Footbola
·6 gennaio 2022
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·6 gennaio 2022
Manca sempre meno all’inizio della Coppa d’Africa 2022 e come sempre una squadra che non può mai essere dimenticata tra le grandi favorite della vigilia è l’Egitto, squadra più vincente di tutte nella storia della competizione. Spesso costruita con un gioco molto difensivo, ben organizzata tatticamente e capace di far elevare il proprio undici anche oltre le proprie possibilità, ma da qualche anno a questa parte può anche vantare il miglior giocatore del torneo: Momo Salah.
(Photo credit should read JOE KLAMAR/AFP via Getty Images)
Il primo successo internazionale della storia dell’Egitto risale alla primissima edizione nel 1957, quando in Sudan si disputò la finale contro l’Etiopia e quel giorno ci fu un grandissimo e unico protagonista: El Diba. Il cannoniere visse una giornata indimenticabile, capace infatti di realizzare la bellezza di quattro reti al malcapitato portiere avversario Tekle Mariam e con un roboante 4-0, i Faraoni furono i primi campioni africani della storia. Nell’edizione seguente nel 1959 il torneo fu solamente tra tre squadre, l’Egitto che allora si chiama Repubblica Araba Unita, il Sudan e l’Etiopia. Fu dunque un breve campionato a tre squadre, con i padroni di casa che si imposero a Il Cairo prima per 4-0 contro i vicecampioni e poi con un soffertissimo 2-1, in quella che di fatto risultò la finale con il Sudan, con Baheeg che segnò la doppietta personale a tempo quasi scaduto. Si dovettero aspettare quasi trent’anni per il seguente successo che avvenne sempre tra le mura amiche nel 1986, con la finale che fu abbastanza brutta e noiosa contro il Camerun. Lo 0-0 non si schiodò fino ai calci di rigore e gli errori di M’Bida e Kana Biyik valsero la vittoria per i Faraoni che si riconfermarono come tali anche nel 1998. In Burkina Faso l’ultimo atto fu contro i campioni in carica del Sudafrica e la sfida venne vinta dopo pochi minuti grazie alle reti di Ahmed Hassan e Mostafa per un 2-0 che non lasciò possibilità di replica.
(Photo credit should read GIANLUIGI GUERCIA/AFP via Getty Images)
Ciò che lasciò più di stucco fu però il dominio continentale che iniziò le gennaio del 2006 con la Coppa d’Africa di casa e con i Faraoni già delusi per il mancato approdo al Mondiale in Germania. Vi era quindi voglia di regalare al popolo egiziano una gioia dopo tanta delusione e la squadra andò ogni oltre più rosea aspettativa. Dopo aver vinto il girone iniziale, con la vittoria netta per 3-1 sulla Costa d’Avorio di Drogba come ciliegina sulla torta, venne spazzata via la Repubblica Democratica del Congo per 4-1 con una doppietta di Ahmed Hassan. Battuto anche il Senegal in semifinale grazie a Zaki, in finale ritrovò proprio la Costa d’Avorio ma questa volta la tensione giocò un ruolo importantissimo. La partita finì 0-0 ma ai calci di rigore il grande protagonista fu il portiere Essam El Hadary che parò le conclusioni di Drogba e Bakary Konè rendendo ininfluente l’errore di Ali e l’Egitto era per la quinta volta campione d’Africa. In molti diedero merito del successo al fatto che il caldo pubblico di casa aveva influito e parecchio sul successo e quindi nel 2008 in Ghana nessuno dava speranza di vittoria ai Faraoni. Il girone però venne vinto giocando bene e rifilando un clamoroso 4-2 al favoritissimo Camerun di Samuel Eto’o. Dopo il successo con l’Angola ci fu la riedizione della finale di due anni prima, ma con esito ben più netto e schiacciante. Un 4-1 favoloso, con Amr Zaky mattatore dell’incontro e autore di una decisiva doppietta, che proiettò gli uomini di Hassan Shehata in finale ancora una volta contro la seconda del proprio girone. Ad Accra però non fu necessario andare ai rigori perché le gambe tremarono molto di più ai camerunensi e un gol nel secondo tempo di Mohamed Aboutreika portò la Coppa ancora una volta dalle parti del Cairo. Si arrivò quindi al 2010 con l’apice del paradosso egiziano. Una squadra fantastica, favolosa, ricca di talento e capace di giocare un grande calcio, ma che ancora una volta non era stata in grado di qualificarsi ai primi Mondiali africani della storia. In Angola però la squadra rispose alla grande vincendo il torneo in una maniera talmente evidente e schiacciante da triplicare i rimpianti per le qualificazioni. Tre vittorie su tre nel girone, con un grande esordio e una vittoria per 3-1 sulla Nigeria, prima del successo contro i vicecampioni del Camerun con un altro 3-1, anche se nato ai supplementari grazie a Geddo e Ahmed Hassan. Il capolavoro avvenne però in semifinale nel derby nordafricano contro l’Algeria e a Benguela i Faraoni rifilarono un pesantissimo 4-0 ai rivali storici con Zidan uomo in più. Dopo Costa d’Avorio e Camerun, la finale di Luanda venne giocata contro il Ghana e furono ancora i minuti finali a essere decisivi. A cinque dalla fine Mohamed Geddo segnò l’1-0 e Shehata divenne il mago della Coppa d’Africa raggiungendo Charles Gyamfi come tecnico più vincente di sempre, ma lo stratega di Kafr el-Dawar è l’unico ad averli ottenuti consecutivamente.