🏆Inter-Champions, stelle e coincidenze: rispetto a 2010 e Istanbul... 👀 | OneFootball

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Alessandro De Felice ·9 aprile 2025

🏆Inter-Champions, stelle e coincidenze: rispetto a 2010 e Istanbul... 👀

Immagine dell'articolo:🏆Inter-Champions, stelle e coincidenze: rispetto a 2010 e Istanbul... 👀

Nel cuore della stagione 2024/2025, l’Inter si ritrova sospesa tra passato e presente, con lo sguardo rivolto a un futuro che potrebbe tingersi ancora una volta d’Europa.

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La vittoria dell’Allianz Arena di Monaco ha consolidato le ambizioni alla Champions League ha riacceso nei tifosi nerazzurri ricordi potenti, quelli del Triplete conquistato nel 2010.


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E non è un caso che molti vedano nella squadra attuale segnali e suggestioni che riportano proprio a quella straordinaria cavalcata. Dalla guida tecnica all’impianto di gioco, dalle figure simbolo ai possibili incroci europei, i parallelismi si rincorrono.

Ma c'è anche la memoria viva della finale di Istanbul nel 2023, persa con onore, che segna un altro punto di confronto con la squadra di oggi.


DA ZANETTI E MILITO A LAUTARO: I SIMBOLI

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📸 MARCO BERTORELLO - AFP or licensors

Nel 2010, fu Javier Zanetti ad alzare la Champions al cielo di Madrid, capitano silenzioso e instancabile di un’Inter formidabile.

Oggi quella fascia è sul braccio di un altro argentino, Lautaro Martinez. Il paragone tra i due è inevitabile: entrambi leader silenziosi, entrambi simboli di grinta e appartenenza.

Lautaro ha già messo a segno 19 reti in stagione, e il suo ruolo nella squadra di Simone Inzaghi ricorda da vicino quello che Zanetti ebbe con José Mourinho.

E se il ‘Toro’ è il nuovo volto del nerazzurro vincente, alle sue spalle si muove un altro legame tra passato e presente: Marko Arnautovic. Già presente nella rosa del Triplete, allora solo un giovane scatenato con 55 minuti in Serie A, oggi è tornato per offrire esperienza e colpi da jolly offensivo.

Lo stesso Milito chiuse la sua annata magica con 30 gol in 52 partite. Lautaro, cresciuto in nerazzurro e non più solo promessa, è già a quota 19 in 41 presenze, con la prospettiva concreta di insidiare quel bottino.


UN’ALTRA SEMIFINALE COL BARÇA?

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C’è un dettaglio che accende la fantasia: nel 2010, la semifinale più iconica fu quella contro il Barcellona. La squadra di Mourinho resistette eroicamente al Camp Nou, sancendo un’impresa rimasta nella leggenda.

Anche nel 2025, le possibilità di un nuovo incrocio con il Barça sono concrete. Il club catalano, oggi ricco di talenti come Pedri e Lamine Yamal, resta temibile.

Ma l’Inter ha già dimostrato in questa stagione di potersela giocare contro chiunque, come il pari a Etihad contro il Manchester City e la vittoria di ieri sera all’Allianz Arena di Monaco con il Bayern.


DALL’AMAREZZA ALLA MATURITÀ: COM’È CAMBIATA L’INTER DA ISTANBUL

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Il ricordo della finale del 2023 a Istanbul è ancora vivo.

Allora fu Edin Dzeko a partire titolare in attacco con Lautaro, ma la sua uscita e l’ingresso di Lukaku, impreciso sotto porta, impedirono all’Inter di riaprire il match contro il City.

Oggi, al fianco di Lautaro, c’è Marcus Thuram: la ‘ThuLa’ continua a dare spettacolo e sostanza, affermandosi come una delle più complete in Europa.

Il modulo resta lo stesso, il 3-5-2, ma gli interpreti sono cambiati. Sommer ha preso il posto di Onana tra i pali, Pavard gioca dove c’era Darmian, e in mezzo al campo non c’è più Brozovic. La regia è passata a Calhanoglu, supportato da Barella e Mkhitaryan, in un trio che garantisce qualità e ritmo.


INZAGHI COME MOU, MA CON UN’ALTRA INTER

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L’analogia non è solo tecnica, ma anche comunicativa. Simone Inzaghi, spesso bersaglio di critiche, ha cambiato volto: da allenatore pacato a stratega combattivo, pronto a rispondere colpo su colpo.

“Il rumore dei nemici”, come lo chiamava Mourinho, sembra motivarlo. Le sue recenti uscite pubbliche mostrano un tecnico più incisivo, meno disposto a ingoiare critiche in silenzio.

La sua Inter non è però quella epica e tormentata di Mourinho, fatta di assalti e ripartenze. È una squadra moderna, che gioca con armonia e intensità, forse come nessuna altra italiana ha saputo fare nell’era recente.

L’ultima settimana lo ha dimostrato: sabato il pareggio amaro a Parma, martedì il colpo a Monaco, campo proibito per quasi tutti in Europa.

I tifosi lo sanno: nulla è scontato. Ma se la storia insegna qualcosa, è che l’Inter sa sorprendere quando meno te lo aspetti. Il sogno del Triplete non è più una suggestione. Potrebbe essere realtà.


📸 MARCO BERTORELLO