oltremanica negli anni Sessanta. Quella partita, di fronte ad appena 12.683 spettatori, finisce 5-2 per il Genoa, che si aggiudica così l’ultima edizione. Le origini del trofeo sono calcisticamente nobili: regalare una vetrina europea allo Swindon Town vincitore della Coppa di Lega Inglese nel 1969. Per i regolamenti dell’epoca, infatti, avrebbe dovuto giocare la Coppa delle Fiere. La Federazione Inglese, però, vincolava la partecipazione alle coppe europee ai soli club di First Division. Lo Swindon Town, invece, militava in Third Division.
Così, nel 1970, sei squadre della Serie A italiana e sei squadre inglesi (quattro di Frist Division, una di Second Division e lo Swindon Town di Third Division), si affrontano nella prima edizione della Coppa Anglo-Italiana. Il livello delle italiane (Napoli, Juventus, Lanerossi Vicenza, Lazio, Roma e Fiorentina) è decisamente più alto di quello delle inglesi. La formula, piuttosto cervellotica, prevede tre gironi da quattro, con due squadre di ognuno dei due Paesi, che sfidano solo quelle dell’altro Paese, in gare di andata e ritorno. Al termine, si stila la classifica a cui, ai punti guadagnati, si sommano le reti fatte: la prima delle inglesi, così, sfida la prima delle italiane.
La finale della prima Coppa Anglo–Italiana sarà tra Napoli e Swindon Town, e si gioca al San Paolo, oggi Diego Armando Maradona. La partita passerà alla storia, tristemente, per essere stata la prima finale europea a venire sospesa a causa delle intemperanze dei tifosi. I sostenitori partenopei, infuriati per l’atteggiamento in campo degli azzurri, sotto di tre reti contro una squadra di Terza Divisione, iniziano prima un fitto lancio di oggetti, poi invadono il campo, per due volte. L’arbitro, alla fine, non avrà altra scelta se non quella di mandare le squadre negli spogliatoi al 79‘. Decidendo di convalidare a tavolino il 3-0 inglese maturato sul campo.
Negli anni successivi, la Coppa Anglo–Italiana perde via via prestigio, vivendo alterne vicissitudini. Si giocherà sotto nomi diversi, con compagini via via meno importanti, fino, appunto, al 1996. Quando si decide, tra il disinteresse generale, di spedire in soffitta la Coppa Anglo-Italiana, affascinante ma non propriamente gloriosa.