L’involuzione (inaspettata) di Charles De Ketelaere: trascinatore all’andata, inconcludente al ritorno | OneFootball

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·1 aprile 2025

L’involuzione (inaspettata) di Charles De Ketelaere: trascinatore all’andata, inconcludente al ritorno

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L’involuzione di Charles De Ketelaere nel girone di ritorno: aspetto che ha condizionato l’attacco dell’Atalanta (e una stagione iniziata molto bene)

Dalla consacrazione all’involuzione nel girone di ritorno. Il calo di Charles De Ketelaere è troppo evidente per essere ignorato dall’Atalanta: come se i “Monsters” si fossero intrufolati nell’armadietto del belga rubandogli il talento in puro stile Space Jam.

Premessa. Etichettare “Carletto” come un giocatore mediocre non è oggettivo: decisivo l’anno scorso nella cavalcata fino a Dublino, doppia cifra dopo una stagione disastrosa al Milan (soprattutto mentalmente) e in questa annata l’inizio è stato assai positivo. Il 2024 2025 doveva essere appunto la consacrazione nerazzurra: il nuovo trascinatore della Dea vista la situazione di Ademola Lookman.


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L’annata era cominciata alla grande: autore non solo di colpi eccezionali all’insegna della qualità, ma anche di una maturità tale da aiutare la squadra sotto tutti i punti di vista. De Ketelaere si prendeva i palloni in difesa per cominciare le azioni, e per un periodo l’Atalanta dipendeva praticamente solo da lui: una sorta di Scottie Pippen dove ogni azione dipendeva da lui. In campionato 5 goal, 6 assist e in Champions League assoluto dominatore: partecipe nove volte su 10 alle reti nerazzurre segnando addirittura contro il Real Madrid. Ovviamente anche un bottino di 30 punti conquistati fino a quel momento.

Uno scenario perfetto con la doppietta contro l’Empoli a chiudere un grande 2024: con molte aspettative per il 2025, e invece fu l’inizio del tracollo. Dalla gara contro il Brugge in avanti è stata un’involuzione continua: lento, macchinoso, inconcludente e senza quella capacità di osare che aveva qualche mese fa, neanche in contesti contro squadre piccole dove se prima era lui a comandare, ora invece è spettatore del calo vertiginoso dell’Atalanta.

Motivazioni? Stanchezza, meno spensieratezza rispetto a prima e dall’altra il contesto che non aiuta: dove la maggior parte pensa più al futuro rispetto al presente. Servirà rimboccarsi le maniche fino alla fine della stagione, dimostrare che tutto ciò è un momento passeggero. Prendersi in mano l’Atalanta e risollevarla soprattutto in casa, a Bergamo, dove i suoi ultimi goal risalgono all’ultima vittoria interna.

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