PianetaSerieB
·11 marzo 2025
Dopo Maldini tocca a Buffon: l’Italia dell’invidia e della dietrologia manca di rispetto a Inzaghi, Louis e Gigi

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·11 marzo 2025
L’ingresso di Louis Buffon al minuto 84 di Spezia-Pisa è stato un momento per nulla banale. L’attaccante nato il 28 dicembre 2007, figlio del leggendario Gianluigi, è diventato il più giovane debuttante di questa stagione di Serie B. Il diciassettenne italo-ceco, per giunta, ha fatto il proprio esordio in un match importantissimo e in una fase della gara rilevante. Sotto per 3-2 nello scontro diretto, Filippo Inzaghi ha aggiunto l’unico attaccante ancora a disposizione per provare a segnare il gol del 3-3 che poi non è arrivato.
Un episodio molto bello sia per il valore intrinseco che per quello simbolico è però diventato, come sempre accade in Italia, oggetto di invidia sociale. Si sta facendo la corsa a sminuire il potenziale calcistico di Louis e a evidenziare come soltanto in virtù del pesantissimo cognome questo record di precocità sia stato possibile.
Nulla a cui, purtroppo, non siamo abituati. Il povero Daniel Maldini, voluto nell’Italia dal CT Spalletti e scelto a gennaio da uno dei club più ambiziosi d’Europa come l’Atalanta, è ancora additato come un raccomandato immeritevole. Un abominio e una vergogna, che manca di rispetto non soltanto a tre generazioni che continuano a fare la storia del calcio italiano ma anche a tutti gli altri professionisti coinvolti nella sua ascesa (presidenti, dirigenti e allenatori).
Chi scrive non è un esperto di campionati Primavera e non si avventurerà in analisi che non gli competono, ma si limita al ragionamento deduttivo. A causa del forfait di Stefano Moreo, restava una casella vacante tra gli attaccanti: Inzaghi ha voluto colmarla e poteva scegliere soltanto pescando dal settore giovanile. Nonostante la giovane età, Buffon appare molto più strutturato fisicamente rispetto alla maggior parte dei 2007 e anche dei 2006. Al di là del valore tecnico in senso stretto, è facilmente immaginabile che abbia deciso il calciatore che meno avrebbe sofferto l’impatto con difensori molto forti di categoria.
Trovandosi sotto nel punteggio ha voluto lanciare alla squadra un segnale di assalto all’arma bianca a pochi minuti dalla fine e dunque lo ha gettato nella mischia. La sostituzione, come ogni mossa di un allenatore, è sempre opinabile. Qui non si discute di giusto o sbagliato, ma di presunti favoritismi. È oltraggioso pensare che uno dei più grandi agonisti della storia del nostro sport, che ha conservato ogni molecola della sua carica anche ora che siede in panchina, possa avere un secondo fine mentre effettua l’ultimo cambio della partita più importante della stagione.
È ingiurioso arrovellarsi sull’influenza di Gigi per un ragazzo che si è formato in una scuola calcio come altre centinaia di migliaia e che è stato individuato dal Pisa (non la Juventus o il Milan) soltanto nel 2023. È presuntuoso sindacare sulle doti di un classe 2007 che è già nel giro delle Giovanili della Repubblica Ceca. In questa nazione in cui l’invidia sociale è tratto dominante dell’inconscio collettivo si sparano sentenze prive di ogni fondamento dettate dal puro risentimento. Noi giornalisti abbiamo il dovere di ridurre questa spregevole forma di inquinamento ed educare le persone a un modo più sano di relazionarsi allo sport e anche se non soprattutto agli altri esseri umani. Motivo per cui, invece di far finta di nulla o cavalcare polemiche, ci troverete sempre sul versante dell’onestà intellettuale.