PianetaSerieB
·19 gennaio 2025
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·19 gennaio 2025
Il rapporto con la città di Catanzaro, la gestione Noto, il paragone con Massimo Palanca, i mentori in campo e fuori ed infine, la dichiarazione d’amore verso i colori giallorossi: questi sono stati i temi toccati da Pietro Iemmello durante l’intervista rilasciata a Tuttosport. Di seguito le dichiarazioni integrali pronunciate da Re Pietro.
OBIETTIVI – “Quest’anno l’importante è mantenere la categoria come lo era, del resto, l’anno scorso. Poi, però, ci siamo trovati a un certo punto che eravamo costantemente in zona playoff e abbiamo iniziato a pensare in grande. Una cosa che non dobbiamo fare quest’anno, perché la classifica è corta”.
PROGETTO NOTO – “Da quando ha preso in mano il club dopo un fallimento e alcune stagioni alternanti ha dato una certa stabilità, creando una società che, oggi, per gestione è un fiore all’occhiello”.
PALANCA – “In A come Palanca? Sì, sicuramente è una cosa che potrebbe avvicinarmi ancora di più a lui. Sinceramente, però, non ci penso: è un sogno che poi, chissà, potrebbe anche… Me lo ricordo Palanca, è stato un idolo d’infanzia perché da ragazzini si ricordava il Catanzaro della Serie A e, quindi, lui”.
FINE CARRIERA A CATANZARO – “Non so quando smetterò, ma il mio obiettivo è quello di finire qui”.
TIFOSI – “I tifosi del Catanzaro sono davvero emozionanti perché non si fanno sentire solo in casa, ma sono numerosi anche fuori. Per noi è una carica in più e un motivo di orgoglio poterli rappresentare sebbene questo ci dia una responsabilità maggiore perché vogliamo renderli orgogliosi di noi”.
ATTACCANTI IN B – “Il migliore? Ce ne sono tanti, sia esperti che giovani. Non ce n’è uno in particolare. Fare un solo nome, poi, è sempre antipatico. Pippo Inzaghi? Beh, di certo, se ci fosse lui sarebbe stato sicuramente uno dei migliori. È stato un grande campione”.
CAMPIONI – “Mi è sempre piaciuto Ronaldo, il Fenomeno. Poi, ce ne sono tanti: Lewandowski, Benzema…”.
ALLENATORE – “Mi piace il calcio offensivo e mi piacerebbe proporlo dalla panchina. De Zerbi e Vivarini sono allenatori simili su certi punti e distanti su altri, ma hanno il pregio di far giocare bene le proprie squadre. Roberto è stato quello che ha innovato e portato questo modo di giocare in Europa”.
CASERTA – “Il mister ha investito su sé stesso con coraggio, partiva con un handicap e ha già ribaltato la situazione. È stato umile, ha lavorato, si è tappato le orecchie e sta dimostrando il suo valore”.
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