Inter-Barcellona IN tre punti: Acerbi trascina Inzaghi nell’Olimpo | OneFootball

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Inter-News.it

·7 maggio 2025

Inter-Barcellona IN tre punti: Acerbi trascina Inzaghi nell’Olimpo

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Inter-Barcellona è storia prima ancora che ci sia la possibilità di scriverla in finale. Acerbi non è solo il simbolo della vittoria dell’Inter di Inzaghi sul Barcellona di Flick e Yamal, è il dio del Calcio che supera ogni normale concetto calcistico. Di seguito l’episodio dopo il Ritorno della Semifinale di Champions League

MILANO – L’l’Inter di Simone Inzaghi non si accontenta di fare e allora decide di strafare. Il 3-3 esterno viene bissato tra le mura amiche ma stavolta cambia l’ordine dei gol finali dopo il doppio vantaggio iniziale. Stavolta è il Barcellona di Hansi Flick a essere raggiunto. E poi ribaltato nei tempi supplementari. L’Inter aspetta l’ultimo avversario tra Paris Saint-Germain e Arsenal dopo aver conquista l’accesso alla Finale di Monaco di Baviera (Germania). Analizziamo Inter-Barcellona (4-3 d.t.s.) di Champions League in tre punti.


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Esultanza Inter in occasione di Inter-Barcellona di Champions League (Photo by Tommaso Fimiano/Inter-News.it ©)

Inzaghi vede la beffa in faccia ma non la fine: dall’Inferno al Paradiso

1. REAZIONE OLTRE L’AZIONE – Parlare di calcio quando si va oltre il calcio è difficile. Possibile sì ma sicuramente ingiusto. Andrebbe a sminuire quello che è stato fatto in campo. In panchina. Sugli spalti. Negli anni. L’Inter di Inzaghi scrive la più incredibile pagina della sua storia e lo fa in un San Siro stracolmo di tifosi festanti. Sarebbe stato il bagno di sangue perfetto per parlare di fallimento stagionale, fine ciclo e tutto ciò che fa notizia. Invece il delitto perfetto lo compie Inzaghi ai danni di Flick quando tutto sembra(va) perduto. L’Inter si presenta allo stesso modo dell’andata e il Barcellona, pur con un cambio obbligato in difesa (Eric Garcia per Jules Koundé), fa lo stesso. Il messaggio è chiaro: nessuno molla niente, si va fino in fondo con la propria filosofia e le proprie idee. Entrambi hanno una strategia potenzialmente vincente ma nessuno dei due può davvero metterla in pratica come aveva pensato. Come vorrebbe. Il 3-3 di Francesco Acerbi al 93′ cambia la storia della partita e – in piccolo – del calcio che sta cambiando velocemente: saltano gli schemi? No, semplicemente il cuore e la testa prendono il sopravvento su gambe e polmoni. Spazzàti in un attimo tutti i concetti sportivi atletico-fisici e tecnico-tattici, l’Inter va a prendersi la vittoria andando oltre ciò.

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Simone Inzaghi in occasione di Inter-Cagliari in Serie A (Photo by Tommaso Fimiano/Inter-News.it ©)

Acerbi simbolo di Inter-Barcellona: quando il talento precoce non è tutto

2. GENERAZIONI A CONFRONTO – Il gol del 37enne Acerbi, reinventatosi attaccante a tempo quasi scaduto, non può passare inosservato. E non per il peso della rete, che è ovviamente fondamentale per il risultato finale ma non spiega nulla. È il modo. Il vecchio Acerbi, dopo una prestazione magistrale in difesa contro il Barcellona dei ragazzini terribili, fa quello che avrebbe dovuto fare qualsiasi fuoriclasse in campo. Lo fa Acerbi, però. Non un numero 10 né un 9 e nemmeno un talento generazionale. Lo fa il difensore Acerbi, a 37 anni suonati, con una carriera che parla da sola. L’anti-talento precoce per eccellenza. Quando nasceva Lamine Yamal (13 luglio 2007), l’allora 19enne Acerbi terminava la scuola senza giocare in Serie C1 (Pavia) dopo aver evitato casualmente di essere protagonista di una retrocessione in… Eccellenza (Renate). Una storia così come pensiamo di raccontarla senza averla vissuta? A San Siro succede di tutto e a un certo punto quel “tutto” – nonostante la preparazione del condottiero Inzaghi, le parate dell’enorme Yann Sommer, gli sforzi di capitan Lautaro Martinez e compagni – sembra non bastare più. Acerbi impiega non più di 5′ per rimettere tutto a posto: l’Inter di Flick va sotto contro il Barcellona di Flick per la prima e unica volta dopo 183′ di gioco e ci resta per meno di 6′ grazie al gol di Acerbi. Se questo è calcio, “solo” calcio, alziamo le mani.

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Francesco Acerbi prima di scendere in campo in Inter-Fiorentina di Serie A (Photo by Tommaso Fimiano/Inter-News.it ©)

Finale di Champions League sì ma non solo: obiettivo Scudetto da onorare

3. FINALI SU FINALI – Flick al 91′ sul 2-3 inserisce Robert Lewandowski (!) e al 106′ sul 4-3 Gavi (!!) mentre Inzaghi fa togliere la pettorina a Kristjan Asllani (!!!). I dettagli contano più dei nomi in certe partite. E se l’ottimo Flick paga un po’ di arroganza e superficialità contro l’Inter di Inzaghi, quest’ultimo può dire grazie ad Acerbi e ai suoi vecchietti terribili. Perché fino alla “follia” di Acerbi l’Inter era uscita (a testa altissima…) senza mai andare sotto contro il Barcellona. Arrivare in Finale di Champions League non significa vincerla. Si festeggia la clamorosa vittoria in Inter-Barcellona ma si torna subito con i piedi per terra. Inzaghi, che a breve conoscerà il suo ultimo avversario internazionale, ha tempo fino al 31 maggio per preparare la partita perfetta. Che dovrà essere perfetta davvero. Come a Istanbul, più di Istanbul. Prima, però… c’è uno Scudetto, che sta scappando, da riacciuffare. Non dipende più dall’Inter, vero. Ma l’obbligo morale è chiudere la stagione in Serie A con altri nove punti. A quota 83 punti. Poi succeda quel che succeda al Napoli, senza isterismi né vergogna. I complimenti al vincitore si fanno alla fine. E li farà anche il perdente, senza problemi. Si inizia dal Torino, poi Lazio e Como ma sempre con uno sguardo attento a Genoa, Parma e Cagliari… e va bene così. Perché, in fondo, lo sappiamo: sognare non costa nulla. E l’Inter di Inzaghi ha abituato tutti – anche i non tifosi – a sognare, trascinata da Acerbi &Co. già nell’Olimpo e magari ancora un po’… Oltre.

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