Inter News 24
·28 ottobre 2024
Inter News 24
·28 ottobre 2024
Lorenzo Casini, presidente della Lega Serie A, ha parlato a Radio Anch’Io Lo Sport, toccando diversi temi riguardanti l’Inter e le altre squadre. Ecco le dichiarazioni:
Il rinvio di Bologna-Milan.«Al momento è previsto che Bologna-Milan si giochi a febbraio. Rispetto al rinvio, c’è stata un’ordinanza della pubblica autorità che non può essere disattesa. Abbiamo cercato di dialogare con le istituzioni per poter giocare a porte chiuse ma non c’è stata la possibilità. Abbiamo quindi lavorato sull’idea del campo neutro, non prevista dal nostro regolamento. Sarebbe stata una novità importante, ma gli stadi disponibili avevano una capienza molto inferiore a quella dello stadio del Bologna. Cerchiamo di migliorare ogni volta. Una cosa di cui si è discussa è prevedere il campo neutro d’emergenza, ipotesi che non era prevista. Ci sono aspetti che vanno considerati».
Un ritorno a 18 squadre.«Nel caso specifico di Bologna-Milan non sarebbe cambiato nulla. Ci sono altri campionati importanti a venti squadre e in ogni caso l’aumento degli ultimi anni è dato da Nations League, nuova Champions. Chiaro che il calendario si è ingolfato».
La Supercoppa Italiana con quattro squadre.«Il format a quattro non è scolpito nella pietra, viene deciso di anno in anno dall’assemblea. Il contratto è di sei anni di cui quattro in Arabia e il format viene deciso di volta in volta. I pro del formato a quattro, oltre a quello economico, è un’occasione anche di andare all’estero e farsi conoscere. I club lo vedono come un’opportunità. Non è una questione solo economica, quando si è portata la Supercoppa all’estero c’era anche una forte esigenza di promozione fuori dai confini nazionali. Il tema dei tifosi è certamente importante, tanto che stiamo lavorando per poter assicurare dei viaggi e facilitare la presenza diretta. Per il resto dobbiamo contemperare gli interessi e guardare cosa accade in altri contesti e altri sport. La Nba gioca delle partite in Europa ed è ormai accettato».
Calendari spezzettati.«Ci si è arrivati secondo una logica molto semplice: più partite e più introiti. Se da più parti, anche allenatori e giocatori, si dice che si gioca troppo, bisogna arrivare a giocare meno, magari con una diversa distribuzione dei calendari, magari con maggiore contemporaneità delle partite. Va studiato, non so quanto anche i tifosi apprezzino di dover vedere gare così spezzettate».
Inter-Juventus insolitamente alle 18.«La questione del fuso ha inciso. Occorreva migliorare la fruibilità internazionale di alcuni incontri. Potrebbe essere una possibilità un derby di Milano alle 15, ma l’incastro in questi casi va oltre il tetris. C’è da impazzire tra le diverse esigenze che emergono».
Calendario asimmetrico.«Alcuni tifosi non se ne sono nemmeno accorti, essendoci un limite minimo per non sfidarsi di nuovo. Cerchiamo di migliorare dal 2023/24 sulle finestre di anticipo della comunicazione degli orari. Ha rivoluzionato la vita dei tifosi e delle società, riducendo i costi».
Partite di campionato all’estero.«E’ un tema antico, la Liga lo ha portato avanti ma in quel caso la questione tifosi diventa ancora più importante. Sono cose che vanno approfondite, ma questa difficilmente potrà accadere».
Nuovo Statuto.«La premessa è che stiamo vivendo un percorso lungo e complesso, iniziato da tempo. Siamo grati a Parlamento e governo che hanno colto l’esigenza di fondo. La Serie A vuole tre cose: una maggiore autonomia organizzativa rispetto ai campionati, un ruolo nel sistema federale di riconoscimento del peso economico attraverso un diritto di esprimere un parere vincolante e terzo un riequilibrio numerico dei pesi elettorali e dei consiglieri. Progressivamente l’istanza è stata ascoltata e siamo ora alla vigilia di un Consiglio Federale in cui le prime due istanze sono a buon punto, il riequilibrio numerico è un po’ basso perché se il professionismo tutto ha otto consiglieri almeno vorremmo avere la maggioranza di quel numero».
Spaccatura con Gravina.“«Non è una spaccatura tra persone, è una questione di istituzioni. Una Serie A più forte e presente, più responsabilizzata, è un bene per tutti».
Arbitri e tecnologia.«La tecnologia può essere d’aiuto, c’è chi sta valutando l’utilizzo dell’intelligenza artificiale per determinate situazioni di contatto o altro. Io spero la presenza umana rimanga sempre, perché il margine di valutazione è fondamentale. Sul Var credo sia da valutare la possibilità della chiamata, ma va inserito in modo intelligente. Oggi il Var può intervenire su tutto, se diventa su tutto gli interventi si riducono, salvo se vengono attivati. Ma l’allenatore dalla panchina spesso non ha idea se quell’intervento è da chiamare o no. Va costruito un certo tipo di professionalità».
Nuovo format della Champions e Mondiale per club.«La Superlega aveva una logica completamente diversa di assicurazione per determinati club. In questo senso il nuovo format ha partite anche troppo squilibrate, soprattutto all’inizio. Aspettiamo le giornate, la sensazione è che sia una competizione a suspence progressiva, ora si fa fatica a leggere la classifica. Ci sono già degli algoritmi per capire la soglia a cui si passa. Le ultime giornate saranno fondamentali. Rispetto al Mondiale per club credo che i tifosi delle squadre coinvolte siano contenti. Pesano molto più le nazionali rispetto a un Mondiale per club, uno per motivi numerici di finestre e poi perché i club sono i datori di lavoro dei giocatori. Per le nazionali invece aumenta la possibilità che si giochi una percentuale di partite molto più alta. La soluzione proposta da Ancelotti di dare una sorta di turnover con ferie durante il campionato non so quanto fosse provocatoria o reale, ma va valutata anche assieme ai calciatori».
Campionato equilibrato.«Già dal precampionato il ritorno di Conte, il fatto che diversi club si fossero rinforzati lasciava pensare. Da tanto non si vedeva un calcio come in Inter-Juventus e sicuramente è la maggior promozione che si può fare del campionato. Meglio tante reti, anche se abbiamo una tradizione sulla solidità difensiva, ma io parlavo proprio di come hanno giocato».