Calcionews24
·25 de dezembro de 2024
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Il meglio dell’anno in una serie di frasi. Tra previsioni azzeccate, sbagliate, ricordi e polemiche. Ecco il mese di ottobre.
Flavio Insinna: «Mandare via De Rossi è stata una vergogna. Mi dispiace molto perché è una persona seria che ama la Roma. Non c’è stato rispetto».
Radja Nainggolan: «Anche io ho avuto la fascia. E avevo davanti Totti e De Rossi… e allora? Io ho tanta personalità, mi fischiano o mi applaudono fa lo stesso, mi entra da un orecchio e mi esce dall’altro. Io non ho mai sofferto le negatività intorno a me. Pellegrini è intelligente. È un buon giocatore: dovrebbe pensare un po’ meno a quello che dice di lui la gente».
Marco Parolo: «Inter-Napoli? Difficile trovare qualcosa in cui il Napoli sia superiore, soprattutto singolarmente. Forse a centrocampo è al livello dei nerazzurri e poi il modo in cui Conte sfrutta Lukaku riduce la differenza pure davanti».
Edin Dzeko: «Chi vince il campionato? Io spero l’Inter, è ancora la migliore, anche se quest’anno i miei ex compagni stanno dando maggiore attenzione alla Champions. E poi il Napoli è già entrato nella “modalità Conte”: lui porta sempre tutti al massimo delle possibilità. Sì, ci siamo sfiorati diverse volte: è stato un peccato non essere stato allenato da lui».
Roberto D’Aversa: «É il migliore a ricostruire, lo dice la sua storia. Lui non vuole partecipare, vuole vincere. Lo può fare, perché ha una squadra forte e non ha le coppe. Non me ne voglia il mio amico Inzaghi, ma faccio il tifo per Antonio».
Christian Vieri: «Questo è Antonio. Poi, ha anche la fortuna, fra virgolette, di non partecipare alle coppe europee. La squadra è libera, può lavorare tutta la settimana, ed è l’ideale in una fase di costruzione, di ripartenza. Sì, non ho dubbi: il Napoli lotterà per lo scudetto».
Walter Sabatini: «Daniel Maldini è molto forte. Lo dissi a papà Paolo tempo fa. Ha personalità, prende rischi ed è propositivo».
Claudio Ranieri: «Quella della Juventus è stata una vera rivoluzione, anche culturale. Si è lasciato un modo di giocare per abbracciarne un altro. A prescindere dai gusti, il cambiamento è stato notevole. La Juve di Motta era un punto interrogativo dopo tutti i cambiamenti, anche negli uomini. Thiago è stato rapido a trasmettere e convincere la squadra delle proprie idee. E adesso si ha la certezza che la Juventus lotterà con l’Inter e con il Napoli. Conte è un vincente, è partito forte e alla lunga non giocare le Coppe qualche vantaggio glielo darà visti i calendari intasati delle altre».
George Weah: «La Juventus è la squadra per cui tifo. Io da piccolo impazzivo per Platini, avevo in testa solo lui. Ma quando giocavo contro la Juve facevo sempre gol perché quello era il mio lavoro. Voglio solo che Timothy abbia una bella carriera, mia moglie è stata la prima che lo ha sostenuto. Io gli ho detto di essere disciplinato e paziente, perché la pazienza è una virtù. Io stavo in panchina, poi è arrivato il mio momento e ho giocato, spero che lui abbia una carriera come la mia. Una carriera meravigliosa, deve lavorare sodo. Sono stato molto felice quando ha firmato per la Juventus, ma lui può crescere ancora».
Giancarlo Marocchi: «Intanto vorrei che la giocassero. Io ho come l’impressione che l’Inter proverà a giocarla e a vincere più della Juve, perché la Juve con Motta tende a fregarsene del campionato, che avrebbe bisogno di una grandissima partita. Cioè questo è un derby d’Italia, questa è la partita e sarebbe bello se si giocasse, ma ho come l’impressione che la Juve la stiano costruendo, non avendo un attacco eccezionale al quale ti puoi affidare, va costruita questa squadra…».
Cesare Prandelli: «Balotelli ha ragione: ora non serve parlare, dev’essere giudicato per quello che farà in campo. Deve capire che quest’ultima chance è la più importante per farsi ricordare. Non mi fraintenda, è già nella storia dell’Italia, nei ricordi più belli. Ma tutti vorremmo un gol meraviglioso al debutto. Sarebbe una favola. Difficile, lo so, ma se chiudiamo gli occhi le favole ci accompagnano sempre».