Pellegrini: «Della Lazio non ne parlava nessuno, ma a noi piace così» | OneFootball

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·18 novembre 2024

Pellegrini: «Della Lazio non ne parlava nessuno, ma a noi piace così»

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Pellegrini ha rilasciato un’intervista a Il Tempo, tanti gli argomenti trattati dal terzino biancoceleste. Protagonista in questa prima parte di stagione

Luca Pellegrini, protagonista di questo buon avvio della Lazio tra Serie A e soprattutto Europa League, ha rilasciato un’intervista a Il Tempo. Tanti gli argomenti trattati dal terzino biancoceleste:

IL SEGRETO – «Forse dovreste chiederlo al mister. Stiamo lavorando bene, così come abbiamo fatto bene in ritiro. La cosa che ci dà forza è un po’ di entusiasmo, dobbiamo essere bravi a non oltrepassare la linea che divide entusiasmo e presunzione».


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UN LIMITE – «In realtà di limiti ne abbiamo tanti, siamo una squadra giovane, dobbiamo puntare a migliorare. Sappiamo comunque nasconderli. All’inizio dell’anno tante parole sono state spese, della Lazio non ne parlava nessuno. Ma a noi piace così, non vogliamo stare in questa orbita, le pressioni le lasciamo agli altri».

LA CLASSIFICA – «Finora è stato un campionato bello, sei squadre in due punti. La Serie A è molto competitiva, seconda solo alla Premier. Il calcio si sta modernizzando, anche una squadra cosiddetta piccola non ti regala niente».

SUL MISTER – «Il mister è stato bravo, è una persona intelligente e molto empatica, ha le qualità per fare bene con una squadra come la nostra. Come gruppo noi siamo sempre stati forti e coesi, il mister però ci ha dato una grande mano. Un allenatore bravo è quello che capisce le qualità del gruppo a disposizione».

LAZIO OFFENSIVA? – «Mi piace questa idea, ho fatto una scuola importante prima con Allegri, poi con l’Eintracht e con Sarri. Questa è la filosofia che mi piace di più, si attacca e si difende insieme».

IL GRANDE PREGIO – «La cosa bella è che non c’è differenza tra chi gioca 5 minuti e chi ne gioca 90, l’impatto è lo stesso. Questo è il pregio più grande, poi certo è più contento chi gioca 38 partite di chi magari ne gioca 5».

OBIETTIVO PERSONALE – «Quando hai davanti uno come Tavares, che penso sia il miglior terzino sinistro d’Europa per rendimento, e non parlo di statistiche. Bisogna guardare il dato oggettivo e mettersi nei panni dell’allenatore. Quello che posso fare è allenarmi al massimo e farmi trovare pronto».

CAMBIATO QUALCOSA NELLO SPOGLIATOIO – «Vincere aiuta vincere, questo me lo hanno insegnato alla Juventus. La cosa che non deve mai mancare è la fame, come quando ho fatto quella scivolata contro il Porto. Bisogna lottare su ogni pallone. Io muoio per te e tu muori per me, l’esempio è Pedrito che nelle ultime partite ha corso come un ventenne».

VESTIRE LA MAGLIA DELLA LAZIO – «La Lazio non è una cosa personale, la Lazio è mia ma anche di altre centinaia di migliaia di persone. Più condividi più è esponenziale, non solo con i tifosi ma anche con i compagni».

ROVELLA – «Si è calato subito dentro all’entusiasmo travolgente della piazza. Un po’ di merito è anche mio, i primi giorni che è venuto a Roma stavamo sempre insieme. Abbiamo fatto un po’ di scuola di tifo, gli ho fatto vedere i video delle partite che sono entrate nella storia della Lazio. Ma non solo grazie a me, anche grazie ad altre persone che ha conosciuto è diventato un Ultras in campo».

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