Kickest
·26 luglio 2021
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·26 luglio 2021
A oltre dieci anni di distanza Marko Arnautovic torna a giocare in Serie A con la maglia del Bologna. L’attaccante austriaco che ha spaventato l’Italia con un gol (poi annullato) negli ottavi di finale di Euro 2020 è stato voluto fortemente da Mihajlovic e ingaggiato da Sabatini, che ha confermato il trasferimento dichiarando: “E’ un rissaiolo, per questo lo prendiamo”.
Il mercato deve ancora entrare nel vivo e tanti giocatori importanti del Bologna non conoscono ancora il proprio futuro: Tomiyasu è in trattativa con l’Atalanta e con il Tottenham, Orsolini piace in Serie A e non vanta un grande rapporto con Mihajlovic e Svanberg è sempre sotto i riflettori del Milan di Maldini. Immaginare, dunque, come il Bologna possa scendere in campo a meno di un mese dall’inizio della stagione è un gioco impossibile.
É possibile però sapere quali caratteristiche Arnautovic (che prende il posto di Palacio) metta al servizio di Mihajlovic, e come queste si possono incastrare con Barrow (che invece rimarrà a Bologna) nel 4-2-3-1 con cui i rossoblu affronteranno la prossima stagione.
Il rapporto tecnico che avranno in campo i due attaccanti sarà decisivo per il tanto atteso salto di qualità del Bologna, squadra giovane e per tutti divertente, che però oscilla da tempo tra la parte destra e sinistra della classifica. La punta centrale del 4-2-3-1 di Mihajlovic apre gli spazi per gli inserimenti del trequartista (Soriano) e si allarga per permettere agli esterni (per lo più Barrow) di arrivare in area di rigore in corsa, complicando i giochi ai difensori avversari.
Per larghi tratti della stagione Barrow è stato provato nel ruolo di punta centrale, ma troppo spesso è risultato avulso dal gioco della squadra e spaesato quando gli spazi in cui muoversi erano soffocati dalla presenza dei difensori avversari. Poter disporre di un giocatore fisico come Arnautovic (192 cm), con un discreto senso del gol e un’ottima proprietà tecnica significa esentare Barrow da compiti non affini alle sue caratteristiche. La presenza di Arnautovic non pregiudica però la possibilità per Barrow di attaccare la linea difensiva partendo da sinistra e convergendo verso il dischetto del rigore, anzi. L’attaccante austriaco esplora volentieri le fasce, muovendo la difesa e aprendo corridoi per i compagni di squadra.
Il problema realizzativo del Bologna non può dirsi sicuramente risolto: la continuità realizzativa di Arnautovic non è mai stata l’arma principale del suo arsenale tecnico. Muovendosi nelle varie zone dell’ultima trequarti di campo non arriva sempre puntuale all’appuntamento con il gol (il record personale in una sola stagione è di 14 reti in 41 presenze. Era il 2009 e vestiva la maglia del Twente). Il rapporto tra gol segnati e partite disputate nel campionato cinese è stato circa il 50%, il più alto della sua carriera. Nelle sue precedenti avventure Arnautovic ha trovato il gol mediamente ogni quattro partite. Decisamente poco per una prima punta.
Un dato che ci racconta il passato ma non prevede il futuro, perché il sistema di gioco del Bologna e la maturità calcistica di un ragazzo che è prossimo alle cento presenze con la maglia della nazionale austriaca possono essere fattori determinanti per elevare la media realizzativa dell’ormai ex-attaccante dello Shangai PORT.
Al posto di Palacio, dunque, ci saranno Arnautovic e il giovane van Hooijdonk. Il Bologna perde il frequente attacco della profondità del Trenza e la sua preziosa generosità difensiva, ma con l’attaccante austriaco aumenta il peso offensivo e la pericolosità nei duelli aerei. Il mercato deve ancora entrare nel vivo, ma con un solo acquisto il Bologna ha già cambiato volto.