Empoli, D’Aversa: “Quella testata un’etichetta” | OneFootball

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·15 ottobre 2024

Empoli, D’Aversa: “Quella testata un’etichetta”

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L’allenatore dell’Empoli Roberto D’Aversa si è raccontato al Corriere della Sera tornando anche al motivo che lo portò ad essere esonerato dal Lecce.

Roberto D’Aversa, allenatore dell’Empoli, che sta stupendo tutti per il suo grande avvio di stagione, ha rilasciato un’intervista al Corriere della Sera. Il tecnico si è soffermato principalmente sull’episodio che portò all’esonero dal Lecce – la testata con Henry dell’Hellas Verona – dicendo: “Quella testata un’etichetta, con me l’Empoli ha avuto coraggio”.


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Intervista D’Aversa

Organico? «Ci sono tanti giovani forti. Solo da noi Fazzini, Viti, Colombo, Esposito, Pellegri. Ma farli giocare è sempre difficile. A noi allenatori vengono chiesti punti e questo ci spaventa».

Lecce e testata? «Quando sono rientrato a casa, Claudia, mia moglie, mi ha guardato: “Ma cosa hai fatto?”. Poi subito dopo: “Ormai è successo, rialzati e vai avanti”. Sono stato molto fortunato a incontrarla. Passo poco tempo in famiglia, l’artefice della buona educazione dei miei figli è lei. Li porta a scuola, li accompagna a fare sport. Forse non glielo ho detto abbastanza, ma lei sa l’importanza che ha nella mia vita e nella loro. Gliene sarò per sempre grato»

Vita? «E ti può riservare delle brutte sorprese. Mia mamma è a letto da un anno, quando ero a Lecce è stata colpita da un ictus. Le ha salvato la vita un’infermiera che è intervenuta in tempo. Adesso sta meglio, anche se non ha recuperato la mobilità a una gamba. Per non trascurare il mio lavoro, sono andato a trovarla solo due volte in un anno. É una cosa di cui mi vergogno».

Conte?  «É il migliore a ricostruire, lo dice la sua storia. Lui non vuole partecipare, vuole vincere. Lo può fare, perché ha una squadra forte e non ha le coppe. Non me ne voglia il mio amico Inzaghi, ma faccio il tifo per Antonio».

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