Calcionews24
·27 dicembre 2024
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Renzo Ulivieri ha 83 anni, è il presidente dell’Associazione allenatori dal 2004, carica per la quale si è ricandidato. Una lunga carriera alle spalle e tante idee, che ha raccontato in una lunga intervista al Corriere della Sera. Ecco alcuni estratti.
SOLITUDINE – «Ora sono rimasto solo e me la sono vista anche brutta. Quattro mesi in ospedale e due a casa, tre operazioni per un problema grave all’intestino, per fortuna adesso risolto. Mi sono dovuto confrontare con la morte, che mi ha marcato stretto, come un difensore arcigno. Ho perso 14 kg e ho temuto di non farcela. La mia fortuna è stata che mi sono sentito male a Roma, allo stadio Olimpico, durante una partita della Nazionale e mi hanno ricoverato al Santo Spirito dove sono stati bravissimi».HA TROVATO LA FEDE – «Non ho trovato nulla. Però ho fatto molte riflessioni, ho sposato la mia compagna Manuela, mamma della terza figlia, Valentina e ho anche tracciato un bilancio della mia vita. Che è stata bella: non mi sono arricchito, ma ho guadagnato bene e ho fatto quello che mi piaceva fare».IL PROGETTO DEL CALCIO CAMMINATO – «Si gioca sei contro sei in un campo da calcetto, senza contrasti, senza correre, senza alzare il pallone da terra. É lo sport ideale per noi anziani, fa bene alla salute, fisica e mentale. Ma può essere utile anche per quei giocatori che accompagnano i figli a calcio e poi in tribuna non trovano di meglio che litigare. Non siamo soli noi dell’Asso allenatori: l’Uefa ha un progetto importante. Io mi sto allenando a Montaione e Spalletti ci ha regalato i palloni».PAPA FRANCESCO – «Inascoltato. Invoca la fine della guerra e tutti si voltano dall’altra parte. Continuiamo ad ammazzarci per un metro di terra in più di qua o di là».QUANDO ESCLUSE BAGGIO AL BOLOGNA – «A quei tempi ero separato dalla mia prima moglie, Marisa, e il lunedì, quando tornavo a casa, dormivo dalla mamma a San Miniato. La sera di Bologna-Juve l’ho trovata sulla porta e mi ha sgridato: ma che hai fatto a Baggio?».DON GIOVANNI – «Diciamo che sono stato infedele, ma per dovere di onestà l’ho sempre ammesso».