Calcio e Finanza
·15 novembre 2024
Calcio e Finanza
·15 novembre 2024
Nel documento di ben 196 pagine redatto dall’Agenzia delle Entrate non c’è solamente la cifra di 197 milioni di euro per la valutazione dello stadio Meazza e le aree circostanti del quartiere San Siro soggette all’interesse di Inter e Milan per la costruzione di un nuovo impianto, ma anche un’altra serie di numeri che sia i club che il Comune devono rispettare.
Come riporta l’edizione odierna de Il Giorno, nella giornata di ieri l’intero documento dell’Agenzia è stato inviato a tutti i consiglieri comunali, dopo che nella giornata di lunedì il sindaco Giuseppe Sala ha incassato il via libera del Consiglio Comunale, non senza polemiche, per procedere con l’iter che porterà alla vendita dello stadio Meazza.
I principali numeri della relazione sono stati illustrati proprio in Consiglio dal primo cittadino e dall’assessore alla Rigenerazione urbana Giancarlo Tancredi. In particolare modo sono tre le cifre, definite al centesimo, che è bene ricordare:
Inoltre, per quanto riguarda il Comune di Milano, la relazione dell’Agenzia delle Entrate contiene anche il calcolo esatto degli oneri di urbanizzazione che Milan e Inter dovranno versare se l’operazione San Siro andrà in porto, fondi che Sala ha già consigliato al Consiglio comunale di destinare alla riqualificazione del quartiere San Siro, come supportato inoltre dalla minoranza di centrodestra e anche dalla maggioranza di centrosinistra. Per questo specifico argomento, le cifre esposte dall’Agenzia delle Entrate sono le seguenti:
Questi ultimi numeri saranno per i prossimi mesi al centro del dibattito politico cittadino. L’ordine del giorno approvato durante il Consiglio di lunedì chiede al sindaco e alla Giunta comunale di destinare le risorse derivanti dall’eventuale vendita dello stadio Meazza e della Gfu San Siro «a interventi di riqualificazione del quartiere San Siro; al contrasto dell’emergenza abitativa; alla riqualificazione degli impianti sportivi presenti sul territorio».
Si tratta di una indicazione generica, come detto, e ogni dettaglio lo si proverà a definire con i vari consigli comunali che si svolgeranno nei prossimi mesi, senza dimenticare che i club stanno valutando la situazione e che la loro manifestazione di interesse non è al momento vincolante in nessun modo. Questa ultima condizione, quindi, mantiene in vita delle alternative, in particolare modo quella di San Donato per i rossoneri.
Tornando alla politica, nella giornata di ieri, il segretario metropolitano dei democratici, Alessandro Capelli, ha espresso la sua posizione con una storia Instagram con questi obiettivi principali: «salvare il Parco Sud dai due nuovi stadi ipotizzati da Milan e Inter a San Donato Milanese e Rozzano e investire le risorse dell’operazione San Siro per un nuovo grande progetto di riqualificazione del quartiere popolare di San Siro per restituire alla città tutte le case popolari comunali sfitte e l’attuazione del Piano Casa per Milano».
Un messaggio quello di Capelli rivolto soprattutto ai suoi colleghi del Partito Democratico che lunedì non hanno votato a favore dell’ordine del giorno citato in precedenza. Fra questi c’è anche il consigliere dem Alessandro Giungi, che ha votato contro l’odg di maggioranza unendosi ai tre consiglieri dei Verdi e all’ambientalista Enrico Fedrighini.
Oltre al documento dell’Agenzia delle Entrate, ai consiglieri è stata inviata la stessa manifestazione di interesse presentata negli scorsi giorni da Inter e Milan. In questa i due club si impegnano ad aggiornare il documento di fattibilità e il quadro economico del progetto già presentato nel 2019, oltre a una offerta economica. Un passaggio che Sala ha annunciato come dovrà verificarsi entro marzo 2025, anche per superare il problema del vincolo sul secondo anello.
Nell’ultimo paragrafo della lettera, però, le due società calcistiche si lasciano una via d’uscita all’operazione San Siro: «Resta fermo che nessuna responsabilità potrà essere imputata alle scriventi in caso di mancata presentazione dell’aggiornamento del documento di fattibilità o della proposta economica, ovvero qualora non si dovesse raggiungere un’intesa sul progetto e/o sulle relative condizioni economiche ed avendo pertanto la presente manifestazione di interesse natura non vincolante».
Parole queste che il consigliere comunale di Forza Italia Alessandro De Chirico interpreta con preoccupazione: «Leggo una timida manifestazione d’interesse da parte delle società per lo stadio, ma soprattutto leggo poca convinzione nel voler percorrere l’acquisto dell’impianto e dell’area per cui mettono le mani avanti. Fossi nel sindaco continuerei a coinvolgere altri ipotetici interessati all’acquisto per la rifunzionalizzazione del Meazza e di sviluppo delle aree, all’esempio un organizzatore di concerti che possa trasformare San Siro in un’arena per spettacoli da utilizzare 365 giorni all’anno. Così facendo si potrebbe assistere a un’asta al rialzo per accaparrarsi tutto il pacchetto che rende molto più interessante l’investimento».