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Davide Zanelli·18 giugno 2019
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Davide Zanelli·18 giugno 2019
“Italia-Brasile è la storia”. Milena Bertolini ha scelto le parole giuste per presentare la partita che vale il primo, il secondo e persino il terzo posto nel Gruppo C del Mondiale femminile 2019.
Un Storia – con la “S” rigorosamente maiuscola – fatta di spettacolo e rivalità, che affonda le proprie radici nel lontano 1938, quando i brasiliani avevano già acquistato i biglietti del treno per raggiungere la finale, ma vennero sconfitti dagli Azzurri di Vittorio Pozzo.
Nel 1970 non ci fu storia tra il Brasile dei cinque numeri 10 (Pelé compreso) e l’Italia della celebre staffetta tra Mazzola e Rivera, ma dodici anni più tardi, nella torrida estate spagnola, Bearzot e i suoi ragazzi si presero la rivincita contro Socrates, Falcao e una Seleçao incredibile. Fu la partita di Pablito Rossi e dell’incredibile parata di Dino Zoff, che inchiodò sulla linea di porta il colpo di testa di Oscar. Fu l’impresa del Sarrià, resa indimenticabile dalla vittoria in finale contro la Germania.
“Ancora non dormo per quell’errore”, ha recentemente confessato Roberto Baggio parlando del rigore fallito a USA 94, nella finale Mondiale tra Italia e Brasile. Il Divin Codino scoppiò in lacrime e con lui un’intera nazione. Il Brasile di Dunga e Romario divenne campione del mondo scrivendo l’ennesimo capitolo di una rivalità infinita.
Dal calcio maschile a quello femminile. Tradizione, fascino e storia non cambiano: restano perfettamente immutati. Tocca a Gama, Giugliano, Girelli e Bonansea, tocca a Milena Bertolini, l’allenatrice che ha riportato le Azzurre a giocarsi la fase finale di un Mondiale vent’anni dopo l’ultima volta. Contro una nazionale che schiererà Marta, probabilmente la miglior calciatrice di sempre, e non potrà contare su Andressa Alves, le Ragazze Mondiali possono centrare un primo posto che avrebbe dell’incredibile. Inizia Italia-Brasile. E vale la Storia.
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