Calcio e Finanza
·10 marzo 2025
Lazio, la minaccia di Roma Nuoto sul Flaminio: «Faremo ricorso al TAR»

Calcio e Finanza
·10 marzo 2025
Claudio Lotito, patron della Lazio, ha presentato il piano economico finanziario per la ristrutturazione dello stadio Flaminio al Comune di Roma la scorsa settimana. Ma la proposta biancoceleste non è la prima che è arrivata in Campidoglio, visto che ha fatto seguito a quella già presentata nei mesi scorsi da Roma Nuoto.
Come riporta l’edizione odierna de La Repubblica, la società sportiva è pronta anche ad adire le vie legali, rivolgendosi al Tar del Lazio, se il Comune della Capitale, guidato dal sindaco Roberto Gualtieri, non deciderà di aprire la discussione sul pubblico interesse relativa al progetto di ristrutturazione del Flaminio, che prevede piscine sotto il terreno da gioco e calcio femminile sul campo, senza toccare la struttura disegnata da Pier Luigi Nervi.
Infatti, la presentazione del progetto di Roma Nuoto è arrivata ormai da diversi mesi e da allora l’iter burocratico ha subito un netto stop, con gli esponenti della società che temono che l’interesse della Lazio per lo stadio Flaminio abbia convinto il Comune della Capitale a rallentare le varie procedure così da avere due progetti contemporaneamente sul tavolo, regalando infine tempo a Lotito per concludere il suo.
Se la Lazio, come è facile immaginare, andrebbe ad ampliare la capienza dell’abbandonato stadio cittadino, con lavori importanti relativi alla copertura, Roma Nuoto va in tutt’altra direzione. Capienza ridotta a 7.500 persone e terreno di gioco sarebbe destinato al calcio femminile. Sotto il campo ecco, invece, una piscina da 50 metri vicina a quella esistente da 25, un palaghiaccio e quattro campi da padel.
Il ricorso al Tar, che dovrebbe essere avviato nelle prossime ore, è solamente l’ultimo passo di un contenzioso che si è acceso con il Comune di Roma già in estate, quando la società, che con la Roma del calcio condivide stemma e colori sociali anche se non ci sono legami di alcun tipo, ha presentato una prima segnalazione all’Anac, Autorità nazionale anticorruzione.
Il giorno dopo la presentazione da parte di Lotito del progetto biancoceleste, il 7 marzo in Campidoglio è arrivata la lettera che preannunciava ricorso al Tar del Lazio da parte di Ccc, Costruzioni civili e commerciali SpA, capofila del progetto di recupero del Flaminio per conto di Roma Nuoto.
Una mossa che mira ad avere un effetto di sollecito, definita informalmente una “messa in mora”, con cui i proponenti hanno evidenziato come «essendo decorso ogni termine di legge relativamente alla conclusione del procedimento mediante dichiarazione di pubblico interesse, in mancanza della stessa, la sottoscritta si riserva di tutelare i propri diritti ed interessi» . Il Tar non viene citato, ma secondo quanto filtra informalmente dalla Ccc sarà proprio al Tribunale amministrativo del Lazio che Roma Nuoto intende rivolgersi.
Al centro del ricorso di Roma Nuoto c’è in maniera speciale un punto: la procedura di definizione del pubblico interesse al suo progetto sarebbe stata rallentata da quella che il Comune ritiene essere la necessaria disamina del piano economico finanziario legato all’intervento proposto. «Questo Pef – scrive la Ccc nella lettera – è stato consegnato il 30 dicembre 2020, ritrasmesso il 15 maggio 2024 ed è stato oggetto della determina favorevole alla conclusione della Conferenza dei servizi preliminare. A seguito delle dichiarazioni rese da rappresentanti di Roma Capitale alla stampa, il 10 gennaio 2025 è stata inviata anche la formale “asseverazione” dello stesso piano».
Insomma, per Roma Nuoto tutte le richieste formali per avviare la votazione di pubblico interesse sono state rispettate. Ma del voto finale non c’è traccia. Un momento di standby che ha favorito l’inserimento deciso di Lotito, che ora dovrà attendere il responso dell’amministrazione comunale e della Sovrintendenza, ma potrebbe rimanere impantanato dalle azioni legali che Roma Nuoto ha avviato prima all’Anac e, ora ha intenzione di portare al Tar del Lazio.
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