Juventusnews24
·3 ottobre 2024
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·3 ottobre 2024
Ma che colpo ha fatto Giuntoli strappando Kalulu al Milan? Ce lo stiamo chiedendo da qualche settimana. La risposta, probabilmente quella definitiva, l’abbiamo avuta in Lispia Juve. Una partita da incorniciare, da appendere al muro e da riguardare, magari con una risata sotto i baffi per le tante parole che erano state fatte al momento dell’arrivo a Torino di Pierre.
L’hanno visto tutti cosa ha fatto Kalulu contro il Lipsia. Due interventi miracolosi, lo strappo dato in occasione della ripartenza che ha portato al 3-2 bianconero, quattro tiri bloccati, 68 passaggi riusciti (su 69), zero falli, tre contrasti a terra, inizio della fase di impostazione come testimoniano gli 84 tocchi (ne hanno fatti di più solo Fagioli e Cambiaso), pulizia e tempi perfetti nei contrasti, anticipando più volte gli avversari e tantissima corsa (corre più dell’80% dei giocatori che occupano il suo ruolo). Anche per questo Thiago Motta non lo toglie mai.
Ha arato la fascia sinistra. Sì, perché dopo l’infortunio di Bremer, Kalulu ha giocato come difensore centrale di sinistra. Dopo il terzino destro, il difensore centrale di destra ha mostrato di saper ricoprire bene anche quel ruolo. I numeri della sua prestazione sono clamorosi, quasi quanto la sua heat-map che mostra l’importanza del francese nella prima fase di impostazione.
Heat-map Kalulu Sofascore
Ci eravamo dimenticati di te ma sei ancora un grande giocatore. «Forse tu ti eri dimenticato». Così ha risposto il difensore della Juve Kalulu nel post-partita. Forse, se l’erano dimenticati davvero in tanti. Non Giuntoli che, rivedendo le prestazioni del francese nella stagione dello Scudetto del Milan, ha capito che poteva servire (eccome) alla Juve. La sua duttilità sarà utilissima soprattutto adesso, dopo il brutto infortunio di Bremer. Kalulu è stato di parola e adesso ha tolto tutti i dubbi che c’erano sul suo conto: «Io sto in tutte le zone in cui il mister mi dice di giocare, con la voglia di dare il massimo sempre». E il riscatto suona sempre più come un imperativo…