Calcionews24
·22 maggio 2025
Stadio Torino: catene spezzate, ora Cairo ha l’occasione di regalare un sogno ai tifosi?

Calcionews24
·22 maggio 2025
Per i tifosi del Toro, la questione dello stadio Torino è una melodia malinconica che risuona da decenni, un misto di orgoglio per il glorioso passato del Filadelfia e di frustrazione per un presente vissuto in un impianto, l’Olimpico Grande Torino, mai completamente sentito come «casa». Ma le notizie delle ultime ore potrebbero rappresentare una svolta storica: la caduta dell’ipoteca ventennale che gravava sull’Olimpico apre scenari inediti e pone il presidente Urbano Cairo di fronte a un bivio cruciale, forse il più importante della sua quasi ventennale gestione.
L’Olimpico Grande Torino, gioiello architettonico rinnovato per le Olimpiadi Invernali del 2006 e da allora casa del Toro, è di proprietà comunale. Fino a ieri, un’ipoteca da oltre 34 milioni di euro, eredità del fallimento dell’era Cimminelli, ne ha di fatto bloccato ogni possibile sviluppo o discussione concreta sulla sua acquisizione da parte del club granata. Ora, come confermato dal Comune di Torino e dall’Agenzia delle Entrate, questa «catena» è stata spezzata. L’ipoteca non sarà rinnovata, e l’impianto è potenzialmente vendibile.
Questo cambio di scenario è epocale. Il Comune di Torino, per bocca del sindaco Stefano Lo Russo e dell’assessore allo Sport Domenico Carretta, ha già manifestato l’intenzione di esplorare tutte le opzioni: vendita diretta, concessione a lungo termine o partenariato pubblico-privato. Il Torino FC, essendo l’utilizzatore primario e quasi esclusivo dell’impianto (fatta eccezione per qualche concerto estivo), diventa l’interlocutore privilegiato.
Qui entra in gioco Urbano Cairo. Il presidente, nel corso degli anni, ha affrontato più volte il tema stadio Torino, spesso con un approccio attendista o legato a precise condizioni. I tifosi granata ricordano le sue passate dichiarazioni in cui si mostrava possibilista sull’acquisto, ma solo a «condizioni eque», citando come termine di paragone l’operazione che portò la Juventus ad acquisire l’area dello stadio Delle Alpi per poi costruire l’attuale Allianz Stadium. «Parliamo di cose che si possono fare. Oggi non è possibile», commentava Cairo solo pochi mesi fa, riferendosi proprio al vincolo dell’ipoteca.
In altre occasioni, il patron granata ha sottolineato gli investimenti già fatti per la manutenzione e l’adeguamento dell’Olimpico, lasciando intendere che un impegno gravoso per un nuovo impianto o per l’acquisto dell’attuale non fosse una priorità assoluta rispetto alla gestione sportiva ed economica del club. Le sue parole sono state spesso interpretate dalla tifoseria come un segnale di scarsa ambizione sul fronte infrastrutturale, un tema particolarmente sentito da una piazza che vede negli stadi di proprietà un motore di crescita economica e di identità per i club moderni. I tifosi, infatti, non più tardi di febbraio 2025, avevano chiesto pubblicamente chiarezza sia al Comune sia a Cairo, esprimendo dubbi sulla reale volontà del presidente di «accollarsi l’onere (in realtà dovrebbe essere un onore) di acquisire e rimodernare lo stadio».
Ora, però, le scuse, o meglio, gli ostacoli oggettivi, sembrano caduti. La palla passa metaforicamente nel campo di Urbano Cairo. La possibilità di acquistare lo stadio Torino è concreta. Questo non significa che sia una strada semplice: serviranno investimenti importanti, una visione strategica chiara e, probabilmente, un dialogo costruttivo con le istituzioni locali per definire i termini di un’eventuale operazione. Il Comune ha già incaricato un advisor per la valutazione dell’impianto, segno che l’intenzione di procedere è seria.
Avere uno stadio di proprietà, o comunque in gestione a lunghissimo termine con possibilità di investimenti diretti, rappresenterebbe per il Torino FC un salto di qualità enorme: maggiori ricavi da matchday, naming rights, eventi extra-calcistici, e la creazione di un vero e proprio «villaggio granata» che rafforzerebbe il legame con i tifosi e il territorio. Non si tratta solo di mattoni, ma di un tassello fondamentale per competere ad armi pari con altri club che hanno già intrapreso questa strada.
La ricostruzione del mitico Stadio Filadelfia, oggi centro sportivo moderno per la prima squadra e il settore giovanile, è stata un primo, importantissimo passo per riconnettersi con la storia e dare una «casa» agli allenamenti. Ma il sogno di uno stadio Torino moderno e di proprietà per le partite ufficiali è ciò che infiamma realmente i cuori granata.
Urbano Cairo, imprenditore abituato a fiutare gli affari e a prendere decisioni di peso, si trova ora di fronte a una scelta che potrebbe definire la sua eredità alla guida del Torino. Le recenti dichiarazioni del presidente si sono concentrate più sul calciomercato e sulla necessità di vendere qualche giocatore, come «fanno tutti», per mantenere i conti in ordine. Ma l’opportunità che si presenta oggi per lo stadio Torino è di quelle che capitano una volta ogni decennio. I tifosi sperano che il presidente colga questa chance, dimostrando con i fatti la volontà di far crescere il club non solo sul campo, ma anche come entità solida e proiettata al futuro. La partita per il futuro dello Stadio Olimpico Grande Torino è appena iniziata, e il Toro ha l’occasione di giocarla da protagonista.