Zerocinquantuno
·1 ottobre 2024
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Parli di giocare in Inghilterra e capisci subito perché i 2.981 biglietti per il settore ospiti di Anfield (con annessi voli charter da 500 euro o giù di lì) siano stati bruciati immediatamente. La Gran Bretagna può infatti fuggire dall’Europa, da se stessa, pure dalla monarchia, ma sarà sempre riconosciuta come la patria del gioco del calcio, praticato dalle élite scolastiche e universitarie, dove si usava giocare in dieci alunni più il maestro (da qui il numero di undici giocatori, dei quali il ‘capitano’ è l’erede diretto degli insegnanti inglesi del XIX secolo). Con mezzo secolo di vantaggio sugli altri Paesi, poiché la prima società inglese (lo Sheffield FC) risulta nata nel 1857, il calcio d’oltremanica si è sempre considerato a buon diritto una spanna sopra quello europeo. Al punto che nelle prime tre edizioni dei Mondiali l’Inghilterra decise sfacciatamente di non presentarsi per manifesta superiorità (lo fece solo a partire dal 1950, quando fu eliminata al primo turno). A livello di club, però, le cose cambiano. E il Bologna vanta due primati italiani inscalfibili: è stata la prima squadra a batterne una inglese, nonché la prima a sconfiggere una formazione inglese su suolo britannico. Nel 1937, conquistato da poco il quarto scudetto, i rossoblù allenati da Arpad Weisz furono invitati a Parigi per l’edizione unica e mai più ripetuta del Torneo Internazionale dell’Expo Universale, competizione rivolta alle squadre europee di maggior prestigio, quasi tutte vincitrici del campionato o della coppa nazionale. In finale si propose un inedito confronto col Chelsea. Sorpresa: allo stadio di Colombes i londinesi vennero travolti 4-1 (con tripletta di Reguzzoni e gol di Busoni). Per il BFC fu quella la consacrazione internazionale, per l’Inghilterra il primo duro atterraggio nella realtà europea.
Fonte: bolognafc.it
Trent’anni dopo, l’8 marzo 1967, il Bologna riuscì in un’altra impresa storica: la doppietta di Harald Nielsen e il gol di Giacomo Bulgarelli stesero il West Bromwich Albion negli ottavi di finale di Coppa delle Fiere, e quella divenne la prima storica vittoria di un club italiano oltremanica (ricordiamoci di ricordarlo, domani, ai commentatori TV). Per veder compiere la stessa impresa alla Juventus bisognerà aspettare il 1983 (contro l’Aston Villa), per l’Inter il 1993 (Norwich City). La Nazionale di calcio italiana avrebbe invece dovuto aspettare ancora sei anni e mezzo, con lo storico gol vittoria di Fabio Capello a Wembley del 1973. Ma i trionfi felsinei in Inghilterra non erano finiti.
Fonte: bolognafc.it
Pur mutati gli scenari del calcio europeo, e ridimensionato il valore del Bologna in Italia, nel settembre 1970 i rossoblù ripristinarono per una notte gli antichi fasti andando a conquistare la Coppa di Lega Italo-Inglese, messa a disposizione in una doppia sfida tra le due vincitrici delle rispettive coppe nazionali. Dopo aver battuto 1-0 il Manchester City nella gara d’andata, il Bologna si presentò in Inghilterra affrontando una partita senza esclusione di colpi: vantaggio di Perani, pareggio inglese, nuovo vantaggio di Savoldi, pareggio di Heslop. Un focolaio di rissa, poi il City si arrese all’evidenza: il BFC, col 2-2, l’aveva spuntata. E al momento della premiazione, tutti gli inglesi porsero la mano.
Fonte: bolognafc.it
Luca Baccolini
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Foto copertina: bolognafc.it