Calcio e Finanza
·21 ottobre 2024
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·21 ottobre 2024
Il 22 ottobre, il Presidente russo Vladimir Putin ospiterà i leader di Cina, India, Brasile, Sudafrica e altri Paesi per il Vertice BRICS a Kazan, in Russia. Poiché quest’anno Mosca detiene la presidenza dei BRICS, tutti gli eventi dell’alleanza si svolgeranno in Russia. L’influenza dei BRICS sull’economia globale sta crescendo, incoraggiata dall’espansione dell’unione a nuovi membri come l’Arabia Saudita, gli Emirati Arabi Uniti e l’Egitto. Questa rete in crescita ha portato a varie forme di cooperazione, un esempio eclatante è il BRICS+ Fashion Summit tenutosi a Mosca poco prima del vertice di Kazan. Sebbene in Italia si parli di moda con un certo scetticismo, il potere economico dei BRICS e la loro rapida crescita li rendono impossibili da ignorare. Ma in che modo i BRICS stanno esattamente ridisegnando il panorama economico globale?
La storia dei BRICS è iniziata nel 2006, quando Brasile, Russia, India e Cina hanno tenuto il loro primo incontro informale, seguito dal primo vertice nel 2009 a Ekaterinburg, in Russia. Fin dall’inizio, si è percepita la sensazione che il mondo dovesse cambiare. Paesi come la Russia e la Cina ritenevano che lo squilibrio tra il potere economico delle nazioni occidentali e quello delle economie emergenti fosse chiaramente visibile nella governance globale e nelle strutture decisionali.
Il termine BRIC è stato coniato nel 2001 dall’economista britannico Jim O’Neil, che lavorava presso Goldman Sachs. O’Neil ha identificato questi Paesi come le economie in via di sviluppo più promettenti. In un’intervista del 2013, O’Neil ha suggerito: “Entro il 2050, è improbabile che le economie più grandi del mondo siano le più ricche. Infatti, i quattro BRIC sono sulla buona strada per superare il G7 entro il 2035”. La sua previsione sembra concretizzarsi prima del previsto.
Il Sudafrica si è unito al gruppo nel 2011, trasformando il BRIC in BRICS. All’inizio del 2024 i membri sono raddoppiati con l’aggiunta di Arabia Saudita, Iran, Emirati Arabi Uniti, Egitto ed Etiopia. Anche la Turchia, frustrata dai suoi ritardati tentativi di entrare nell’Unione Europea, ha presentato domanda di adesione. Il Presidente Putin ha sottolineato questo cambiamento in una recente intervista, osservando che i Paesi del G7 rappresentavano il 47% dell’economia globale nel 1992, una cifra che da allora è scesa a poco meno del 30%. Al contrario, la quota dei BRICS è cresciuta dal 16% del 1992 fino a superare quella del G7.
Image credit: FMI
Altri 30 Paesi hanno espresso interesse ad aderire ai BRICS, tra cui Algeria, Azerbaigian, Bahrain, Bangladesh, Bielorussia, Bolivia, Cuba, Honduras, Kuwait, Nigeria, Pakistan, Palestina, Senegal, Sri Lanka, Venezuela e Zimbabwe. In particolare, le economie chiave del Sud-Est asiatico, Malesia e Thailandia, potrebbero esercitare un’influenza significativa in caso di adesione.
Secondo gli esperti del Boston Consulting Group, l’espansione dei BRICS+ offre alle economie emergenti una piattaforma per allineare le loro posizioni su questioni globali ed esplorare nuove opportunità economiche. Nel loro documento di analisi, An Evolving BRICS and the Shifting World Order, sostengono che il rafforzamento del blocco potrebbe rimodellare aree come l’energia, le relazioni commerciali, le infrastrutture, la politica monetaria e la tecnologia.