calvar.it
·18 ottobre 2024
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L’ultima giornata di Serie A prima della pausa per le nazionali era stata a dir poco turbolenta: dal rosso discusso a Conceicao fino ai tanti episodi di Fiorentina-Milan. Il designatore Gianluca Rocchi ha voluto fare chiarezza sulla situazione.
Queste le parole a Sky Sport: “Critiche? Non mi fanno piacere ma le ascolto volentieri, servono per migliorarsi. L’ultima giornata ci ha creato problemi perché abbiamo fatto interpretazioni differenti da altre occasioni. Questo ha creato confusione, ma ci sono stati anche episodi ‘sfigati’. In generale siamo contenti, ma non dell’ultima giornata. Comunque sicuramente dobbiamo migliorare”.
Rocchi continua: “C’è sempre una parte di soggettività negli arbitri. Voi avete diritto di critica anche dal vostro punto di vista. Io sono convinto che non ci troveremo mai d’accordo tra di noi, ma neanche all’interno del nostro gruppo. Simulazioni e accentuazione? Su Conceicao è stato eccessivo il giallo. Sulla chiara occasione da rete nel dubbio dai giallo, ma nel grave fallo di gioco c’è di mezzo la salute dei giocatori. Bartesaghi col Lecce è più giallo che rosso ma preferisco un arbitro che ha coraggio. Coulibaly su Ndoye? A questo livello il controllo del corpo ce lo hanno più di quanto pensiamo. Per me è un 80% rosso”.
Il designatore è poi intervenuto parlando degli episodi che più hanno fatto discutere finora: “Episodio Dodo-Theo? Chi arriva primo vince. Dodo ha il diritto di giocare il pallone per primo ovviamente. Ai ragazzi del VAR devi dare un’idea: se due giocatori arrivano sul pallone e uno prende l’altro, devono valutare se c’è un fallo o solo un contatto. Ai ragazzi ho detto di stare attenti alle esagerazioni sui contatti e alle reazioni e devono capire la dinamica di un fallo. Gudmundsson-Guendouzi è un fallo con imprudenza per esempio. Tavares-Dodo? C’è una mancanza di prudenza di Tavares. Su questo mi sento di sostenerlo in pieno come rigore, e peraltro lui è ammonito. Se una grossa parte di opinione la pensa come voi che non è rigore, va sicuramente valutata. Secondo me è fondamentale che l’interpretazione del singolo è normale aspettarsela”.
Rocchi ha poi spiegato la comunicazione: “Noi non dobbiamo porci un problema. Bisogna capire il limite dove esageriamo e dove andiamo fuori. Ovviamente dobbiamo migliorare. Il modo di comunicare tra VAR e arbitro è molto asciutto. Step on foot? Nasce perché si accorgono giustamente che è una tipologia che sta aumentando, va punito col fallo e l’ammonizione. Gli episodi che abbiamo visto nelle ultime settimane non sono step on foot. Ci deve essere innanzitutto una contesa del pallone. Episodio di Lecce-Milan dell’anno scorso? Se la decisione l’avesse presa l’arbitro sarebbe stato meglio per tutti. La nostra indicazione non è per forza quella giusta”.
Rocchi sull’uso del VAR ha detto: “Il Var parte con l’idea che l’intervento deve essere fatto se l’errore è grave. Noi non siamo fuoristrada perché siamo in linea con le competizioni europee e con le altre leghe, Premier a parte. La forbice di intervento comunque si è allargata. Quando c’è un errore importante, ci sono due ragazzi nel VAR che la pensano in un modo e poi quando escono capiscono che tutti quelli fuori la pensano in modo opposto. L’idea nostra è di dare una linea più chiara possibile. Poi ricordiamoci che c’è la soggettività e quindi per noi può essere fallo e per altri no”.
Sugli errori in generale ha detto: “In una giornata può succedere che ci sono due o tre errori. Noi poi dobbiamo riportare quegli errori in linea. Non abbiamo mai cambiato la linea di intervento. Tu non puoi iniziare in un modo a settembre e finire in un altro, puoi però cambiarlo l’anno dopo. Se tu in base alla giornata storta cambi, allora crei confusione“.
Rocchi è poi tornato sul VAR: “Il Var interviene se c’è un errore chiaro. Non si interviene su tutti i contatti in area. Ci sta che l’arbitro moderno sia in “un’area di comfort”, ho chiesto serietà sui gravi falli di gioco e mi arrabbio se non lo fanno. Per me se l’arbitro prende decisioni corrette ma sbaglia la gestione della partita, ha una valutazione negativa. Al contrario se sbaglia un episodio ma la gestione è ottima ha una valutazione positiva. La presenza del VAR ammorbidisce l’arbitro? Se scopro questo non fa la Serie A. È un cambio generazionale, il ragazzo di oggi è diverso da quello di 30 anni fa. L’arbitro moderno è in una zona maggiore di comfort con questo strumento. Però siamo molto severi quando in campo non li vediamo decidere”.
Sulla gestione della partita poi ha aggiunto: