Calcio e Finanza
·19 novembre 2024
Calcio e Finanza
·19 novembre 2024
E’ iniziato oggi il “Social Football Summit 2024”, evento in corso di svolgimento allo Stadio Olimpico di Roma. In occasione della manifestazione è intervenuto anche l’amministratore delegato della Lega Serie A Luigi De Siervo, che ha toccato diversi temi importanti, dall’impiantistica al gap con la Premier League, passando per i titolari dei diritti tv Sky e DAZN.
«Io sono l’interprete di un gruppo di lavoro, siamo stati chiamati cinque anni fa per cambiare il paradigma. La Lega Serie A è la Confindustria delle 20 società più importanti d’Italia, abbiamo cercato di riposizionare il campionato italiano competendo con le altre leghe e con tutte le altre forme di intrattenimento. Abbiamo fatto un’analisi guardando alla Premier League e a quanto sta facendo di buono la Liga, ma guardiamo anche grandi leghe come NBA e NFL e le piattaforme come Amazon e Netflix», ha esordito l’AD della Serie A.
De Siervo ha parlato degli interventi fatti in questi anni, spiegando che «abbiamo cambiato tutto, dalla struttura del calendario per fare lo slalom tra i 340 vincoli sulle dispute delle partite e l’aumento delle partite delle nazionali e la saturazione del mercato con le competizioni europee per club. Dobbiamo contare anche i viaggi delle varie società, stiamo gestendo un elemento fondamentale caro a tutti noi».
L’AD della Lega Serie A ha elogiato Sky e DAZN, che «stanno facendo un grande lavoro. Dobbiamo preservare un patrimonio che è di tutti; abbiamo sistemato le regole e siamo il campionato che investe di più nelle tecnologie. Dal tanto vituperato VAR al fuorigioco semi-automatico e tutti quei prodotti che rendono più credibile il prodotto. Il campionato di calcio ha 16-17 stadi e prima il segnale arrivava a ogni pullman presente negli stadi. Abbiamo scelto di veicolare tutto all’interno di un’unica struttura a Lissone, tra Monza e Milano. Siamo a livello di qualità di immagini pari alla Premier League, dobbiamo lavorare sulla capacità di trasformazione dei nostri stadi».
Secondo il dirigente, «sui diritti nazionali non c’è grande distanza, ci sono sei milioni di abbonati tv in Inghilterra e pagano cifre più alte. Il vero punto su cui tutti hanno perso una battaglia è l’estero. Gli inglesi hanno avuto le prime proprietà internazionali con investimenti fuori scala, questo ha consentito a quel calcio dopo la riforma Tatcher di ripulire gli stadi. Si stanno vedendo i primi risultati adesso a livello di stadi in Italia grazie anche al lavoro del governo e del Ministro Abodi per ammodernare gli stadi, basti vedere lo stadio dell’Atalanta».
E a proposito di impianti, «c’è poi il tema legato alle grandi realtà come le milanesi e le romane. Il PSG ha ottenuto un introito da stadio di circa 80 milioni. Bisogna cercare di costruire il prodotto dal punto di vista tecnico e lì siamo a buon livello. Gli stadi sono il vero gap con la Premier. Fortunatamente sono pieni, ma devono pareggiare il livello degli standard europei. Resto estremamente ottimista, il lavoro di impostazione è stato fatto, ora dobbiamo recuperare i gap che abbiamo trovato».
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