Footbola
·5 marzo 2024
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Matteo Albanese
14 Maggio 2019
Il rischio peggiore che possano correre le minestre riscaldate è che scottino troppo e lascino la lingua strinata dal calore. Si tende a ridurre l’orizzonte temporale valutando solo l’ultima – magari ingenerosa – esperienza tralasciando una visione macro del caso. Con Yaya Touré il rischio (calcolato) ha totalmente capovolto le attese: il 3 settembre scorso…
Il rischio peggiore che possano correre le minestre riscaldate è che scottino troppo e lascino la lingua strinata dal calore. Si tende a ridurre l’orizzonte temporale valutando solo l’ultima – magari ingenerosa – esperienza tralasciando una visione macro del caso. Con Yaya Touré il rischio (calcolato) ha totalmente capovolto le attese: il 3 settembre scorso l’ivoriano veniva accolto con cori e fumogeni a Il Pireo, colpo di mercato dell’ultim’ora nonché ineffabile suggestione che alimentava i cuori dei tifosi in virtù della precedente esperienza all’Olympiakos dell’ex Manchester City. Il problema che il 12 dicembre successivo Yaya ha rescisso il suo contratto col club biancorosso e il rendimento di questa seconda parentesi (la prima risale al 2005/06) è altamente insufficiente: due presenze in Super League, altrettante in Europa League e una in Kypello Ellados. Totale di 222′, fin troppo poco, ma soprattutto di un apporto deludente sul piano della personalità. Non un caso che Pedro Martins gli abbia stabilmente preferito Mady Camara, Guilherme, perfino Andreas Bouchalakis. A 35 anni, Touré non ha reso secondo le aspettative e il presidente Evangelos Marinakis non ha esitato a rescindere il contratto ancor prima della fine del 2018 pur di svuotare una slot a centrocampo: «Voglio augurargli il meglio. È un professionista eccellente con un atteggiamento eccezionale, l’Olympiakos è stato molto fortunato ad averlo qui due volte e gli faccio i miei migliori auguri». Ora, ironia della sorte, l’agente di Touré – Dimitri Seluk – aveva annunciato il ritiro del suo 36 enne assistito («Inizierà la carriera da allenatore, sono certo farà molto meglio che da calciatore, del resto non c’è mai stato un tecnico africano in Premier League») venendo però zittito dallo stesso calciatore: «Di recente c’è stata un po’ di confusione sul mio futuro, voglio chiarire che amo il calcio e ho ancora voglia di giocare».
Ora, la Super League greca non è il torneo europeo con maggiori qualità in campo. Tuttavia, sono in molti ad aver rimarcato nei giorni scorsi come Yaya Touré non sia l’unico ad aver fallito ad Atene e dintorni: molti pesavano che sarebbe riuscito a riportar indietro le lancette a Il Pireo, ma Pedro Martins non s’è lasciato impietosire e ha impiegato poco tempo per bocciare l’ivoriano. Infruttuoso e sostituito in rosa da un nuovo elemento (l’attaccante argentino Franco Soldano, un rinforzo di cui c’era bisogno vista anche la situazione di Hassan), Yaya Touré ha lasciato la piazza che l’aveva accolto come un eroe. Era stata scomodata la sua affezione nei confronti dei colori biancorossi visto che nel settembre – a contratto scaduto col Manchester City e in polemica qualche anno fa con Pep Guardiola – aveva accettato un ridimensionamento non da poco. E si consideri che in pochi hanno messo in dubbio il talento del 35enne, piuttosto magari la sua svogliatezza. Schierato in Coppa di Grecia contro il Levadiakos, in Europa League contro il Milan e in Super League contro l’OFI Creta, come detto Touré ha giocato soli 222’ e lo stipendio percepito annualmente recita 2,5 milioni. Troppo, considerato che nelle prime 17 partite stagionali Yaya è stato escluso dai convocati in ben undici occasioni.
L’agente del centrocampista, Dimitri Seluk, celebre per aver definito Guardiola «un uomo inutile», non le ha mandate a dire nemmeno stavolta. Ha prontamente dato la colpa all’ambiente, spiegando che François Modesto e Christian Karembeu non sarebbero intervenuti a difesa di Touré, prima di ribadire: «Quando Yaya è venuto all’Olympiakos si aspettava molto di più. Le promesse che gli erano state fatte non sono state mantenute, non può stare in panchina ed essere pagato senza entrare in campo. L’Olympiakos non è più la grande squadra di una volta, non vincerà il campionato e Yaya non vuole giocare in una squadra di medio livello, lui era tornato per giocare in una grande squadra».
Allusioni al Beşiktaş a parte (la pista s’è ultimamente raffreddata), si è parlato di vedere l’ivoriano al West Ham o nell’estremo Oriente. Alla fine le parole di Seluk non sono piaciute al presidente dell’Olympiakos, Evangelos Marinakis, che ha subito rescisso il contratto con l’ex pupillo spiegando però che il divorzio è avvenuto in amicizia. Touré ha salutato i compagni ed è uscito dagli uffici del club senza parlare. Il club ha diramato un comunicato stampa («Abbiamo deciso di interrompere la nostra partnership, Γιαγιά Τουρέ è e sarà sempre un membro importante della nostra famiglia e ha segnato la storia del club. L’Olympiakos lo ringrazia per tutto ciò che ha offerto alla squadra, le porte del club restano aperte per lui e le nostre strade si incontreranno sicuramente di nuovo») ma c’è da scommettere che dietro al testo così neutro le cose andranno diversamente.
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