🟡🔴 Roma, Ghisolfi: “DDR? Addio doloroso, ma non vogliamo dipendere dal tecnico. Mai parlato di rinnovo con Dybala” | OneFootball

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·2 ottobre 2024

🟡🔴 Roma, Ghisolfi: “DDR? Addio doloroso, ma non vogliamo dipendere dal tecnico. Mai parlato di rinnovo con Dybala”

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Florent Ghisolfi, DS della Roma, si è concesso ai giornalisti per rispondere alle tantissime domande sottoponibili al sodalizio capitolino. Riportiamo quanto raccolto da Il Tempo.

Nell’ultimo mese è arrivato l’esonero di De Rossi, seguito dalla scelta di Juric. Cosa è successo?


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“Non è una domanda facile. Nel calcio cerchiamo sempre la stabilità, la domanda è legittima. Del cambio allenatore ne parleremo più avanti., E’ sempre difficile trovare questa stabilità. Vogliamo costruire un club che non deve dipendere da un mister o da un direttore sportivo, quindi bisogna creare una struttura autonoma. Per esempio, lo staff performance con Mark Sertori, nuovo direttore della performance, che si è unito al club. Ora che è finito il mercato, ricostruiremo il dipartimento scout, sempre al fine di trovare questa stabilità. Con la partenza di un allenatore e un dirigente, il club deve continuare il lavoro. Settimana difficile, con un mister e una CEO che lasciano il club, è raro nel calcio che succeda, ma siamo riusciti a trovare questa stabilità che cerchiamo. Non a caso Juric ha fatto i complimenti per l’organizzazione del club e lo staff presente in questa struttura”.

Si è parlato molto del decisionismo di Lina Souloukou, anche sul mercato. Si è parlato di una figura, quella di Beppe Riso, che è stato il consulente ombra del mercato. Qual è stato il suo ruolo tra queste figure così forti?

“Sono arrivato 4 mesi fa, c’era già in piedi un’organizzazione chiara, con Lina come CEO. Il mio obiettivo è stato quello di adattarmi, lavorare insieme, trovare un equilibrio tra direttore sportivo, CEO e allenatore. Abbiamo fatto tutti il massimo per lavorare insieme. Sull’agente non mi esprimo, è un agente e non ha un impatto decisionale sul club. Con questi cambiamenti ci sarà un nuovo CEO, l’obiettivo è creare una coesione che porti alla miglior performance del club”.

Come si è sviluppato il mercato in questa estate? De Rossi cercava giocatori per il 4-3-3, avete preso Soulé per esempio. Poi a fine mercato prendete due centrali svincolati, utili per una difesa a tre. In un lavoro di organizzazione, come è possibile passare da Soulé per il 433 ad Hummels ed Hermoso per una difesa a tre?

“Ci eravamo prefissati degli obiettivi chiari. Soulé può giocare nel 4-3-3 ma anche nel 3-4-3 dietro la punta. A fine mercato con Daniele avevamo fatto uno switch, passando all’idea di giocare a tre, per le qualità dei giocatori che abbiamo. La difesa aveva bisogno di una stabilità, già l’anno scorso soffriva i contropiedi. Ci siamo concentrati su questa tipologia di gioco. Nella scelta dei giocatori poi ci sono stati anche imprevisti come con Danso. Abbiamo 7 giocatori che possono giocare da quinti. La scelta di Ivan rappresenta una continuità con il lavoro svolto. Parlando di stabilità, abbiamo visto che molti club hanno basato la propria stabilità su un sistema di gioco, ciò ti permette di inserire meglio i nuovi arrivati e valorizzarli. Il progetto di gioco è al centro delle nostre idee, come ad esempio è successo all’Atalanta. Importante per noi trovare questo tipo di stabilità a livello di gioco, per la prima squadra ma anche con la Primavera”.

La mancata cessione di Dybala è stata un imprevisto per voi? La sua versione dei fatti qual è? E’ stato lui il punto di rottura nel passaggio da un’idea all’altra?

“Penso che tutti conoscano la situazione, c’era un interesse molto forte di un club saudita. Come normale che sia, ci ha pensato, ci ha riflettuto come tutti avrebbero fatto, alla fine ha fatto una scelta di cuore, quella di restare. Credo sia positivo per tutti. Conosciamo il giocatore, ma ha anche una connessione incredibile con il club, con i compagni, con i tifosi, con Dan e Ryan. Volendo essere pragmatici, nel momento in cui un giocatore di 30 anni ha la possibilità di andar via, siamo costretti a prendere in considerazione questa ipotesi. Da un lato dovevamo farci trovare pronti con il sostituto. Il lato positivo di questa vicenda è che possiamo ancora disporre di un giocatore importante come lui, persona e giocatore top”.

Quindi voi non avete cercato questa offerta?

“Situazione normale come in tutti i mercati”.

Oltre al CEO, è previsto l’arrivo di una figura più legata al calcio, per aiutare l’allenatore anche dal punto di vista mediatico?

“Non sono al corrente se i Friedkin vorranno prendere qualcuno o il tipo di profilo ricercato. Non posso rispondere a questa domanda. Indipendentemente dalla figura e dal profilo che arriverà, il nostro lavoro, il nostro obiettivo è creare una struttura che lavori in modo coeso, dentro e fuori Trigoria”.

Lei ha firmato un contratto triennale, un obiettivo che coincide con la costruzione dello stadio. Qual è l’obiettivo di questa stagione?

“Gli obiettivi sono sul lungo termine, sui tre anni. Nel mercato c’è stato un cambio di pagina, concentrandoci sulle performance. Negli anni passati ci sono stati tanti giocatori in prestito con stipendi alti, ora più giovani e con stipendi bassi, abbiamo abbassato tantissimo i costi. Volevamo abbassare l’età media, aumentare i valori atletici dei giocatori. Sono tutti obiettivi per i quali ci vorranno più finestre di mercato, due, tre. Ci sono già dei miglioramenti sui dati fisici rispetto alla stagione scorsa. L’obiettivo è anche rendere la squadra più costante, con meno infortuni, abbiamo migliorato del 10% questa voce. E un ultimo aspetto è la mentalità, un mio obiettivo per squadra e staff. Sugli obiettivi a breve termine: non mi sentirete mai parlare di transizione, siamo la Roma e dobbiamo performare; ma è semplice qui la mia risposta: per tutto il periodo che sarò qui darò il 100%, al tempo stesso sappiamo che Dan e Ryan sanno fare scelte forti ma sanno anche supportare e sostenere le persone nel club. Magari una frase che può riassumere il concetto: vogliamo creare una Roma performante e sostenibile, con questo equilibrio. Sono stati fatti investimenti importanti per giocatori giovani, con meno di 25 anni, forse a parte Dovbyk, che è comunque il capocannoniere della scorsa Liga, lui rappresenta più la parte di performance. Il nostro compito è sostenere i calciatori, farli crescere e creare valore”.

C’è una contestazione che è esplosa dopo una settimana convulsa. E poi un’immagine importante, l’abbraccio a Juric. Come state vivendo questo momento?

“Sono stati 4 mesi intensi. Su Daniele: oggi la situazione è questa, è stato un momento difficile e doloroso per noi, una leggenda del club, lo resterà per sempre, lo ringrazio perché mi ha accolto a braccia aperte, avevamo un rapporto franco e onesto, ero toccato dalla situazione, se l’allenatore fallisce anche io ne risento. Ma come Dan ha detto, avrà sicuramente una bella carriera e questa sarà sempre casa sua. Per quanto riguarda il malcontento dei tifosi, lo rispettiamo al 100%. Anche i giocatori sono toccati da questa situazione, il mio obiettivo è creare unità interna. Se viene fischiato un giocatore, viene fischiato tutto il club, tutta la squadra. Per quanto riguarda Juric, sono molto contento per lui, è arrivato in un contesto difficile, con umiltà, con grande rispetto per Daniele e i giocatori. Ha fatto un lavoro ammirevole in pochi giorni, è riuscito a creare coesione in un momento comprensibilmente difficile. Sono molto contento per lui, sto scoprendo un uomo e un mister di qualità, di valore”.

Quanto si è abbassata l’età media? I costi della rosa?

“L’età media si è abbassata di 1,5 anni. Nelle prime 6 partite l’età media della Serie A si è alzata, la nostra si è abbassata. Sui costi, sono dati confidenziali e preferirei non entrare nel merito”.

I Friedkin hanno scritto nero su bianco che il cambio allenatore è per avere possibilità di vincere trofei. Ci sarà una sinergia con l’Everton?

“I Friedkin sono chiari, vogliono il meglio per il club. Si impegnano sia a livello economico, che in termini di energie personali. Vincere ovviamente è una cosa, ma l’importante è come lo facciamo, è importante farlo con tutte le cose che abbiamo detto prima. Sull’Everton: i Friedkin sono sempre stati chiari sull’impegno nei confronti della Roma, nessuno qui si immagina con quanta forza e quanto impegno si occupino del club. Io ne sono testimone”.

Ci può raccontare come e quando è venuto in contatto con la Roma?

“I primi contatti sono avvenuti in primavera, ero al Nizza, avevo avuto altri contatti con club che giocano la Champions League. Penso di aver fatto un buon lavoro in Francia nella costruzione delle squadre, nella cultura che ho cercato di trasmettere. Abbiamo discusso con i Friedkin tre o quattro volte, ma poi abbiamo chiuso tardi perché dovevo anche liberarmi. Quindi sono arrivato a giugno e abbiamo iniziato un po’ tardi con il mercato”.

Come avete scelto Juric?

“Nel momento in cui è stata confermata la scelta del cambio di allenatore, abbiamo cercato la continuità nel lavoro che stiamo facendo. Juric conosce la Serie A e i giocatori, ha già sviluppato giocatori in altre squadre, era pronto ad accettare un contratto di breve durata. Juric si è dimostrato molto entusiasta, volonteroso di venire alla Roma, senza discutere né sulla durata del contratto né sulla parte economica, credo abbia la capacità di portare la Roma dove merita”.

In Champions League?

“Sì. Anche in termini di identità e valori della Roma, Juric chiede ai giocatori di lavorare molto, lavora molto, credo sia ciò che l’ambiente vuole sentire, il lavoro è un valore che mi hanno inculcato fin dall’inizio, quando sono arrivato. Anche con Daniele abbiamo visto le intenzioni di avere una Roma alta, che vada a pressare, anche Juric ha queste caratteristiche”.

Sulle situazioni contrattuali di Svilar, Zalewski, Pisilli…

“Magari dico qualcosa che non ci aiuta nella trattativa, ma quando vedo la voglia di Baldanzi e Pisilli nell’entrare in campo, vedo il dna che vogliamo in questa Roma. Abbiamo anche la volontà di portare giocatori del settore giovanile in prima squadra. Su Zalewski, nessun problema a parlane: siamo nel dialogo costante con il giocatore e l’agente, vedo due persone che amano il club e speriamo di trovare una soluzione il prima possibile. Perdere un giocatore del settore giovanile in questo modo non è un’opzione, siamo la Roma, continuiamo nel dialogo. Per Pisilli abbiamo fatto riunioni con gli agenti, cercando una soluzione il prima possibile, ma ha già un contratto. Giusto sia ripagato per il suo lavoro, ma è importante continui così a essere performante. Su Svilar, lo rivedremo, lo merita, le sue prestazioni sono di alto livello”.

La Roma vuole fare l’investimento della seconda squadra?

“Il settore giovanile è molto importante per noi, abbiamo lavorato tanto e messo De Rossi come responsabile, Roberto Trapani è capo scouting del settore giovanile. Bruno Conti si occupa dei piccoli dall’Under 14 in giù. Sulla seconda squadra: ci pensiamo, è un costo, ma le squadre che hanno fatto questa scelta ora vedono i risultati. Non è qualcosa di confermato, ma è una riflessione che stiamo facendo”.

Dopo 4 partite di campionato, è stato mandato via De Rossi. Quattro partite forse non sono sufficienti a fronte di un programma triennale. La vera motivazione dell’esonero qual è?

“Ho già risposto a questa domanda. L’unica cosa che mi sento di aggiungere è che capisco le tante domande sul tema, sui motivi di alcune scelte. Non voglio alimentare un dibattito che sarebbe inutile: la decisione è stata presa, una decisione simile viene presa di comune accordo. Penso sia il momento di andare avanti, facendo il nostro lavoro e continuando con il nostro progetto”.

La Roma può contare su Le Fée? È una garanzia?

“Non ha mai avuto infortuni importanti, neanche da giovane. È un peccato, questo infortunio ferma un po’ la sua evoluzione, era entrato bene con l’Empoli, al mister piace tanto, è importante recuperarlo. Anche qui vediamo però la qualità del gruppo. Avremo altri infortuni, con tante partite, ma abbiamo una rosa che ci permette di vedere la qualità dei giocatori”.

E’ sicuro al 100% che se anche la Roma non dovesse arrivare in Champions League potrà mantenere questi giovani in un progetto triennale? O ha paura di dover vendere qualcuno?

“Quest’estate siamo riusciti a non vendere giocatori top della rosa, quello è un altro obiettivo dei Friedkin, di continuare in questa direzione. Abbiamo messo da parte un buon risultato economico pur non vendendo giocatori top. Vogliamo entrare nel nuovo stadio con giocatori importanti, spero di poter procedere questa direzione senza dover vendere appunto i giocatori più importanti”.

Con Dybala è partita una negoziazione per un rinnovo a cifre diverse? Avete parlato con l’allenatore della clausola di rinnovo automatico?

“No, il mister non ha alcuna indicazione da parte della società. Non c’è nessuna discussione in corso sul rinnovo. L’unica cosa che vogliamo è che Dybala sia concentrato in campo, che si liberi mentalmente e possa dare il meglio di sé in campo”.

Come nasce la scelta di Saud? Non è una scelta rischiosa in quel ruolo?

“Non è stato acquistato per fare il titolare, ha tante qualità. Si tratta di un calciatore appena arrivato in Europa dall’Arabia Saudita. Pensare che non abbia qualità vuol dire non conoscere il giocatore, non va giudicato per 15 minuti alla prima all’Olimpico, in un match così importante. Giocando a tre, abbiamo tanti giocatori per fare i quinti, anche a destra, lui fa parte di questi”.

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