PianetaBari
·31 ottobre 2024
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·31 ottobre 2024
Prolunga la striscia di imbattibilità ma anche l’astinenza dalla vittoria il Bari di Moreno Longo, che contro la Carrarese non va oltre uno scialbo pareggio a reti bianche. Se Lo 0-0 di La Spezia era stato accolto con misurata soddisfazione da staff e calciatori, questo, oltre ad essere sconfortante, stimola diverse riflessioni sull’effettivo valore della squadra. Dopo 11 giornate il Bari ha collezionato 13 punti, non perde da 9 partite ma ha vinto solo 2 volte, di cui l’ultima più di un mese fa contro un Frosinone in disarmo.
La partita di ieri ha confermato un problema che il Bari si porta avanti da inizio anno, ossia l’incapacità di convertire in gol le occasioni generate. In un campionato livellato come la Serie B, nel quale la gran parte delle partite vengono indirizzate da singoli episodi, è un aspetto che sposta sensibilmente l’asticella delle ambizioni di un squadra, e in questo momento condanna il Bari alla mediocrità.
Bari-Carrarese, però, ci ha detto anche altro, che come di consueto cercheremo di approfondire nella nostra rubrica di analisi il Bari a Scacchi.
Copyright: SSC Bari
Nei primi 20 minuti il Bari ha riscontrato grandi difficoltà in entrambe le fasi di gioco. Il possesso era lento e sterile perché non coinvolgeva né Benali, ben ingabbiato dalla Carrarese, e neanche Sibilli, che pur abbassandosi non riusciva a mettersi in luce a causa della grande densità creata in mezzo al campo dagli avversari. L’unico sfogo erano le fasce, dove però Favasuli e Dorval non riuscivano quasi mai a creare superiorità e a coinvolgere con velocità e precisione mezzeali e punte per le consuete triangolazioni.
La Carrarese ingabbia Benali e creando denistà centralmente oscura anche Sibilli
La novità è che il Bari ha sofferto anche senza palla. Fino ad ora abbiamo visto una squadra più efficace nel difendere nella metà campo avversaria che quando costretta a lunghe fasi di difesa posizionale, mentre nella prima mezz’ora del match di martedì sera la pressione uomo su uomo voluta da Longo ha evidenziato alcune criticità.
Questo atteggiamento richiede grande reattività fisica e mentale per adattarsi ai movimenti degli avversari, per non perdere mai di vista il proprio riferimento e, all’occorrenza, per scalare su un altro. Longo ha sottolineato proprio questo aspetto: le scalate eseguite non correttamente hanno facilitato lo sviluppo della Carrarese. In soldoni, la fluidità posizionale con cui la Carrarese ha provato a disarticolare la struttura difensiva del Bari ha dato i suoi frutti. In particolare i movimenti di Zuelli e Panico, quasi mai assorbiti correttamente da difensori e centrocampisti. Le cose sono migliorate dopo la mezz’ora, quando la squadra si è finalmente sistemata, ma in un paio di situazioni queste disattenzioni potevano costare caro.
Benali perde il riferimento, Zuelli, e crea un mismatch in mezzo al campo
Dorval, a metà tra Zuelli e Zanon (il suo riferimento), è costretto ad accorciare sul primo consentendo un facile appoggio verso il secondo.
Zanon ha tutto il tempo per verticalizzare verso Zuelli che si muove alle spalle di Dorval. Benali è ancora in ritardo, mentre Vicari, per accorciare su Panico, svuota un corridoio che verrà successivamente attaccato
Mantovani è costretto ad accorciare su Zuelli, che però è preciso nel servire profondità Finotto che a sua volta ha attaccato lo spazio liberato dall’uscita coraggiosa di Vicari
In generale, lungo tutto l’arco dei 90 minuti il Bari è parso meno brillante e intenso nei duelli e nei tempi di pressione, sintomo di una condizione fisica non brillantissima. C’era da aspettarselo: Maita, Benali e Dorval, il motore di questa squadra, non escono quasi mai dal campo perché non hanno alternative all’altezza, mentre Pucino e Mantovani, a cui è richiesto di coprire enormi porzioni di campo, iniziano a centellinare le corse per non andare subito in affanno.
Con il cambio Manzari-Lella Longo non ha modificato la struttura della squadra, ma le caratteristiche degli interpreti. Contro un blocco medio-basso e ben raccolto il centrocampo Maita-Benali-Lella diventa troppo prevedibile, mentre la presenza di Manzari, nell’idea di Longo, doveva garantire maggiore pulizia tecnica ed incisività nell’ultimo terzo di campo.
L’impatto del nativo di Bari è stato migliore rispetto alle precedenti uscite. Manzari, pur palesando la solita timidezza nella scelta delle giocate, è stato più preciso di Lella ed ha sbagliato poco tecnicamente. Agendo in una zona del campo nevralgica ha responsabilità offensive importanti, e da un giocatore con le sue doti balistiche ci si aspetta un volume di gioco maggiore. Fisicamente non gli manca nulla, tecnicamente ha buoni fondamentali ma mentalmente è ancora acerbo. La tendenza ad assecondare troppo il proprio istinto, che spesso imputiamo a Sibilli, forse è ciò che servirebbe a Manzari per sbloccarsi. In ogni caso, anche grazie all’inserimento di Bellomo, Manzari ha avanzato il proprio raggio d’azione riuscendo anche a trovare il gol, poi annullato per fuorigioco di Pucino.
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Lo stesso Sibilli è incappato in una prova opaca, soprattutto dal punto di vista finalizzativo. Le imprecisioni sotto porta sono figlie di un momento in cui il numero 20 non riesce ad impattare come vorrebbe. La motivazione potrebbe essere legata anche al contesto tattico nel quale si ritrova ad agire. Questo Bari, a differenza di quello caotico (in campo e fuori) della passata stagione, è più orizzontale nella gestione del pallone e necessita di calciatori che garantiscano controllo oltre che strappi.
Falletti interpreta al meglio questa funzione, difatti in Bari-Carrarese la sua mancanza si è sentita, mentre lo stile di gioco di Sibilli non combacia alla perfezione con le necessità della squadra. Mentre Falletti è imprescindibile, Sibilli, con la sua genialità accompagnata fedelmente dall’incostanza, è un lusso che il Bari deve trovare il modo di permettersi per aumentare la propria pericolosità offensiva. Come abbiamo visto contro il Catanzaro non è semplice mantenere le distanze con un tale impianto offensivo, ma la strada da perseguire deve essere quella.
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