Calcionews24
·9 agosto 2024
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·9 agosto 2024
Le Olimpiadi sono quell’evento sportivo che si tiene ogni 4 anni, che vede riuniti tutti i più grandi atleti della terra e in cui il calcio non ha motivo esserci. Il football ai giochi olimpici semplicemente non funziona: calendario ormai pieno, appeal nullo per i grandi campioni che invece di godersi il villaggio olimpico decidono di mandare gli under 23 nel disinteresse generale. E poi dai, lo spirito decoubertiano è la cosa più lontana dal pallone. Tanto vale andare a Los Angeles 2028 con il CIO che prenda la decisione giusta: togliere il calcio e provare qualcosa di nuovo. Cosa? Ecco alcune soluzioni, accoppiando magari ad ogni disciplina un atleta iconico
Il caro vecchio calcio a 5 che per motivi misteriosi non è già uno sport alle olimpiadi! Si tratta di uno sport molto divertente e che godrebbe di una vetrina di grande prestigio. Sul serio, c’è il rugby a 7, il basket a 3, il beach volley (su cui torneremo dopo) come è possibile che non ci sia ancora il Futsal? Poi noi con le squadre da 4/5 persone siamo fortissimi (specie nel femminile): spada, ginnastica, pallavolo…
Variante più amatoriale del Futsal, che abbiamo giocato tutti e qui c’è un possibile switch in più: visto che di solito le partite a 7 o 8 si fanno tra amici, invece che chiamare dei professionisti, che non li vogliamo, le formazioni saranno composti da atleti che hanno vinto una medaglia in altri sport e/o altre edizioni delle Olimpiadi! Per esempio: come giocherebbe a 7 l’Italia? In porta Musetti, bravo a giocare sulla linea di porta e pronto a respingere ogni pallone e far ripartire l’azione. In difesa si gioca a due: Alice Bellandi, oro nel judo e quindi immagino ingiocabile sulle marcature a uomo e con lei Ceccon. Centra qualcosa che è la copia sputata di Paolo Maldini? Ma figurati! Sulle corsie quel motorino di Ganna e Alice D’Amato, letale nel dribbling, ma a condizione che tenga sempre i piedi sulla linea, che poi è solo una piccola trave. A centrocampo serve affinità quindi a scetla: Errani/Paolini, Tita/Banti o Bacosi/Rossetti. In attacco il capitano, Greg Paltrinieri, che è sempre una garanzia di medaglia e facciamo calcio!
Come spiegava il milanista Alessandro Florenzi in uno sketch dei The Pills, la tedesca è un laboratorio di democrazia e in questi tempi tribolati è giusto pensare anche ad uno sport che unisca i popoli. Per questo motivo la Tedesca Olimpica (a cui forse va cambiato il nome) è lo sport adatto. Si gioca rigorosamente in un parcheggio, con delle saracinesche pensate per fare il più casino possibile e poi via ai giochi! Possibilità di fare una categoria di squadra, dove dei giudici dovranno valutare l’intera routine della selezione, per vedere chi fa le torrette migliori, o in singolo e ad eliminazione. Da fare attenzione agli USA, dove l’oro nei 100 metri Lyles ha la swag tipica di quello che fa solo rovesciate o spalletta.
Facile facile che lo abbiamo fatto tutti: uno sul bagnasciuga tira le mine (o missili, o sabongie, o come vi viene da dirlo), l’altro in acqua para. Si mettono due pali per delimitare la porta, per la traversa si vede fino a dove arriva il portiere e poi si discute fra chi ha tirato e chi stava in porta. A Parigi ovviamente il portiere lo metti nella Senna (e pace all’anima sua) e chi tira calcia dal Trocadero o dal Pont Alexandre III (quello con gli stucchi in oro). Si può fare a scelta in doppio e singolo e mi immagino bene la Svezia con Duplantis: un po’ perchè porta le aste per fare i pali, un po’ perchè lui la gravità non la conosce e quindi non importa quanto alto calci, lui la parerà!
Una concessione un po’ boomer in controtendenza, ma che può rilanciare il gioco in ambito hipster! Sfida per l’oro tra i due tiratori con la pistola: il turco Yusuf Dikec, mano in tasca, outfit comodo e sicurezza dell’esperienza, e la coreana Kim Yeji con un approccio futuristico.
Premessa doverosa, non voglio assolutamente fare discorsi sessisti o patriarcali, riducendo il corpo femminile ad un oggetto da esporre, però… Non ho iniziato io questo giochino! Il CIO ha introdotto il Beach Volley alle olimpiadi e sì, c’è anche maschile… certo, i maschietti non li hanno messi in costumino e spalmati d’olio però! Forse sarò solo io, ma il calcio saponato mi dà una fortissima vibe da Beach Volley: una scusa per vedere belle donne in costume e poi il maschile per non far vedere che dentro al CIO c’è un pervertito! Atleta simbolo? Ne scelgo due: una Imane Khelif, per ridere di gusto sulle polemiche che ne nascerebbero, l’altra Luana Alonso, nuotatrice del Paraguay allontana dal villaggio olimpico per ‘comportamento inappropriato’: qualunque cosa significhi, è perfetta per il calcio saponato.