Footbola
·18 luglio 2019
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·18 luglio 2019
Giovedì 22 febbraio 2018, Dino Islamović fece il suo ingresso in campo all’Emirates, in Arsenal-Östersunds FK valevole per i sedicesimi d’Europa League, col punteggio di 1-2. Graham Potter volle tentare il tutto per tutto, profanando la casa dei Gunners e cercando una rimonta storica, ancor più di vincere a Londra: il piccolo club svedese, che all’andata della Jämtkraft Arena aveva perso 0-3 sbagliando pure un calcio di rigore con Tom Pettersson dal dischetto, voleva insomma produrre il massimo sforzo offensivo. Entrò Islamović, rilevando il difensore Ronald Mukiibi e concedendosi qualche scampolo in una gara di cui non si ricorda certo la sua prestazione. Ne è passato di tempo da allora, e mercoledì 26 settembre 2018 la situazione era ribaltata: alla sua terza partita da titolare consecutiva – la nona stagionale – Dino mise a segno una tripletta al piccolo Brommapojkarna. Un risultato che ai rossoneri di Östersund servì per imprimere la decisiva svolta dopo un breve ridimensionamento degli obiettivi. Del resto Graham Potter aveva lasciato la squadra al settimo posto in classifica il 26 maggio, dopo un 2-0 casalingo ai danni del BK Häcken (in rete proprio Islamović e Jamie Hopcutt) e il subentrato Ian Burchnall, pure lui inglese, alla 17° giornata aveva magistralmente condotto l’ÖFK al terzo posto in Allsvenskan, prima che la striscia di sei gare d’imbattibilità (5 vittorie, pari allo Swedbank contro il Malmö FF campione in carica) venisse bruscamente interrotta. I rossoneri avevano perso quattro partite di fila, le trasferte di Göteborg e Örebro, il Norrlandsderbyt contro il GIF Sundsvall – con rimonta ospite nei 12′ finali – e infine il 2-3 con cui il Malmö FF vendicò il pari dell’andata vincendo alla Jämtkraft Arena.
La magia apportata da Burchnall pareva svanita, quando come detto – il 26 settembre – Dino Islamović segnò una tripletta nel 3-0 con cui l’Östersunds FK batté il Brommapojkarna, sancendo forse la fine della crisi e rilanciando le ambizioni rossonere in vista di un piazzamento europeo che oggi dista 5 punti a 7 turni dalla fine: “Oggi abbiamo un gioco nitido, è stato basato su quello di Graham ma Ian ha cambiato un po’”. Ed era il marzo 2012 quando un allora 18enne Islamović lasciava le giovanili del Malmö FF – club in cui era calcisticamente cresciuto – per unirsi al Fulham, nonostante richieste da Heerenveen e un club italiano. In quell’occasione il suo agente Adnan Huseincehajic si disse soddisfatto (“Questa è stata l’opzione migliore per lui“), ma col senno del poi quello londinese è un periodo che oggi Dino ricorda con dispiacere. “Ho scoperto in seguito che mi portò lì per guadagnare più soldi. Alla fine ho comunque imparato qualcosa dal Fulham, sebbene il loro allenatore manco sapesse che stavo arrivando”, avrebbe rivelato alla stampa svedese Islamović, che dall’agosto al marzo 2014 mise a segno sole 20 presenze nella squadra Under 23 dei Cottagers e lasciò l’Inghilterra insieme al connazionale Tanković. Se Muamer scelse l’AZ Alkmaar, Dino prese residenza al Groningen, vivendo due anni in bianconero: sommando 2014-15 e 2015-16 si ottengono 13 presenze con l’Under 23 (7 reti e 1 assist) e 15 con la prima squadra, condite da un gol, in Eredivisie. La vittoria in Coppa d’Olanda 2015 – primo trionfo nella storia dei biancoverdi, con gli svedesi Tibbling e Lindgren in campo – sarebbe però stata attenuata da un infortunio al ginocchio che obbligò Islamović a operarsi e saltare 8 mesi della sua seconda stagione.
Di qui, dunque, la nostalgia si fece sentire: “Voglio giocare e sto cercando un nuovo club, in Svezia qualcosa si muove“. Detto, fatto: dopo essersi allenato in prova con l’Halmstad e col Kalmar, Dino – nato a Hudiksvall nel 1994 – scelse il piccolo Trelleborgs FF e fu presentato con una dichiarazione profetica (”Har näsa för målet”,”ha il naso per i gol“). Numero 11 sulla schiena, Islamović sarebbe stato il grande protagonista della storica promozione biancoblù in Allsvenskan, con 8 reti e 9 assists che convinsero Graham Potter a intavolare una trattativa: “È un giocatore davvero bravo, sono molto felice di averlo perché penso si adatti bene al nostro gruppo”. La chiamata da Östersund, come detto, arrivò in tempo per debuttare all’Emirates – in Europa League – e segnare al suo primo anno 7 reti in 15 gare finora. Quattro con Graham Potter, mentre fino alla mattina del 26 settembre il nuovo tecnico Ian Burchnall non l’aveva ancora visto segnare. Poco male, perché in quella sera sarebbe arrivata la prima tripletta di Islamović in carriera. Con tanto di drömmål, “gol da sogno” al Trelleborgs FF: “Ho guardato il portiere e visto che si trovava abbastanza lontano ho pensato di scavalcarlo”. Da prima di centrocampo.