Calcionews24
·28 dicembre 2024
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I gol di Lazio Atalanta sono stati belli e, tenendo conto che Guendouzi e Lookman hanno centrato anche due pali, la gara avrebbe potuto avere anche un altro esito. Va detto però che i legni sono arrivati in momenti non decisivi. Quello colpito dal francese è arrivato sullo 0-0 ed è stato poi emendato dalla fuga di Dele-Bashiru ispirato da Rovella; mentre quello centrato dal nigeriano è stato poi corretto dallo stesso Ademola, bravissimo e freddo nel decidere di servire la palla a Brescianini per il più comodo dei gol a porta vuota. Insieme a questi macro-episodi, ecco altri tre momenti della gara, dettagli meno visti o sottolineature in situazioni importanti.
1) L’annuncio. Diciamo la verità, all’intervallo i ragionamenti prevalenti erano tutti improntati a una sola considerazione: la Lazio merita ampiamente il vantaggio, l’Atalanta non c’è con la testa, o sta sentendo la pressione della leadership (condivisa con l’Inter, peraltro, al fischio d’inizio), o semplicemente non riesce a essere la versione buona di se stessa. Pronti e via e la ripresa vede Gila salvare i suoi da un’imbucata di De Ketelaere, nella sua unica apparizione di fatto, con Lookman a correre verso la porta pronto a sfruttare l’invito. Era questo l’annuncio che le cose erano cambiate, anche se non era semplicissimo da capire.
2) La centralità del Panita. Con una scelta insolita, Gasperini ha messo Cuadrado a sinistra, fascia che non ha percorso molto in carriera. Che l’opzione non fosse sbagliata lo si è capito da come per lunghi tratti del secondo tempo il colombiano sia stato il più cercato, diventando il principale punto di riferimento dell’organizzazione degli assalti. E quando si è divorato un gol di testa, forse disturbato dagli stessi compagni nella visuale, si è capito che il lavoro stava realmente funzionando visto che era stato lui a ispirare la manovra. L’ampio asse Cuadrado-Bellanova ha prodotto tanto, anche se non è stato da lì che è arrivata la giocata del pareggio.
3) Il chip. Allo scoccare dell’ora di gioco Lookman ha tradotto un recupero alto di Kolasinac – un vero e proprio assalto, per dirlo precisi precisi – in un tiro che gli ha fatto urlare al gol. Provedel ha effettuato una parata da 7 e oltre in pagella, difficilissima per come Ademola era stato bravissimo a spostare il pallone per la conclusione. Al Pallone d’Oro africano gli deve essere rimasto un chip nella mente e quando nel finale di gara ha avuto il pallone del pareggio ha preferito darlo al compagni più libero, evitando un altro confronto diretto con il portiere.
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