Calcio e Finanza
·7 marzo 2025
Scontro governo UK-Abramovich sui fondi pro Ucraina: causa per sbloccare oltre 2 miliardi

Calcio e Finanza
·7 marzo 2025
Nel 2022 Roman Abramovich è stato costretto a cedere il Chelsea con l’inizio dell’invasione della Russia in Ucraina. Ora a tre anni di distanza, con il conflitto che continua, i ministri del Regno Unito stanno valutando di portare il magnate russo, che non ha mai nascosto il suo legame con Vladimir Putin, in tribunale.
Come riporta il quotidiano britannico The Guardian, l’obiettivo della politica di Oltremanica è quello di sbloccare definitivamente, e dopo anni di vani tentativi, più di 2 miliardi di sterline (pari a 2,38 miliardi di euro) derivanti dalla vendita del Chelsea. Questa cifra potrebbe essere così utilizzata per ulteriori aiuti all’Ucraina.
Un tentativo estremo dopo che per molte volte i tentativi di mediazione con l’ex patron del Chelsea non hanno portato ai risultati sperati. Anche se, è bene sottolinearlo, non è stata ancora presa una decisione finale. Ma la strada sembra tracciata, soprattutto dopo la decisione del presidente degli Stati Uniti Donald Trump di congelare gli aiuti militari verso l’Ucraina.
Intanto dal ministero degli esteri britannico fanno sapere: «Questo governo sta lavorando duramente per garantire che i proventi della vendita del Chelsea raggiungano le cause umanitarie in Ucraina il più rapidamente possibile. I proventi sono attualmente congelati in un conto bancario nel Regno Unito mentre viene istituita una nuova fondazione indipendente per gestire e distribuire il denaro. I funzionari del Regno Unito continuano a tenere discussioni con i rappresentanti di Abramovich, esperti e partner internazionali, e raddoppieremo i nostri sforzi per raggiungere una soluzione».
La cessione del Chelsea da parte di Roman Abramovich agli attuali proprietari del club, Todd Bohely e il fondo Clearke Capital, è avvenuta per 2,5 miliardi di sterline (2,9 miliardi di euro) con l’ex patron che era stato introdotto fra i vari dignitari russi nella lista di personalità da sanzionare per la sua vicinanza a Putin. Una quota pari a 2 miliardi, secondo la volontà dei vari governi che si sono susseguiti nel Regno Unito, avrebbe dovuto andare in aiuti per l’Ucraina, ma l’accordo con i legali di Abramovich non è mai stato trovato fino a questo momento.
Intanto i soldi della cessione sono rimasti su un conto bancario britannico che è controllato dalla società Fordstam, che fa capo ad Abramovich. E in questi tre anni hanno maturato interessi, arrivando a circa 2,7 miliardi di sterline. Il primo ministro Keir Starmer sta provando ad accelerare le pratiche per spendere questo denaro, in virtù anche della sua decisione di abbassare la cifra per gli aiuti all’Ucraina direttamente dalle casse del Regno Unito.