calvar.it
·4 novembre 2024
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Prima un “rigorino”, poi due espulsioni nel giro di trenta secondi. Non si è fatto mancare niente Giovanni Ayroldi, direttore di gara di Lazio-Cagliari, al termine di un’undicesima giornata davvero nera per la classe arbitrale.
Andiamo con ordine. Prima il penalty per un intervento di Zortea su Pellegrini. Uno di quei contatti minimi su cui ormai in italia siamo abituati a vedere assegnare rigore, a causa di una soglia tecnica sempre più bassa. Ma era davvero un fallo da massima punizione? Più no che sì.
Poi i due rossi. Prima quello a Yerry Mina, totalmente inventato. Dai replay non si capisce se il difensore colombiano colpisca Isaksen in occasione del primo giallo, ma dal campo ci può stare fischiare. Non c’è invece assolutamente nulla su Castellanos: secondo giallo del tutto inesistente. Poi i giocatori del Cagliari protestano: se ne avvicinano 5, 6 all’arbitro di Molfetta. Eppure lui, fra tutti, sanziona Adopo, l’unico ammonito.