Inter-News.it
·7 maggio 2025
Bucchioni: «Inter-Barcellona epica! Differenza col 2010. In finale…»

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·7 maggio 2025
Tanta l’eccitazione all’indomani di Inter-Barcellona. Enzo Bucchioni sottolinea l’epicità dell’impresa nerazzurra, rimarcando una differenza col la storica sfida del 2010. Poi il giornalista dice la sua su quella che potrebbe essere la finale di Champions League.
DA SCRIVERCI UN LIBRO – Enzo Bucchioni, intervenuto su Radio Sportiva, commenta quanto accaduto a San Siro nella notte del ritorno della semifinale di Champions League: «Questa resterà una di quelle partite che, quando succederanno cose simili, verrà ricordata. Non mi meraviglio se si scriverà un libro anche su questa sfida. Tra dieci, vent’anni, si dirà “Ti ricordi quella sera?”. C’è sempre un filo emozionale che lega certi avvenimenti. Inter-Barcellona verrà raccontata in maniera epica e questo è il bello del calcio».
LA DIFFERENZA – Tornando indietro di quindici anni, Bucchioni sottolinea: «La squadra più forte tecnicamente era quella di Flick, piena di giovanissimi straordinari. Ma tanto dipende anche dall’atteggiamento mentale. Ieri sera il Barcellona non ha cercato di portare a casa la partita, non sono neanche mentalmente predisposti a fare le barricate. Rispetto a quella gara di Mourinho e di quel gruppo straordinario del Triplete, ieri sera c’è stata più partecipazione attiva. Quella là ha badato a fare una straordinaria fase difensiva, con il cuore e la grinta. Ieri sera si è visto qualcosa di più dall’Inter di Inzaghi: continui rovesciamenti di fronte, alla ricerca di un gol in più rispetto all’avversario. Tutte cose che nella partita del 2010 non si sono viste, nonostante anche quella fu un’impresa da ricordare».
LA FINALE – Enzo Bucchioni conclude: «Se l’Inter non avesse avuto questo tipo di DNA e cultura non avrebbe mai passato il turno. Ha messo in campo delle cose diverse rispetto al Barcellona: la capacità di interpretare la partita, la sofferenza all’estremo. Chi va in finale? Secondo me il Paris Saint-Germain. È migliorato, gioca da squadra rispetto agli anni scorsi. Però l’Inter ha dalla sua parte il senso di appartenenza, che ieri si è visto in maniera straordinaria. Il merito è della società e della dirigenza, che ti fa capire qual è la storia del club e come ti devi comportare giorno per giorno. L’Inter è piena di stranieri, eppure si percepisce il senso di appartenenza grazie al lavoro straordinario della società. Quando entri ad Appiano Gentile diventi qualcuno diverso dagli altri, avverti l’orgoglio. Questo è un esempio per il calcio: l’essenza si può ritrovare se lavori in una direzione ben precisa».