calvar.it
·11 maggio 2025
Tudor contro gli “attori in campo”. Ha ragione?

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·11 maggio 2025
Tudor, dopo-Lazio Juve e l’espulsione di Kalulu per una manata a Castellanos, ha parlato di “attori in campo“. Ma ha davvero ragione?
Partiamo da un dato molto interessante. La Lazio è la squadra che ha provocato più espulsioni in tutta la Serie A: 12. Le seconde — Cagliari, Como, Udinese, Roma, Fiorentina — si fermano a 5. Parliamo di più del doppio. È un numero che colpisce e che ci obbliga a guardare con attenzione il contesto.
Nell’episodio specifico, Kalulu colpisce Castellanos a pallone lontano. Ora, dal punto di vista regolamentare, il fatto che il pallone non sia a distanza di gioco può configurare una condotta violenta.
Ma attenzione: a mio giudizio questo gesto non ha nulla di violento. È un gesto ingenuo, inutile, ma non c’è brutalità, non c’è forza eccessiva.
Le immagini non son chiarissime ma, se parliamo del gesto, si percepisce bene ed è normale che le riprese siano lontane, perché il focus delle telecamere è sempre sul pallone.
Il cartellino rosso comunque è inevitabile. E perfettamente in linea con quanto dichiarato da Gianluca Rocchi, che pochi mesi fa — dopo episodi simili in Juve-Lazio ed Empoli-Juventus — aveva detto chiaramente: “A noi non piacciono certi comportamenti. Le società ne tengano conto, sono gesti da punire“.
Quindi sì, è giusto intervenire. Ma credo che serva anche un’altra riflessione.
Perché concordo con Tudor quando chiede più correttezza in campo, anche se non condivido il tono.
Io credo che i calciatori debbano mostrare più solidarietà verso gli arbitri. A me non piace vedere giocatori che, a ogni minimo contatto sul viso, restano a terra per un minuto con le mani in faccia.
È un comportamento antisportivo, che non migliora il livello dell’arbitraggio. Ma se i calciatori continuano a farlo, è anche perché spesso questo tipo di reazione viene premiato: viene fischiato, viene sanzionato.
E allora dobbiamo dircelo chiaramente: da un lato va stigmatizzato chi esaspera, dall’altro tocca a noi arbitri distinguere con più lucidità i contatti regolari, in dinamica, da quelli che vanno realmente puniti.