Angelo Sormani: «Il Mantova nono in Serie A, per me è stato un sogno. Ero un oriundo, non sapevo cosa volesse dire. E ho giocato con l’Italia ai Mondiali in Cile…» | OneFootball

Angelo Sormani: «Il Mantova nono in Serie A, per me è stato un sogno. Ero un oriundo, non sapevo cosa volesse dire. E ho giocato con l’Italia ai Mondiali in Cile…» | OneFootball

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Calcionews24

·24 dicembre 2024

Angelo Sormani: «Il Mantova nono in Serie A, per me è stato un sogno. Ero un oriundo, non sapevo cosa volesse dire. E ho giocato con l’Italia ai Mondiali in Cile…»

Immagine dell'articolo:Angelo Sormani: «Il Mantova nono in Serie A, per me è stato un sogno. Ero un oriundo, non sapevo cosa volesse dire. E ho giocato con l’Italia ai Mondiali in Cile…»

L’ex calciatore brasiliano ha parlato di vari argomenti ripercorrendo le tappe storiche della sua carriera

Nel 1961-62 il Mantova porta a compimento un’impresa straordinaria. Dopo essere passato dalla Serie D alla Serie A in 4 anni, chiude il campionato al nono posto. A ricordare quella stagione mitica oggi su La Gazzetta dello Sport c’è l’intervista a Angelo Benedicto Sormani, brasiliano che avrebbe poi girato in diversi club, vincendo tutto con il Milan a partire dal 1965, dallo scudetto alla Coppa dei Campioni della mitica finale con l’Ajax di Cruyff.

IL SOGNO – «Ero dentro un sogno. La mia Italia cominciava in una città meravigliosa, una squadra emozionante, che aveva scalato quattro campionati in quattro anni. Non so se mi spiego…C’era il piacere del gioco, del calcio fatto con passione».


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ITALO-BRASILIANO – «Sono nato a Jau, nello stato di San Paolo, i miei erano italiani, mia mamma di cognome fa Gobbi. I nonni erano originari della Toscana, le nonne venete. Una di Padova, una di Rovigo. Io da ragazzino parlavo un po’ di italiano e mangiavo la polenta. Ero un autentico oriundo, anche se non sapevo che cosa volesse dire».

ANAGRAFE – «Che allora non c’era l’anagrafe, almeno dove vivevo io. Le donne non erano iscritte, non votavano. Un altro mondo, ottanta anni fa. Mio padre aggiustava gli orologi e io giocavo solo al calcio. Mi piaceva moltissimo, nella mia vita ho fatto solo questo. Spero bene».

L’ACQUISTO«Il presidente del Mantova, Peppe Nuvolari, aveva un cugino che scriveva per il vostro giornale. È stato lui a fare il mio nome, la mia fortuna. Mi hanno comperato, credo, per 28 milioni di lire».

IL PRIMO GOL IN SERIE A – «Con l’Udinese al Martelli. Era pieno, è stato bellissimo. Poi ne ho fatti altri 15. E, come oriundo, sono stato convocato e ho giocato con la Nazionale italiana. Campionato del Mondo in Cile, poi nel 1963 ho fatto un gol al Brasile».

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