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Marco Alessandri·31 ottobre 2024
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Marco Alessandri·31 ottobre 2024
Ahi Juve. Il muro bianconero eretto da Thiago Motta nelle prime giornate è ufficialmente crollato. Non lo diciamo noi, ma i dati: un gol soltanto subito nei primi otto match in Serie A - peraltro su rigore -, contro le 6 reti incassate nelle ultime due uscite contro Inter e Parma.
Già così il quadro è ben chiaro. La Juventus rimane una squadra divertente da vedere, che crea molto e con la grande capacità di saper reagire. Dall'altra parte, però, Danilo e compagni continuano a concedere tantissimo.
Contro l'Inter le prime pagine se le è giustamente prese Yildiz per l'impatto devastante avuto nel derby d'Italia, ma faceva bene Simone Inzaghi a sottolineare nel post partita come l'Inter avrebbe potuto - e dovuto - segnare almeno un altro gol per mettere in ghiaccio la partita. Le occasioni, d'altronde, erano piovute e fino al 70' la sensazione era proprio che si andasse verso la goleada nerazzurra.
Ieri, poi, lo stesso è accaduto contro il Parma e qui i segnali sono anche più preoccupanti. Innanzitutto per il valore dell'avversario, non certo al livello dell'Inter, e poi perché si giocava allo Stadium, davanti ai propri tifosi. Infine non passi inosservato il fatto che dopo essere andata sotto per ben due volte, la Juve abbia rischiato di subire anche il terzo gol, con il Parma che ha graziato i padroni di casa in un paio di contropiedi.
Due indizi fanno una prova, dunque: in casa Juve esiste un problema difensivo. La prima e più ovvia spiegazione a questo trend negativo è l'assenza di Bremer, di gran lunga il miglior difensore in rosa.
Senza il brasiliano sono dolori e a risentirne maggiormente sono proprio i compagni di reparto. Malissimo Danilo contro l'Inter; colpevole Gatti ieri con il Parma. In mezzo anche un feeling che non sembra essere dei migliori, come testimoniato dal labiale di Danilo dopo il secondo gol del Parma, in cui l'ex City e Real rivolge al compagno di reparto un eloquente "Dove vai?".
Le colpe, però, in una squadra si dividono e quindi viene da pensare che con più copertura dai centrocampisti e con un rientro a difendere anche degli esterni, forse Di Gregorio non avrebbe dovuto raccogliere tante volte il pallone dalla propria rete.
Certo è che per Thiago Motta sarà meglio trovare una soluzione al più presto. Non può passare come un doppio episodio sfortunato e, soprattutto, non si può aspettare il rientro di Bremer, previsto per fine aprile (il che vuol dire a stagione pressoché finita). Un anno fa a questo punto della stagione i bianconeri avevano 5 punti in più e il ritardo dalla capolista Inter era di appena due lunghezze.
Oggi, invece, il gap dal Napoli è già di 7 punti e il calendario recita, in serie, Udinese fuori casa, derby con il Torino e nuova trasfera a Milano, questa volta contro il Diavolo. In mezzo la gita a Lille in Champions, contro quel Jonathan David che tanto piace dalle parti della Continassa e che ha già abbattuto le due madridiste (1-0 casalingo al Real, 1-3 al Cívitas Metropolitano contro l'Atlético).
Il tempo per lavorare sugli errori, insomma, non c'è. Un problema che sicuramente non aveva a Bologna, ma con cui Motta dovrà imparare a convivere alla Juventus. Anche questo, dopotutto, definisce un grande allenatore.
📸 Valerio Pennicino - 2024 Getty Images