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·26 ottobre 2024

Napoli Lecce: 3 cose che non hai notato

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Tre curiosità sulla sfida tra Napoli e Lecce, partita valida per la giornata attuale del campionato di Serie A 2024 2025

Ha faticato il Napoli per avere ragione di un Lecce lontano anni luce dal set che gli aveva rifilato la Fiorentina. Conte va a dormire in fuga, in attesa di sapere quale sarà il vantaggio sulle inseguitrici determinato da InterJuventus di domani. Ecco tre episodi significativi del match, non i più eclatanti

  1. Il primo segnale. Continua a ricevere complimenti, voti positivi e attenzioni di mercato: quasi che lo sapesse e volesse rinforzare tutto questo, Dorgu si presenta al Maradona con un’uscita decisa sull’interno sinistra che fa capire ai suoi un messaggio chiaro: d’accordo asserragliarci dietro, ma ogni tanto chi ha lo spunto provi a uscirne. Lui sembra sempre che perda il pallone, invece con le leve che possiede lo porta bene e si guadagna un fallo. Anche oggi complimenti, voti positivi ed eccetera sono tutti giustificati
  2. La perfezione condannata. Il gol del Napoli, che vale la vittoria, è alquanto pasticciato: colpo di di testa di McTominay, Falcone respinge di ginocchio, poi ancora un tocco dopo quello di Di Lorenzo, infine il terzino azzurro mette dentro mentre Krstovic rimane a terra tenendosi la caviglia. Non la scena più limpida, quasi a fare da contraltare a quanto visto appena prima: quando Anguissa aggancia in area e un tackle sublime nella sua tempestività da parte di Ramadani determina il corner. La perfezione, se non fosse condannata subito dopo.
  3. Pensare da solo. Il Lecce ha avuto il merito di reagire e di crederci fino in fondo dopo lo svantaggio. Ne è prova Krstovic. Dopo avere cantato e portato la croce, si va a guadagnare un pallone da un contrasto e lo spara all’indirizzo di Meret con grande prontezza, non inquadrando lo specchio. Cerca di fare tutto da solo, più per senso di necessità che per egoismo. Il che gli impedisce successivamente di far sfilare un pallone di Rebic verso Sansone, che sarebbe stato da solo: ancora una volta se ne impadronisce e prova a direzionarlo in porta, facendoselo murare. Se riguarda la scena, non ci dorme la notte.
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