Footbola
·19 novembre 2020
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·19 novembre 2020
Ci sono gesti destinati a lasciare indelebilmente il segno nella storia e l’esultanza di Robbie Fowler è uno di questi. Tutti almeno una volta ci siamo imbattuti in un suo video: prima segna un gol all’Everton, poi corre dietro alla porta e si inginocchia per sniffare la linea di bordocampo. Ma la sua celebrazione nasconde una storia, fatta di rabbia e voglia di rivalsa.
Gli anni d’oro al Liverpool erano ormai passati e Fowler stava regalando ai Reds quella che a tutti gli effetti sarebbe stata l’ultima stagione giocata ad alti livelli. Gli infortuni subiti in carriera e il peso della fama non gli hanno consentito di vivere pienamente la sua carriera come forse avrebbe meritato. D’altronde non è un caso che il suo soprannome sia “God”, Dio: a quei tempi in Premier League non c’era un altro attaccante con la sua vena realizzativa, impressionante per il calcio giocato all’epoca, ma troppe erano le ombre che si aggiravano attorno a lui e quando fu accusato (ingiustamente, come si è scoperto dopo le indagini) di aver preso parte a un giro di droga e di averne anche fatto uso, il suo mondo crollò.
Ma è stata proprio la rabbia nata in seguito a questa situazione ad aver dato vita a una delle esultanze più iconiche, bizzarre e irriverenti di sempre. E oggi noi vi raccontiamo proprio la storia che si nasconde dietro a questo indimenticabile gesto.
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