Calcionews24
·31 gennaio 2025
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·31 gennaio 2025
Antonio Di Natale, detto Totò, è stato uno dei bomber più brillanti e originali del calcio italiano del nuovo millennio. A La Gazzetta dello Sport si è raccontato in un’intervista a largo raggio, adesso che è presidente di una società giovanile, la Donatello di Udine. Tra ricordi di Empoli, Udine e Nazionale, ecco le parole di un attaccante che ha lasciato un segno.
ERA UN GRANDE GIOCATORE – «Ma anche uno che quando arrivò in Nazionale, la prima volta, vide a tavola tutti assieme Del Piero, Totti, Montella, Inzaghi, Cannavaro, Maldini, Buffon, Nesta e disse: e che ci faccio qua?».COSA DICE AI GIOVANI – «Consigli pratici: siate ciò che volete essere, evitando di dare ascolto – ma calcisticamente – ai familiari, perché chiunque pensa di avere un Maradona in casa. Divertitevi, impegnatevi, allenate il talento se ce l’avete oppure immergetevi nella fatica: vi farà bene».EMPOLI – «Ho lì la residenza e con Fabrizio Corsi abbiamo un accordo triennale: l’Empoli ha la precedenza sui nostri giovani. Io sono grato all’Empoli e ci mancherebbe; come lo sono a Udine e all’Udinese, che ho scelto per giocarci fino all’ultimo dei miei palleggi».LA DONATELLO – «Ho investito nel settore immobiliare, in Toscana. Per un po’, ho pensato di fare l’allenatore ma 20 anni di ritiri sono stati più che sufficienti. Poi ho visto negli occhi dei bambini, qua, la speranza. Non so cosa io possa dar loro, se non qualche suggerimento».L’ALLENATORE PIU’ IMPORTANTE – «Silvio Baldini, che all’Empoli ha indicato la via giusta a me, ai Marchionni, ai Maccarone, a chi inseguiva il grande calcio».IL MIGLIOR GIOCATORE – «Baggio. E nessuno, penso, abbia da ridire».HA OTTENUTO MENO DEL DOVUTO – «Penso persino l’esatto contrario: ho ottenuto più di quanto pensassi, ritengo di essere stato fortunato, ho avuto in rapporto al mio valore e sono assolutamente soddisfatto».
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