L’ultrà Beretta: «L’estrema destra può prendersi la curva interista» | OneFootball

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·29 dicembre 2024

L’ultrà Beretta: «L’estrema destra può prendersi la curva interista»

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«Potevamo andare da 30 mila euro…A testa, sì. C’è tutto segnato su quell’agenda». Parla così l’ultrà dell’Inter, ora collaboratore di giustizia, Andrea Beretta. L’uomo è stato arrestato per l’omicidio del rampollo di ’ndrangheta Antonio Bellocco e durante l’interrogatorio ha svelato i retroscena degli affari criminali che si celano dietro il tifo organizzato.

Soldi – spiega La Repubblica – guadagnati lucrando sui biglietti, smerciando abbonamenti, facendo affari col merchandising, offrendo agli imprenditori un servizio di “ security” anti venditori abusivi. Introiti che potevano arrivare a 10mila euro a partita, mentre la sola cavalcata in Champions dell’Inter nel 2023, culminata nella finale di Istanbul, fruttò ai tre capi della Nord 90mila euro ciascuno.


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Ma in Curva traspare anche la politica. Beretta non ne era interessato però, dice, c’era un gruppetto che «faceva proselitismo», che ai ragazzi faceva «tipo un lavaggio del cervello», con «delle varie ramificazioni che riguardano tutti questi partiti di estrema destra», «agganci con i gruppi neonazisti dell’Ucraina, in Germania…».

Beretta, non è chiaro se con piena cognizione di causa, evoca pure contatti delle frange estreme col «Ku Klux Klan, ma non so per certo». Quello che sa è che questi tifosi di estrema destra, «razzisti», «hanno una sede a Bollate dove fanno riunioni, sono organizzati». Gente che, quando Beretta comandava, era stata allontanata.

Oggi, gli chiede il pm, ritiene che queste persone possano prendere il comando? «». Di tutta la curva? «Sì. Hanno la forza». L’ultrà parla anche di Daniele “Dede” Belardinelli, il tifoso dell’Inter travolto da un Suv e ucciso durante gli scontri di Santo Stefano del 2018, prima della partita Inter- Napoli. Erano insieme, quel giorno. Beretta racconta i momenti drammatici della sua morte.

«Vedo uno a terra che urlava come un pazzo, come un animale scannato. Butto il bastone, corro là, gli prendo la faccia, vedo che gli esce sangue… secondo me aveva il bacino fratturato, la macchina che l’ha investito gli ha tipo slittato sopra». Beretta ricorda i suoi vestiti, «erano pieni di sangue di Dede». Quella scena «è come se la rivivi ogni volta e c’è un dettaglio diverso». Lo tormentano le domande su come sarebbe potuta andare: «Se non mi fermavo, perché mi era caduta la torcia, magari investiva me, perché lui mi ha superato capito? Mi ha toccato, la morte di quel ragazzo lì».

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