Footbola
·3 agosto 2020
Footbola
·3 agosto 2020
Buenos Aires, una delle più grandi Capitali dell’intero Sudamerica e cuore pulsante dell’Argentina. Un incontro incredibile di culture provenienti dall’Europa e una distinzione forte dei vari quartieri interni che vengono conosciuti come barrios. E il calcio è una delle massime espressioni della vita in questa nazione e in questa città che pullula di squadre all’interno dei propri confini. Il Superclásico tra Boca e River è quello più iconico di tutti, ma nella periferia sud ci sono altre due squadre che infiammano i cuori della popolazione dando vita al Clásico de Barrio, San Lorenzo e Huracán. Entrambe le compagini nacquero lo stesso anno a soli otto mesi di distanza l’uno dall’altro. Nel marzo 1908 videro la luce i rossoblu nel quartiere che allora era Almagro, anche se la successiva risuddivisione della città lo porterà nel barrio Boedo. Un zona estremamente popolare dove sorgerà il mitico stadio Gasómetro e che tra poco tornerà a essere la casa del Ciclón dopo la costruzione del Nuevo Gasómetro nel barrio Bajo Flores. Il nome deriva dalla dedica al parroco Lorenzo Massa che regalò alla nuova società l’oratorio per poter permettere ai ragazzini più poveri della zona di avere un luogo dove crescere lontano dalla criminalità. Nel novembre di quell’anno nacque a Nueva Pompeya un nuovo club che però si sarebbe presto spostato a Parque Patricios, zona confinante al Boedo. L’Huracán così prese vita a pochi chilometri di distanza da quelli che erano già visti come i naturali rivali.
Non ci furono però incontri ufficiali fino al 1915 quando le due squadre si affrontarono in casa dei biancorossi. Il Globo vinse per 3-1, ma fu una delle poche volte che poté gioire. Tra il 1957 e il 1961 infatti il Ciclón ottenne la bellezza di nove trionfi consecutivi, un record assoluto nella storia di questo derby. Gli anni ’20 furono i momenti più alti nella storia della rivalità perché corrisposero con un dominio di entrambe sul calcio argentino. Furono ben sette i titoli vinti in totale, quattro dai biancorossi che non riusciranno più a tornare ai vertici del campionato locale se non per una isolata vittoria nel 1973. Mentre l’Huracán arrancava il San Lorenzo invece riusciva a ritagliarsi uno spazio importante entrando a far parte del quintetto magico delle “cinque grandi” d’Argentina, pur con una rilevanza leggermente minore. Dal 1974 a oggi sono stati solo quattro le vittorie nazionali dei rossoblu ma nel nuovo millennio sono riusciti finalmente a scrivere il loro nome in maniera indelebile nel panorama sudamericano. Nel 2002 arrivò il successo in Copa Sudamericana contro i colombiani dell’Atlético Nacional, ma la vera impresa accadde nel 2014. Ancora una volta dovette affrontare un Nacional, questa volta di Asunción, e dopo l’1-1 in Paraguay il 13 agosto 2014 partì la festa al Nuevo Gasómetro per un’epica vittoria in Copa Libertadores. Un rigore di Ortigoza bastò per alzare al cielo il primo storico riconoscimento di miglior squadra del continente. Fu un boccone amarissimo da digerire per i tifosi dell’Huracán che rimasero ancora più delusi e amareggiati l’anno seguente. Il Globo raggiunse per la prima volta una finale internazionale arrivando all’ultimo atto della Copa Sudamericana contro i colombiani dell’Independiente Santa Fe. Entrambe le squadre non erano abituate a certi palcoscenici e la paura di sbagliare decretò due bloccati 0-0 e per avere un vincitore si dovette andare ai rigori. A festeggiare però furono i padroni di casa e gli argentini sbagliarono ben tre calci di rigore su quattro con Bogado e Toranzo che si fecero ipnotizzare da Zapata e Nervo che calciò sulla traversa. Una delusione enorme e un’occasione che difficilmente ricapiterà a breve. Come già detto il San Lorenzo è riuscito ad avere una storia e una tradizione superiore ai rivali storici e anche gli scontri diretti sono stati ad appannaggio rossoblu. Sono ben quaranta le vittorie di vantaggio del Ciclón sul Globo, ottantasei a quarantasei, anche se l’ultimo derby del 20 ottobre 2019 è stato vinto per 2-0 dai biancorossi. Grande motivo di orgoglio dell’Huracán avvenne nel Mondiale del 1978 quando diede alla prima Argentina campione ben tre giocatori contro i due degli acerrimi nemici, mentre il Clásico del barrio rimase a bocca asciutta otto anni dopo. Il più grande marcatore nella storia di questa competizione è il rossoblu José Sanfilippo che tra gli anni ’50 e ’60 riuscì a mettere a segno la bellezza di sedici gol, un vero e proprio incubo per il Globo. Ben più distaccato al secondo posto c’è Herminio Masantonio, cannoniere biancorosso degli anni ’30 rimasto fermo a quota dieci.
Come tutte le squadre argentine, anche San Lorenzo e Huracán sono sostenute da Barras Bravas molto calorose e spesso anche molto violente. Per ben due volte gli scontri tra queste due tifoserie costarono la vita a un tifoso, sempre del Globo. Prima nel 1997 in occasione di un Clásico e poi nel 2008, quando durante la festa del centenario, alcuni tifosi dell’Huracán cambiarono barrio per cercare lo scontro frontale con gli esponenti del Ciclón. I tafferugli furono così violenti che perdette la vita Silvera noto come Cafú. A colorare il Nuevo Gasómetro c’è la passione e il tifo de “La Gloriosa Butteler“, divenuta famosa soprattutto in Europa per alcuni suoi cori poi copiati da altre curve del Vecchio Continente. A sostenere la squadra invece al “Palacio” è la Barra Brava de “La Banda de la Quema“, meno numerosa ma non per questo meno calorosa e spettacolare.
Due volti della stessa città, una rivalità storica che non tramonterà mai, perché nella parte sud di Buenos Aires o sei uno Globo o sei un Ciclón.