👀 Barça-Inter, quanti "ex": Ronaldo, Zlatan, Eto'o... Cancelo e Icardi! 😱 | OneFootball

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·30 aprile 2025

👀 Barça-Inter, quanti "ex": Ronaldo, Zlatan, Eto'o... Cancelo e Icardi! 😱

Immagine dell'articolo:👀 Barça-Inter, quanti "ex": Ronaldo, Zlatan, Eto'o... Cancelo e Icardi! 😱

Barcellona-Inter è un classico europeo, una partita con una storia lunghissima (il primo precedente risale al 1959) e ricca di momenti storici, come la doppia semifinale che aprì all'Inter le porte del Triplete nel 2010.

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È anche una sfida che ha visto molti giocatori vestire le maglie di entrambe le squadre. Ne abbiamo scelti alcuni per voi.


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Il fenomeno: Ronaldo

Barcellona 1996-1997 (49 presenze e 47 gol), Inter 1997-2002 (99 presenze e 59 gol)

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Come non cominciare da lui, Ronaldo Luis Nazario de Lima, il Fenomeno. A Barcellona gioca una sola stagione, approdando dal PSV non ancora ventenne, ma annunciandosi al mondo con 34 gol in una sola stagione nel campionato (fu Pichichi e Scarpa d'Oro) e con il rigore decisivo per la vittoria della Coppa delle Coppe.

Abbastanza da convincere l'Inter a mettere mano al portafoglio, visto che il club nerazzurro seguiva il giocatore già da tempo: 48 miliardi di lire, questo il valore della clausola rescissoria, un trasferimento che divenne il più costoso della storia all'epoca.

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I cinque anni all'Inter saranno ricche di gioie e dolori. Tra le prime si annoverano la vittoria del Pallone d'Oro e quella della Coppa UEFA nel 1998, mentre tra i dolori ci sono i due gravi infortuni e lo Scudetto perso il 5 maggio 2002.


Il pentito: Zlatan Ibrahimović

Inter 2006-2009 (117 presenze e 66 gol), Barcellona 2009-2010 (46 presenze e 22 gol)

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Non si può non citare il nome di Zlatan, per via delle modalità in cui si è compiuto il suo passaggio, direttamente da una squadra all'altra. Ormai la storia è leggenda.

Quando Ibrahimović lascia l'Inter per il Barça alla fine della stagione 2009, nello spogliatoio annuncia ai compagni: "Me ne vado, devo vincere la Champions!". Una dichiarazione che getta lo spogliatoio nerazzurro nel panico, vista l'importanza dello svedese per quell'Inter.

Mourinho però capisce l'atmosfera e sfida Zlatan: "Magari te ne vai e vinciamo noi". Una sbruffoneria, forse.

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Fattostà che l'anno successivo il Barcellona viene eliminato proprio dall'Inter in semifinale e che alla fine saranno proprio i nerazzurri a sollevare la coppa dalle grandi orecchie.

Non solo l'esperienza di Ibrahimović al Barça sarà un giro a vuoto, con l'amore tra lui e Guardiola destinato a non sbocciare, ma lo svedese si troverà anche a chiudere la propria carriera senza aver mai sollevato la Champions.


La contropartita: Samuel Eto'o

Barcellona 2004-2009 (199 presenze e 130 gol), Inter 2009-2011 (102 presenze e 52 gol)

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Non solo il Triplete è stata una beffa a Ibrahimović dopo il suo trasferimento: si può addirittura azzardare che sia stato quel trasferimento a permettere all'Inter di fare la storia.

Perché se Mourinho risponde con sbruffoneria a Ibra davanti ai suoi giocatori, dentro è tutt'altro che tranquillo. Così si rivolge a Marco Branca, il direttore sportivo dell'Inter, e lo spinge a provare l'affondo per Samuel Eto'o.

Mentre lo svedese lascia Milano per la Catalonia, la leggenda camerunense fa il percorso inverso, inserito nell'accordo come contropartita per arrivare a Zlatan.

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Mourinho è convinto che sia la mossa che potrebbe dare più variabilità tattica alla squadra, ed è così: Eto'o è uno dei protagonisti assoluti del Triplete, con la trovata di Mourinho di spostarlo dal centro dell'attacco sull'ala per sfruttare la sua velocità.

Soprattutto, è un protagonista della semifinale di ritorno contro il Barça, visto che quando l'Inter si ritrova ridotto in 10 uomini, Mourinho non si fa problemi a schierare il camerunense addirittura terzino. Il commento del tecnico portoghese? "Dovevo scegliere se fare filosofia o fare la storia".


Lo storico: Luis Suárez

Barcellona 1953-1961 (176 presenze e 80 gol), Inter 1961-1970 (333 presenze e 55 gol)

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Sì, chiaramente non stiamo parlando del Luis Suárez che con Messi e Neymar ha costituito uno dei tridenti d'attacco più mortiferi di sempre. Stiamo parlando dell'altro Suárez, il "Luisito" che tra le due squadre divise praticamente tutta la sua carriera.

Lo spagnolo, uno dei giocatori più forti della sua epoca, con la maglia Blaugrana vinse due campionati spagnoli e due Coppe delle Fiere, trionfando nel Pallone d'Oro del 1960.

A portarlo in nerazzurro è Helenio Herrera: "il mago" era passato dalla panchina del Barça a quella dell'Inter proprio nel 1960 e volle fortemente il trasferimento del suo attaccante, che si concretizzò nell'estate del 1961 per la cifra di 300 milioni di lire. Una cifra con cui, si disse, il Barcellona pagò la costruzione di un intero anello del Camp Nou.

Soldi ben spesi: su Suárez Herrera edificò invece tre Scudetti, due Coppe dei Campioni e due Coppe Intercontinentali.


Il doppio flop: Philippe Coutinho

Inter 2010-2012, 2012-2013 (47 presenze e 5 gol), Barcellona 2018-2019, 2020-2022 (106 presenze, 26 gol)

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Ve lo ricordate Coutinho in nerazzurro? Forse vagamente: giocò tre stagioni all'Inter, intervallate da un prestito all'Espanyol. Era giovanissimo, approdato al compimento della maggiore età in una squadra svuotata emotivamente dalla vittoria del Triplete.

Rafa Benitez sembra volergli dare gradualmente fiducia, poi un infortunio lo ferma e lui pian piano si ritrova a scivolare indietro nelle gerarchie della squadra, invece che scalarle. Sneijder una presenza troppo pesante di fronte a lui, destinato a rimanere in panchina nonostante i tanti avvicendamenti di allenatore che l'Inter vive in quegli anni: Leonardo, Gasperini, Ranieri, Stramaccioni.

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Alla fine viene ceduto al Liverpool per 10 milioni, più 3 di bonus. E in riva al Mersey il talento del brasiliano esplode, a tal punto da attirare l'attenzione del Barcellona, che ha il portafogli carico dopo il trasferimento di Neymar al PSG.

Così il Barça acquista Coutinho per 120 milioni di euro, più 40 di bonus, rendendolo il terzo giocatore più pagato all'epoca alle spalle di Mbappé e dello stesso Neymar.

Il suo rendimento però non si confermerà all'altezza delle aspettative e del costo del suo cartellino e, dopo averlo girato in prestito al Bayern (con cui, ironia della sorte, vincerà la Champions), il Barcellona dovrà annoverarlo tra i flop del suo mercato.


Il traditore: Luis Figo

Barcellona 1995-2000 (249 presenze e 45 gol), Inter 2005-2009 (140 presenze e 11 gol)

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Un ex controverso, Luis Figo. Perché la dinamica del suo addio al Barcellona è stata talmente clamorosa da meritarsi un documentario su Netflix. Il gran tradimento dal Barça al Real che privò i Blaugrana di uno dei loro giocatori di maggior talento e a cui erano maggiormente innamorati.

Le pedine però vengono mosse da un Florentino Pérez che sta progettando il Real dei suoi Galacticos e il passaggio di Figo nella capitale spagnola è il primo passo dell'opera, oltre a garantire a Pérez l'elezione a presidente del club madrileno.

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Terminata l'esperienza madrilena Figo chiuderà la sua carriera in nerazzurro, vincendo 4 scudetti e giocando l'ultima partita contro l'Atalanta con la fascia di capitano al braccio.


Il dimenticato: Joao Cancelo

Inter 2017-18 (28 presenze e 1 gol), Barcellona 2023-24 (42 presenze e 4 gol)

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Il nome che siamo pronti a scommettere non vi sia venuto in mente in tema di "doppi ex" è quello di Joao Cancelo. Brevissime le sue esperienze con i due club, entrambe in prestito.

Il portoghese approda all'Inter dal Valencia, giocando in nerazzurro la stagione 2017-18 prima di passare a titolo definitivo alla Juventus, mentre al Barça lo manderà in prestito il Manchester City nel 2023-24, nella sua ultima tappa europea prima di trasferirsi in Arabia Saudita all'Al-Hilal.


Quasi ex: Mauro Icardi

Barcellona 2008-2011 (solo giovanili), Inter 2013-2019 (219 presenze e 124 gol)

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Nell'elenco ci sarebbe anche spazio per il nome di Mauro Icardi, che effettivamente ha vestito entrambe le casacche. Se però è stato capitano - per quanto discusso - dell'Inter, la maglia del Barcellona Icardi l'ha vestita solo a livello giovanile.

Icardi si aggrega alla Masia, la cantera dei Blaugrana, nel 2008 e si fa notare segnando 38 gol in due stagioni. Guardiola però non ama il giocatore e il salto in prima squadra non si concretizza.

Anzi, il tecnico autorizza la sua cessione alla Sampdoria, con cui farà il suo esordio tra i professionisti prima di passare alla maglia nerazzurra.


Gli altri: Thiago Motta, Laurent Blanc e non solo

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Ma ci sono tanti altri giocatori che hanno vestito entrambe le maglie. Pensiamo a Thiago Motta, che esordì tra i professionisti con la maglia del Barcellona e che poi vinse il Triplete con l'Inter (facendosi peraltro espellere proprio nella semifinale di ritorno con il Barcellona per una manata a Busquets, costringendo Mourinho a schierare Eto'o a terzino).

Tra i nomi però si evidenziano anche quelli di Arturo Vidal, Alexis Sanchez, Ricardo Quaresma, Edgar Davids, Laurent Blanc, Rafinha, Jeison Murillo, Rey Manaj e Francesco Coco.


📸 CHRISTOPHE SIMON - 2009 AFP