Pagine Romaniste
·24 marzo 2025
Roma, chi resta e chi va via con Gasperini: da Dybala a Pellegrini, tutti i nomi

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·24 marzo 2025
Corriere dello Sport (R. Maida) – Si può sposare il talento fragile di Paulo Dybala con il calcio intensissimo di Gasperini? Quanti giocatori della Roma attuale sarebbero funzionali alle idee di un allenatore che ha creato a Bergamo un gruppo a propria immagine e somiglianza? Sono le domande che è giusto porsi nella prospettiva di un affascinante sodalizio che imporrà una profonda ristrutturazione dell’organico. Per quanto riguarda il primo quesito, Dybala appartiene alla cerchia ristretta dei campioni che servono a qualunque allenatore. Gasperini non è affatto insensibile agli artisti del pallone. Perciò preparerebbe Paulo proprio per sfruttarne al massimo il genio, come nell’Atalanta ha fatto in passato con il Papu Gomez che certo non era un colosso. L’equivoco nasce dall’incidenza degli infortuni sulla carriera di Dybala, che tra oggi e domani verrà operato al tendine e sarà pronto per l’inizio del prossimo campionato. Ma Dybala, quando sta bene, è strutturato dal punto di vista atletico. Non è uno che corre dieci chilometri a partita ma nemmeno un’energia statica all’interno della squadra. Quindi sì, giocherebbe anche con Gasperini.
Su Pellegrini occorre distinguere la situazione contingente, la qualità assoluta e la posizione contrattuale. In scadenza nel 2026, Lorenzo potrebbe lasciare la Roma in estate senza tener conto del nome dell’allenatore. Ma da un punto di vista squisitamente tecnico, potrebbe benissimo adattarsi al calcio di Gasperini, che ama giocare con mezzali dai piedi buoni. Scorrendo i nomi della rosa, hanno già lavorato con Gasp sia Cristante che Mancini. Il primo giocava addirittura trequartista nella sua Atalanta e nella stagione 2017/18 segnò 12 gol, prima di essere venduto alla Roma. Ma anche Mancini aveva spazio nella difesa atalantina, pur essendo molto giovane: 5 reti nel campionato 2018/19. Il terzo calciatore che Gasperini conosce bene è il secondo portiere, Gollini, che è stato a lungo titolare nella sua gestione.
Dal punto di vista tattico la difesa a tre è un mantra che la Roma condivide ormai da 6 anni con l’autorevole candidato alla panchina. Chiaramente con Gasperini cambiano i concetti in termini di aggressività e movimenti, con l’uomo contro uomo che Juric a modo proprio aveva provato a reintrodurre a Trigoria. Il figlioccio Ivan non ha resistito a lungo ma il maestro Gasp ha dimostrato nel tempo di sapersi evolvere per risultare meno prevedibile agli occhi degli avversari: nell’ultima stagione per esempio ha proposto l’idea di un centrale difensivo d’assalto, che accompagnasse l’azione fino all’area di rigore. Questo ruolo sembra perfetto proprio per Mancini. O per Angeliño, se dovesse tornare a occupare una casella del terzetto. Nel mezzo invece Koné e Pisilli sono ottimi interpreti potenziali del calcio di Gasp. Un po’ meno Paredes, che peraltro continua a flirtare con il Boca. Saelemaekers, se rimarrà, è un esterno azzeccatissimo. Soulé deve imparare a giocare per la squadra ma ha potenziale. E Dovbyk? Gasperini fa segnare sempre tutti i centravanti. Magari l’ucraino approfitterà dell’occasione.