PassionePremier.com
·28 gennaio 2020
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Nei giorni scorsi il Wall Street journal ha riportato la notizia secondo la quale il fondo sovrano saudita sarebbe interessato all’acquisto del Newcastle: in particolare sarebbe il principe erede, Mohammed Bin Salman, a spingere per questo investimento nella Premier League. Secondo il quotidiano newyorkese il futuro re avrebbe formulato un’offerta da 340 milioni di sterline, cifra molto vicina alle richieste del patron Mike Ashley; la notizia è stata poi ripresa dai massimi quotidiani britannici ed internazionali.
Se queste indiscrezioni si rivelassero vere, il PIF ( Public Investment Fund) saudita acquisterebbe il 70% delle azioni, mentre il restante 30% sarebbe diviso tra Amanda Staveley e i fratelli Reuben che, secondo il Sunday Times Rich, sono la seconda famiglia più ricca nel Regno Unito.
Analizziamo ora la figura alquanto controversa e discussa del futuro re saudita, Mohammed Bin Salman; nel 2015 viene nominato Presidente del consiglio per gli affari economici e di sviluppo e ministro della difesa. Il primo provvedimento come ministro della difesa è stata l’operazione chiamata “Tempesta decisiva”, ovvero una brutale campagna di bombardamenti contro i ribelli Huthi nello Yemen nel contesto della guerra civile nello stesso paese. I bombardamenti ordinati dal principe saudita sarebbero tra le cause principali delle quasi 16.000 persone morte tra il 2015 e il 2016, secondo i rapporti dell’ONU. E’ accusato inoltre in diverse ricostruzioni giornalistiche e in un rapporto ONU del 2019 di essere il mandante dell’omicidio del giornalista Jamal Khashoggi, molto critico nei confronti dell’intervento saudita nello Yemen. Mohammed inoltre viene criticato per le molte violazioni dei diritti umani e dei diritti delle donne, oltre alla sua associazione con il fondamentalismo islamico.
Appena emersa la notizia del possibile acquisto del club inglese, Felix Jakens, Head of Campaigns di Amnesty International UK, ha definito l’operazione “sportwashing”, ovvero operare nel campo dello sport per nascondere problemi molto più grandi, come il mancato rispetto dei fondamentali diritti umani all’interno del paese.
GAETANO ROMANO