Footbola
·11 agosto 2020
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·11 agosto 2020
Città: Porto Alegre (RS) Stadio: Arena do Grêmio (55662 posti) Miglior piazzamento: Campione (2) Nel 2019: 4° Competizione continentale: Copa Libertadores
LA SQUADRA
La continuità nella guida tecnica del Grêmio rappresenta un unicum nel panorama calcistico brasiliano: originario proprio del Rio Grande do Sul, Renato Portaluppi è di gran lunga l’allenatore più longevo del campionato, dato che siede sulla panchina del Tricolor Gaúcho da quasi quattro anni.
Subentrato a stagione in corso nel 2016, nelle ultime tre stagioni ha ottenuto altrettanti quarti posti in campionato, ma ha saputo alimentare la tradizione da Rei de Copas del club attraverso gli ottimi risultati nelle competizioni a eliminazione diretta: vincitore della Copa LIbertadores nel 2017 (e della conseguente Recopa) e semifinalista nelle successive due edizioni, vincitore della Copa do Brasil nel 2018.
Il brutale 5-0 patito dal Flamengo nella semifinale di ritorno dell’anno passato però potrebbe aver minato le certezze della squadra, che inoltre pochi giorni fa – in concomitanza con l’inizio del Brasileirão, ha dovuto salutare il suo miglior giocatore Éverton Cebolinha, passato al Benfica di Jorge Jesus per circa 22 milioni di euro.
Unico rappresentante del campionato nazionale ad avere uno spazio importante nella Seleção, Éverton lascia un vuoto incolmabile nel breve periodo: nel 2019 è stato il miglior realizzatore (11) e il maggior tiratore (3 ogni 90’) e soprattutto dribblatore (8,6 ogni 90’ con una percentuale di riuscita del 54%). I suoi strappi erano fondamentali per aumentare l’imprevedibilità di una squadra molto abile nel palleggio a centrocampo – i suoi possessi sono stati i più lunghi del campionato (circa 20 secondi in media), con la miglior percentuale di completamento (88%) e il maggior numero di passaggi per possesso (5,8).
Non sorprende quindi che i dieci giocatori con più passaggi per 90’ ce ne fossero ben 4 del Grêmio: il centrocampista Maicon è di gran lunga primo con 103, ma ci sono anche Matheus Henrique (o Matheuzinho), Jean Pyerre e il 41enne difensore Léo Moura, ormai trasferitosi al Botafogo-PB. Si può leggere in quest’ottica l’acquisto del terzino destro Victor Ferraz dal Santos: il 32enne è molto abile nella gestione del pallone in costruzione, affiancandosi ai centrali Daniel Kannemann e Pedro Geromel per formare una linea a 3 mentre il terzino opposto Bruno Cortez si alza in ampiezza. In alternativa è arrivato dal Cruzeiro il più offensivo colombiano Orejuela, tra i terzini che cercano maggiormente il dribbling (quasi 3,5 volte ogni 90’) ma talvolta lacunoso e avventato in fase difensiva.
Proprio la coppia centrale rappresenta un indiscutibile punto di forza della squadra: il classe ‘85 Geromel è nel club dal 2014, mentre l’argentino è arrivato due anni dopo. La loro intesa è stata un pilastro fondamentale nelle vittorie, grazie a caratteristiche complementari: Kannemann è molto aggressivo, cerca spesso l’anticipo imponendo il proprio dominio fisico sugli avversari, mentre in fase di possesso non esita a spezzare le linee avversarie in conduzione; il capitano invece difende cercando di chiudere preventivamente lo spazio d’azione agli avversari, e in possesso tende a trovare i centrocampisti con passaggi corti per un’uscita pulita del pallone.
A centrocampo l’arrivo dell’ex Real Madrid e Cruzeiro Lucas Silva potrebbe consentire qualche variazione sul tema grazie alla sua abilità nel gioco lungo, mentre sulla trequarti, partiti Éverton e Luan, Alisson resta il giocatore più creativo (l’anno scorso 6 assist e oltre 2 passaggi-chiave per 90’) e l’esperto Thiago Neves la prima alternativa, mentre Pepê è stato designato come nuovo titolare sulla fascia sinistra. Questo 23enne non ha certamente lo stesso talento dell’ex-compagno, ma è più attaccante – l’anno scorso ha segnato 8 gol – e più propenso ad attaccare la profondità, riuscendo comunque a fornire un buon numero di dribbling (quasi 3 per 90’ nel 2019). Dopo la vittoria per 1-0 all’esordio in campionato contro il Fluminense, Renato ha fatto i complimenti al ragazzo, dicendo che ha molto da dare anche se deve ancora crescere.
Inoltre ha ribadito di aver chiesto alla società altri due o tre giocatori d’attacco, confermando in particolare l’interessamento per Everaldo Stum, centravanti 29enne ex-Chapecoense che attualmente gioca nei Kashima Antlers, con cui ha segnato 6 gol nelle prime 8 giornate di J League. Essendo arrivato in Giappone a gennaio sembra difficile che possa già andarsene, ma è probabile che arriveranno rinforzi in un reparto in cui al momento il titolare è il massiccio Diego Souza, decisivo nella prima giornata ma già 35enne, con Luciano (7 gol nel 2019) come prima alternativa.
L’UOMO-CHIAVE
Cresciuto nelle giovanili del São Caetano, nello stato di San Paolo, nel 2017 Matheus Henrique si è trasferito al Grêmio dove ha vissuto un anno di apprendistato prima di raccogliere l’eredità di Arthur.
Classe ‘97, con il suo predecessore condivide la struttura fisica (è alto 1,75) e una eccellente capacità di controllo e gestione del pallone nello stretto. Anche il confronto statistico tra l’ultima stagione del neo-juventino (2017) e la scorsa di Matheuzinho certifica la somiglianza, favorita dalla guida dello stesso allenatore: sono molto simili il numero di passaggi (76 vs 70), la precisione (93 vs 92%) e i passaggi-chiave (0,9 vs 1) ogni 90’, anche se Matheus gioca più spesso nella metà campo avversaria (55 vs 62% dei passaggi); entrambi apportano un contributo scarso in gol e assist, e anche negli interventi difensivi il contributo è similmente nella media per il ruolo.
Ciò che distingue in modo più netto il giocatore del Grêmio è la frequenza e abilità con cui si serve del dribbling: mentre Arthur ci provava meno di una volta a partita, Matheus spicca a 3,5, con un’ottima percentuale di riuscita del 78%.
Con l’apertura del calciomercato estivo, non è da escludere che lo vedremo presto in Europa; si vocifera di un interessamento del Napoli, e anche l’ex difensore Sylvinho – già assistente di Mancini al Manchester City e allenatore del Lione – lo ha indicato come il miglior talento emergente del calcio brasiliano. Per quello che si è visto finora, ha tutto per potersi imporre anche in un campionato di primo livello, ma per il Grêmio sarebbe un’altra perdita difficile da gestire a stagione in corso.
IL POTENZIALE CRAQUE
Con caratteristiche tecniche simili a quelle del compagno, ma giocando qualche metro più avanti, quest’anno si attende la consacrazione del talento di Jean Pyerre, ennesimo prodotto del florido vivaio gremista. Il 22enne nelle ultime tre stagioni è entrato nelle rotazioni della prima squadra con molta gradualità, ma quest’anno, con la partenza di Luan, è molto probabile che la maglia da titolare sulla trequarti sarà sua, nonostante l’arrivo di Thiago Neves.
Alto 1,83 e dalla corporatura filiforme, ha un controllo di palla decisamente sopra la media e un gusto estetico molto brasiliano per i dribbling (quasi 4 a partita) e le giocate raffinate, che potrebbe dover smussare in caso di approdo in Europa. Un approccio evidenziato dalla scelta dei modelli da seguire: Ronaldinho, Riquelme, Zidane e Verón, accomunati dal fatto che – parole sue – non avessero bisogno di correre tanto, perché facevano correre il pallone.
Nato come centrocampista puro (“segundo volante”) Jean Pyerre ama svariare per essere sempre al centro del gioco, ha una spiccata indole associativa che si esprime nell’alto numero di passaggi effettuati (65 ogni 90’, con una precisione del 92%) e un’ottima creatività, come testimoniano i 2,5 passaggi-chiave ogni 90’.
Un altro aspetto in cui si distingue è la capacità di calcio, anche su punizione, per cui Renato lo sta invitando a entrare maggiormente in area; l’anno scorso ha segnato 3 gol in campionato, ma ha il potenziale per farne di più.