Bastoni svela: «Subito sì all’Inter! Chiesta cessione a Conte, disse di no» | OneFootball

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·8 maggio 2025

Bastoni svela: «Subito sì all’Inter! Chiesta cessione a Conte, disse di no»

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Bastoni è il nuovo ospite del podcast di Gianluca Gazzoli “The BSMT” disponibile su YouTube e Spotify. Insieme a lui anche l’amico Amedeo Della Valle, capitano della Germani Brescia, talento del basket italiano. Il difensore nerazzurro svela alcuni retroscena prima del suo passaggio definitivo all’Inter e l’importanza di Antonio Conte durante il suo primo anno in nerazzurro.

SPORT DIVERSI, STESSI VALORIAlessandro Bastoni durante la doppia intervista esprime quelle che sono secondo lui le differenze tra il calcio e il basket: «Mi piace di più il basket del calcio. Giochiamo talmente tanto che quando sono a casa riesco a staccare, mi rilasso e preferisco guardare il basket. Cosa invidio al basket? Indipendentemente dal risultato fanno una vita “normale”, non che se perde non può andare in centro. Cosa che noi, invece, se perdiamo facendo una prestazione sbagliata, riceviamo 100mila commenti poco felici. Giocare a Milano è tosta, rappresenti i tifosi in tutto il mondo. Hai grande responsabilità dove il pareggio non è contemplato e giochi sempre la vittoria. Poi nel momento del derby diventa tutto magico, è la responsabilità più grande che abbiamo. Il Derby è la partita che aspetto più di tutte, la stragrande maggioranza delle volte si gioca per qualcosa. Ultimamente è capitato di giocare per il passaggio del turno in Coppa Italia, poi anche in Champions League, l’anno scorso abbiamo vinto lo scudetto in casa del Milan. La soddisfazione più grande dopo un derby? Mettere a tacere le persone che qualche giorno prima di stuzzicava (ride, ndr)».


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Figlio d’arte, Bastoni racconta il rapporto col calcio

AIUTO – Alessandro Bastoni svela il rapporto col padre, anche lui ex calciatore, e gli inizi a calcio: «In casa mia si guarda calcio h24, mio papà ha giocato un anno in Serie B con la Cremonese ed è arrivato fino all’Under-21 della Nazionale, questo mi ha permesso di non commettere i suoi stessi errori. Ho fatto 12 anni all’Atalanta: a 17 anni ho fatto il mio esordio, ma non ero ancora sicuro di fare il calciatore. All’Atalanta mi hanno curato e mi hanno cresciuto dal punto di vista umano, a 15 anni mi sono trasferito a Bergamo da solo. Al Parma a 19 anni in prestito ho capito che avrei fatto il calciatore. A un certo punto essere andato via dall’Atalanta è quello che mi ha salvato, perché a Bergamo ero visto come un ragazzino che è cresciuto lì. Dare una chance a me non era facile come un altro ventenne arrivato da un altro paese».

IL SALTO ALL’INTER – Da Bergamo a Milano, Bastoni racconta il retroscena dell’interesse dei nerazzurri e l’esplosione con Antonio Conte: «Ho saputo dell’interesse un anno prima di andare in prestito a Parma in un autogrill. Ho incontrato il mio procuratore che mi ha detto: “Cosa vuoi fare, vuoi andare all’Inter?”. Ovviamente non ho esitato e ho detto subito di sì. Dall’Atalanta mi compra l’Inter e resto in prestito all’Atalanta dove non gioco mai. Poi vado in prestito al Parma e l’anno successivo arriva Antonio Conte a cui chiedo di andare a giocare ancora una volta in prestito, ma lui non ne voleva sapere niente. Lui però ha voluto tenermi nonostante Milan Skriniar, Stefan de Vrij e Diego Godin. Da ottobre dello stesso anno però mi ha messo dentro e da lì è stato un continuo. Quando ho capito che sarei diventato importante per l’Inter è stata la vittoria a Napoli sotto Natale, avevo giocato 5-6 partite».

L’idolo sin da bambino e l’avversario più temuto

IDOLO – Bastoni parla del suo idolo sin da piccolo e degli avversari più forti incontrati in carriera: «Il mio idolo è stato Sergio Ramos, ci siamo già incontrati con l’Inter e in Nazionale. Mio ruolo reinventato nel calcio? Ho fatto qualcosa che prima non si faceva nel calcio. Prima il difensore difendeva e basta, invece per le mie caratteristiche e quello che mi è stato insegnato, ho provato e sono riuscito a portare qualcosa di nuovo. Con Conte già facevo questo, ma inizialmente avevo compiti più difensivi. Poi ci siamo aiutati a vicenda a scoprire questa mia innovazione. L’avversario più difficile che ho affrontato in questi anni è Higuain della Juventus, il classico finto lento che in realtà aveva movimenti rapidissimi che ti spiazzano. Poi altri in carriera anche Paulo Dybala, Haaland, Douglas Costa, ma nessuno come Higuain».

Fonte Canale YouTube: The BSMT by Gianluca Gazzoli

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