Torino, Asta: «Mi piace vedere i nostri giovani in prima squadra; la A te la devi meritare, ma Vanoli fa bene» | OneFootball

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Calcionews24

·14 maggio 2025

Torino, Asta: «Mi piace vedere i nostri giovani in prima squadra; la A te la devi meritare, ma Vanoli fa bene»

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Le parole di Antonino Asta, ex calciatore del Torino, sui tanti giovani lanciati in prima squadra in granata da Paolo Vanoli nelle ultime settimane

Antonino Asta ha parlato a Tuttosport di questa nuova linea verde varata dal Torino con tanti giovani – Perciun, Njie, Savva, Ciammaglichella e Dellavalle – che in questo finale di stagione stanno giocando con maggiore regolarità. Di seguito le sue parole.

PERCIUN – «Se sta giocando con continuità vuol dire che anche in settimana si sta rivelando un elemento valido. Questo è un bel segnale. Ha ottime qualità tecniche. Con me giocava più da trequartista o da mezzala, ma può fare anche l’esterno d’attacco come sta facendo con Vanoli. Di lui mi piace che cerca sempre la giocata, che prova a saltare l’uomo. Un giocatore con le sue qualità non va limitato. Il bello di Perciun è che in campo ha questa sfrontatezza, anche contro l’Inter l’ho visto parlare molto con i compagni, quasi a dare indicazioni. Ricordo che quando era con me se sbagliava una giocata poi non si chiudeva, memorizzava l’errore e ci riprovava subito dopo».


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ASPETTI DA MIGLIORARE – «Nella fase di non possesso e nella scelta del tempo della giocata, ma lo sa anche lui».

FUTURO AL TORO O IN PRESTITO – «Allenarsi con quelli più bravi aiuta ma ciò che davvero permette ai giovani di crescere è giocare le partite: l’ho sempre detto a chi usciva dalla Primavera».

SU NJIE – «Njie forse fisicamente è anche più pronto di Perciun ma sono due giocatori diversi. Alieu è più un attaccante esterno o seconda punta. Quando sono arrivati si vedeva che avevano delle qualità importanti, se stanno trovando spazio in A vuol dire che è stata brava la società prima a prenderli con il responsabile del settore giovanile e gli scout, poi a crescerli con i tecnici che gli hanno permesso di arrivare in prima squadra».

SU SAVVA E GLI INFORTUNI – «Gli infortuni se fai il calciatore sai che ti possono capitare. Savva è un altro calciatore estroso che punta l’uomo e ha un mancino delicato. Farà vedere di che pasta è fatto. Poi in estate insieme alla società deciderà anche lui, come Njie, se restare o andare in prestito. Magari non rimarranno tutti, qualcuno andrà via e poi tornerà, così fra un paio d’anni il Toro avrà quei 4 o 5 giocatori cresciuti nel vivaio come accadeva una volta».

SU DELLAVALLE E CIAMMAGLICHELLA – «Aaron l’ho avuto come giocatore, Alessandro aveva fatto qualche allenamento con me ma lo conosco comunque molto bene. Ecco, Dellavalle ha fatto un campionato importante a Modena e in estate Vanoli avrà un giocatore diverso da quello di un anno fa, più maturo. Lui è un difensore molto duttile, può giocare centrale a tre o a quattro, può fare il terzino. Forse avrebbe potuto avere spazio anche quest’anno al Torino».

TANTI GIOVANI IN ROSA – «Dipende dal progetto. In Italia, più che all’estero, i risultati contano tanto e se non arrivano l’allenatore poi rischia. Se fai giocare i giovani devi mettere in preventivo che possano sbagliare, la crescita passa anche attraverso gli errori. Il Torino, visto che negli ultimi anni non è riuscito ad arrivare a certi livelli, potrebbe anche permettersi di fare un discorso di questo tipo e valorizzare i propri talenti».

IL LEGAME TRA PRIMA SQUADRA E GIOVANILI – «Quando giocavo c’era forse più un rapporto di simbiosi tra giovanili e prima squadra, soprattutto con allenatori come Camolese e Mondonico. Non che successivamente non ci sia stato comunque un legame forte, però mi sembra che ora con Vanoli quella simbiosi stia tornando e i giovani che stanno trovando tanto spazio lo dimostrano».

MERITI DI VANOLI – «Senza dubbio, fermo restando che per giocare in A bisogna meritarlo. Di Vanoli mi è piaciuto anche il fatto che abbia detto che i giovani bisogna utilizzarli anche nelle partite importanti, come quella contro l’Inter, dove ha fatto esordire Cacciamani. Gli va dato il merito di aver creduto in questi ragazzi e di averli fatti crescere».

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