Social Media Soccer
·11 agosto 2022
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·11 agosto 2022
In principio era una ogni due stagioni, poi una, poi tante, alla fine (forse) troppe.
La maglia da calcio è sempre stato oggetto molto affascinante. Un po’ culto, un po’ cimelio. Ormai si è definitivamente sdoganata la tendenza di come essa trascenda la propria natura di mero capo d’abbigliamento sportivo.
Le leggi del marketing, negli anni, hanno portato i club a (stra)fare, cambiando le abitudini di produzione e consumo. Spesso, per i risultati sono perlomeno discutibili, con la produzione di kit dal dubbio gusto.
Ecco una carrellata delle maglie più strane che abbiano mai calcato i campi da calcio nell’era moderna.
Parlavamo, proprio qualche rigo fa, di gusto.
Beh, subito accontentati: ecco la sausage-shirt, la maglia salsiccia, sfornata (è proprio il caso di dirlo) dal Bedale AFC nel 2019.
Sulla divisa di questo piccolo club dilettantistico inglese (situato vicino Middlesbrough) c’è una riproduzione del tipico piatto inglese Sausage&Mash, cioè salsiccia, purè e piselli.
Tutto ciò lo si deve alla sponsorizzazione del club da parte di un’azienda produttrice di salsicce.
Chi non si è mai lamentato del fatto che i giocatori della propria squadra non si fossero impegnati abbastanza al culmine di una partita persa?
Chi, durante i propri trascorsi nelle curve degli stadi, non ha mai cantato il celebre coro “combattete per noi”?
Beh, di certo a Braga i tifosi nel 2019 furono accontentati. La Hummel produsse questa coraggiosissima maglia da combattenti veri.
È risaputo, poi, come il calcio non sia semplice sport, bensì qualcosa che crea appartenenza, finanche amore.
Perché, allora, non mettere un bel cuore pulsante sulla propria maglia in omaggio ai battiti dei tifosi?
Lo Zamora, squadra di terza divisione spagnola, nel 2018 ha deciso di sfornare questa meraviglia, un vero e proprio must-have (per i cardiologi, ndr).
E se l’idea del cuore non vi è particolarmente piaciuta, tenetevi forte per quello che arriva adesso.
Già, perchè sebbene metter passione nel calcio sia fondamentale, lo è anche avere forza fisica, esplosività, muscoli.
Il designer del Palencia, altra squadra della C spagnola, nel 2016 prese letteralmente alla lettera questa consegna, regalando ai tifosi uno spettacolare kit tutto muscolare. A voi i commenti.
Facciamo un salto in Italia.
Dieci esatti anni fa, la Reggina - anche all’epoca militante in Serie B - decise di omaggiare uno dei simboli della città dello Stretto, i Bronzi di Riace.
A quarant’anni dal loro ritrovamento sul fondale dello Ionio, gli amaranto si presentarono con una maglia bronzea per la sfida al Crotone, valida in quello che in Calabria è definito il derby della Magna Grecia.
Coincidenze? Noi non crediamo. Attenzione: la maglia tendente all’amaranto fu per i portieri.
I simboli, si sa, sono importanti e si da il caso che quello dell’Hull City sia una tigre.
Gli inglesi nel 1993 finirono per partorire l’allora avanguardistica idea di porre una fantasia tigrata sul proprio kit.
Tornando per un secondo all’ambito culinario, è impossibile poi non sottolineare la grande accoppiata proposta dal Lugo.
I sempre mattacchioni spagnoli, sponsorizzati da Estrella Galicia,nel 2014 presentarono una t-shirt con il marchio della birra molto famosa in quelle zone.
Sulla maglia compaiono le bollicine e la schiuma della bevanda. Ma la birra ha bisogno di un buona pietanza al suo fianco e così ecco a voi il piatto tipico della Galizia: il “pulpo a la gallega”, con il tentacolo rosso ben visibile in omaggio al polpo alla galiziana.
Fortunatamente (aggiungiamo noi) venne utilizzata solamente in alcune amichevoli della pre-season.
A sorpresa, ecco comparire in questa meravigliosa compilation la squadra basca.
Premessa: la regione nord della Spagna è rinomata per l’attaccamento alle proprie tradizioni. Lo testimonia la filosofia stessa dell’Athletic, basata sul tesseramento di soli giocatori baschi, di ascendenza del paese basco spagnolo o di quello francese, oppure ancora formatisi nelle giovanili di un club basco.
Eppure nel 2003, la formazione Rojiblancos decise di accantonare le linee verticali, scegliendo una fantasia…decisamente molto ketchup. Magari in omaggio della celebre Asereje prodotta da le Las Ketchup, indimenticabile hit dell’anno prima.
Nel 2020 cinque dei top club europei griffati Adidas parteciparono ad una campagna che vide Pharrell Williams e Human Race ridisegnare alcune maglie di Juventus (away 2014-15), Bayern Monaco (home 1991-92), Arsenal (la celebre away banana 1991-93), Manchester United (away 1990-92) e Real Madrid (away 2014-15).
Un risultato magari vincente a livello di marketing. Permetteteci invece qualche perplessità sull’impatto visivo.
Gli omaggi alle leggende del passato son belli, stupendi. A volte però si finisce con l’esagerare un pelino. Si prenda spunto a quanto fatto dal Napoli, dopo la morte di Diego Armando Maradona.
I partenopei già nella stagione 2020-21, immediatamente dopo la morte del Pibe de Oro, produssero con Kappa una bella maglia argentina.
Il ricordo dell’ex numero 10 si è ripetuto anche nella stagione successiva con il volto di Maradona riproposto sulla maglia. Prima azzurra. Poi bianca. Poi blue navy. Poi rossa. Un po’ troppo?
Chiudiamo con la coloratissima terza maglia degli scozzesi del Partick Thistle che, nella prossima stagione, hanno deciso di omaggiare la propria mascotte Kingsley all'interno del proprio third kit.
I bambini la ameranno, magari gli avversari un po' meno.
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