Calcio e Finanza
·21 marzo 2025
Pirateria, De Siervo: «Attendiamo le multe da 5.000 euro agli utenti del pezzotto»

Calcio e Finanza
·21 marzo 2025
La lotta alla pirateria, portata avanti dalla Lega Serie A, continua. E dopo il successo ottenuto in Tribunale contro il colosso Google, il prossimo obiettivo è quello di colpire gli utenti che accedono alle piattaforme illegali per guardare le partite.
A confermarlo è lo stesso amministratore delegato, appena rieletto, Luigi De Siervo, all’edizione odierna de Il Corriere della Sera: «Abbiamo già fatto molto nella lotta alla pirateria, ora attendiamo che la Guardia di Finanza commini le multe da 5.000 euro agli utenti finali del pezzotto per dimostrare che chi sbaglia paga». Un’altra piaga del calcio italiano, e non solo, è il razzismo: «La tecnologia ci può aiutare con le telecamere per il riconoscimento biometrico per chi si macchia di atti violenti o discriminatori».
Ma il prossimo futuro del calcio italiano non si limita solamente alla continua lotta alla pirateria. «Abbiamo messo la tecnologia al servizio dei contenuti per standardizzare il livello di immagine – ha spiegato De Siervo –. Ci serviamo di registi che seguono le stesse direttive, guidati da un tutor che proviene dalla Premier League. In pratica non offriamo solo la narrazione classica con la camera 1, che segue lo sviluppo del gioco. In aggiunta abbiamo inserito un numero maggiore di telecamere per offrire un racconto più cinematografico dell’evento, che indugi maggiormente sui protagonisti».
Una continua spettacolarizzazione delle partite: «Abbiamo investito nel centro di produzione di Lissone, siamo una lega all’avanguardia. I primi ad aver introdotto il VAR, la Goal line technology, il Saot, il fuorigioco semi-automatico. Adesso abbiamo come obiettivo quello di intercettare le modalità di fruizione del prodotto, che cambiano a seconda della generazione dei telespettatori. Target diversi implicano prodotti differenti. La Lega Serie A sui vari social conta 40 milioni di followers e declina i vari contenuti in otto lingue diverse. Abbiamo l’obbligo di inseguire i tifosi sulle varie piattaforme: siamo solo a metà del percorso, cerchiamo di offrire un prodotto che sia il più sexy possibile».
«Per soddisfare le diverse esigenze non possiamo ignorare che cambiano gli strumenti di informazione – continua l’amministratore delegato della Lega Serie A –. I boomers guardano la partita su un device tradizionale e leggono quotidiani. La Generazione X oltre alla tv fa uso della radio. I Millennials viaggiano su YouTube, la Generazione Z su Twitch e TikTok. È un lavoro mastodontico da fare. Per ogni segmento di clientela occorre pensare un prodotto differente. C’è chi segue l’evento live e chi preferisce limitarsi agli highlights. I più giovani amano l’interazione, infatti l’applicazione di DAZN, Fan Zone, sta riscuotendo notevole successo».
Migliorare per essere ancora più competitivi con leghe che al momento hanno ricavi superiori: «Certamente la Liga e la Premier possono contare su un numero più elevato di dipendenti. Cerchiamo di essere più efficienti attraverso una struttura agile e sfruttando al meglio le risorse interne. Abbiamo aperto due uffici, uno a New York e l’altro ad Abu Dhabi, perché gli Stati Uniti e il Medio Oriente sono i nuovi mercati da conquistare. Poi, sulla modalità di aprirci al mondo, c’è un altro discorso da fare. La frammentazione dell’audience è ancora più evidente, per lingua e per fuso. Non basta produrre contenuti in inglese da esportare, ma pur nella stessa lingua devono essere diversi a seconda del Paese in cui si esportano. Per gli Stati Uniti mi servirò di un influencer che sarà differente da quello per il mercato australiano».
Sul pubblico a cui si rivolge la Serie A: «Recenti studi rivelano che il calcio italiano è seguito da 743 milioni nel mondo mentre in Italia il 69% dei maggiorenni, vale a dire 33 milioni di persone, è interessato al pallone. Il nostro campionato continua a essere un prodotto appetibile, sebbene il problema degli stadi sia atavico. I nostri impianti hanno 75 anni di media, sono fra i più vecchi di Europa e da anni aspettiamo un piano di rinnovamento per tutte le infrastrutture».