All Asian Football
·5 febbraio 2021
All Asian Football
·5 febbraio 2021
Fra i grattacieli e la sfarzosità di Abu Dhabi che ci proiettano verso il futuro, anche il progetto sportivo dell’Al Jazira guarda al domani con grandi ambizioni. Il club, conosciuto anche con il nome di Fakhr Abu Dhabi (l’orgoglio di Abu Dhabi) è uno dei più celebri nel panorama degli Emirati Arabi uniti ed è giunto alla ribalta nello scorso decennio dove ha vinto la stragrande maggioranza dei trofei della sua storia, fra cui due campionati e tre coppe nazionali.
Nonostante i successi, l’Al-Jazira negli ultimi anni è stato discontinuo, alternando stagioni di grandi risultati ad alcune campagne anonime concluse a metà classifica. Se si vuole crescere si ha bisogno di continuità e per questo il club di Abu Dhabi a partire da questa stagione ha ingaggiato nel ruolo di direttore sportivo Mads Davidsen, un profilo di altissimo livello, proveniente dalla Danimarca e con grandi esperienze in campo asiatico. Prima di approdare all’Al-Jazira, Mads ha lavorato in Cina con Sven Goran Eriksson al Guangzhou R&F e successivamente allo Shanghai Sipg.
Il direttore sportivo ha fondato Optima Football, compagnia che si occupa di programmare lo sviluppo di un club: “La visione è quella di ispirare i club di calcio, i proprietari e i potenziali investitori, oltre a lavorare direttamente con i club aiutandoli a progettare un modello in cui saranno più sostenibili e allo stesso tempo di maggior successo.” Basandosi su questa filosofia, Mads ha assunto l’incarico di direttore sportivo dell’Al Jazira: “Supervisiono l’intera strategia calcistica e i dipartimenti dalla 1.squadra all’accademia alla scuola calcio, così come le nostre aree mediche e di reclutamento, quindi in generale la creazione di una strategia calcistica sostenibile e la supervisione della sua attuazione passo dopo passo per raggiungere i nostri obiettivi in futuro.”
L’Al Jazira ha vinto il suo ultimo campionato nella stagione 2016/17, un trionfo epico con 11 punti di vantaggio sul secondo posto. Quello è stato anche l’ultimo trofeo per la squadra di Abu Dhabi che non è più riuscita nemmeno a qualificarsi per l’AFC Champions League. Ma da quest’anno le cose stanno cambiando: l’Al Jazira si trova al secondo posto al termine del girone d’andata e le possibilità di tornare a disputare la massima manifestazione continentale nel 2022 sono molto alte. “Vogliamo essere un top team negli Emirati Arabi e anche in Asia – afferma Mads – Questa è la nostra ambizione, ma vogliamo esserlo costantemente e non solo una stagione fortunata. Quindi ci vuole un po’ di tempo per costruire una solida base dove per noi l’accademia e i giocatori cresciuti in casa sono un fattore chiave per riuscire ad essere una squadra di vertice costante.”
Solitamente i grandi club asiatici non hanno la pazienza per costruire un progetto vincente e spendono milioni di euro in profili internazionali nella speranza di cambiare il proprio destino da un giorno all’altro. Ma nel caso dell’Al-Jazira ci ritroviamo di fronte ad un club con una visione chiara del domani, nella quale si cerca di coltivare il talento che emerge dalle academy, costruendo per loro un percorso che li possa portare ad essere dei membri fissi in prima squadra per poi approdare in nazionale. Mads ci svela anche quella che è la grande ambizione dell’Al-Jazira, di portare i propri giocatori a confrontarsi nella realtà europea, cosa che non accade per i talenti della Penisola Araba in generale che preferiscono rimanere nella comfort zone del proprio paese d’origine.
“Abbiamo un’accademia funzionale con strutture molto buone, ma puntiamo ad essere ancora meglio sviluppando giocatori che possono non solo aiutare l’Al Jazira Club, ma anche la squadra nazionale degli Emirati Arabi Uniti e potenzialmente anche andare in Europa per giocare ad un livello più alto e per tornare ad aumentare il livello dei risultati della squadra nazionale. Quindi una visione a lungo termine, che non raggiungeremo domani o l’anno prossimo, ma abbiamo già iniziato la nostra strada e punteremo ad andarci. Vedo il talento qui e abbiamo solo bisogno di aggiungere ancora più dettagli al lavoro con i talenti e poi il loro livello può essere più alto in futuro. Per me un paese come gli Emirati Arabi ha bisogno di avere un supporto intorno ai giocatori locali da parte di forti giocatori stranieri, che aumenteranno il livello e aiuteranno i giocatori locali ad allenarsi ad un livello migliore, quindi per me lo sviluppo va insieme. Il talento è qui, ma abbiamo bisogno di pianificare ancora meglio in futuro, così i talenti hanno un piano di formazione chiaro e sappiamo costantemente dove sono e che livello raggiungeranno. Un lavoro strutturato come questo darà a più giocatori la possibilità di andare in Europa.”
L’Al-Jazira sta ottenendo grandi risultati quest’anno con la squadra con l’età media più giovane del campionato: 24.4 anni. In un contesto nel quale la nazionale degli Emirati Arabi uniti fatica a trovare un ricambio generazionale, virando sulla pratica delle naturalizzazioni, l’Al-Jazira si pone come una realtà assolutamente interessante per il futuro del calcio negli Emirati. Fra i giovani talenti U23 più interessanti segnaliamo i difensori Khalifa Alhammadi e Abdulla Idrees, il regista Abdalla Ramadan ed il centrocampista Yousef Ayman. Questi quattro talenti, già nel giro della nazionale maggiore, sono il basamento dell’Al-Jazira allenato dall’olandese Marcel Keizer.
L’Al-Jazira è una delle poche realtà con una realtà giovanile ben strutturata che da spazio ai talenti cresciuti in casa ed i frutti del duro lavoro si stanno vedendo. “Credo ancora che abbiamo bisogno di un supporto straniero – dichiara Mads – come abbiamo buoni giocatori stranieri e residenziali nel nostro gruppo, ma abbiamo ancora bisogno di dare la possibilità ai talenti cresciuti in casa che è anche una grande parte della nostra strategia e penso che abbiamo già dimostrato questo giocando molti talenti cresciuti in casa e firmato un sacco per il futuro pure.”
Il Club di Abu Dhabi è un giusto compromesso fra talenti locali e stranieri con quest’ultimi che hanno ulteriormente maggior spazio dato che gli U21 non occupano alcuno slot per il numero massimo di stranieri schierabili in rosa. Fra le fila dell’Al-Jazira, oltre ai veterani, il difensore serbo Milos Kosanovic ed il centrocampista ex Ajax, Serero, vi sono anche i giovanissimi Mohammed Rabii (classe 2001, marocchino, terzino destro) e Oumar Traorè (classe 2002, maliano, esterno offensivo), i quali potrebbero rientrare in un progetto di naturalizzazione dopo cinque stagioni.
Rimane da lottare la seconda parte di stagione del campionato degli Emirati Arabi Uniti, ma l’Al-Jazira finalmente, grazie anche al lavoro effettuato in questi mesi da Mads Davidsen, sembra aver ritrovato la giusta via per poter tornare fra le grandi nel campionato locale.
Amidst the skyscrapers and opulence of Abu Dhabi that project us into the future, the Al Jazira sports project is also looking to the future with great ambitions. The club, also known as Fakhr Abu Dhabi (the pride of Abu Dhabi) is one of the most famous in the United Arab Emirates and has come to prominence in the last decade, winning the vast majority of trophies in its history, including two championships and three national cups.
Despite their successes, Al-Jazira have been erratic in recent years, alternating seasons of great results with some anonymous campaigns that ended in mid-table. If you want to grow, you need continuity and for this reason the Abu Dhabi club, starting this season, has hired as sports director Mads Davidsen, a high-level profile, coming from Denmark and with great experience in the Asian field. Before joining Al-Jazira, Mads worked in China with Sven Goran Eriksson at Guangzhou R&F and later at Shanghai Sipg.
The sports director founded Optima Football, a company that focuses on planning a club’s development: “The vision is to inspire football clubs, owners and potential investors, as well as working directly with clubs by helping them design a club model where they will be more sustainable and at the same time more successful.” Based on this philosophy, Mads took over as sporting director of Al Jazira: “I oversee the entire football strategy and departments from the 1st team to the academy to the football school, as well as our medical and recruitment areas, so in general creating a sustainable football strategy and overseeing its implementation step by step to achieve our goals in the future.”
Al Jazira won their last championship in the 2016/17 season, an epic triumph with an 11-point lead over second place. That was also the last trophy for the Abu Dhabi-based side, who have since failed to even qualify for the AFC Champions League. But from this year things are changing: Al Jazira are in second place at the end of the first leg and the chances of returning to the top continental event in 2022 are very high. “We want to be a top team in the UAE and also in Asia- says Mads. –That’s our ambition, but we want to be that consistently and not just one lucky season. So it takes some time to build a solid base where for us the academy and home-grown players are a key factor in being able to be a consistent top team.”
Usually big Asian clubs do not have the patience to build a winning project and spend millions of euros on international profiles in the hope of changing their destiny overnight. But in the case of Al-Jazira we are dealing with a club with a clear vision of the future, in which they try to cultivate the talent that emerges from the academies, building a path for them to become permanent members of the first team and then to the national team. Mads also reveals what is Al-Jazira’s great ambition, to bring their players to compete in the European reality, which is not the case for the talents of the Arabian Peninsula in general who prefer to stay in the comfort zone of their country of origin.
“We have a functional academy with very good facilities, but we aim to be even better by developing players who can not only help the Al Jazira Club, but also the UAE national team and potentially even go to Europe to play at a higher level and return to increase the level of results of the national team. So a long-term vision, which we won’t achieve tomorrow or next year, but we have already started our journey and we will aim to go there. I see the talent here and we just need to add more detail to the work with the talent and then their level can be higher in the future. For me a country like the UAE needs to have support around the local players from strong foreign players, who will raise the level and help the local players to train at a better level, so for me the development goes together. The talent is here, but we need to plan even better in the future, so the talent has a clear training plan and we constantly know where they are and where they should be soon. Structured work like this will give more players a chance to go to Europe.”
Al-Jazira is achieving great results this year with the team with the youngest average age in the championship: 24.4 years old. In a context in which the national team of the United Arab Emirates is struggling to find a generational change, turning to the practice of naturalisation, Al-Jazira is an absolutely interesting reality for the future of football in the Emirates. Among the most interesting young U23 talents are the defenders Khalifa Alhammadi and Abdulla Idrees, the playmaker Abdalla Ramadan and the midfielder Yousef Ayman. These four talents, already on the tour of the major national team, are the foundation of Al-Jazira, trained by the Dutchman Marcel Keizer.
Al-Jazira is one of the few clubs with a well-structured youth system that gives space to home-grown talent and the fruits of hard work are showing. “I still think we need foreign support. –declares Mads. – as we have good foreign and residential players in our group, but we still need to give home-grown talent a chance which is also a big part of our strategy and I think we have already proven this by playing a lot of home-grown talent and signed a lot for the future as well.”
The Abu Dhabi club is a fair compromise between homegrown and foreign talent with the latter having even more space as the U21s do not occupy any slots for the maximum number of foreigners that can be fielded in the squad. In addition to the veterans, Serbian defender Milos Kosanovic and former Ajax midfielder Serero, Al-Jazira also have youngsters Mohammed Rabii (class 2001, Moroccan, right-back) and Oumar Traorè (class 2002, Malian, outside forward), who could be part of a naturalisation project after five seasons.
The second part of the season in the United Arab Emirates championship remains to be fought for, but Al-Jazira finally, thanks also to the work carried out in these months by Mads Davidsen, seems to have found the right way to return among the big ones in the local championship.
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