Dusi sull’Italia: «Mi piace che Spalletti esca dai dogmi della Nazionale, io ripartirei da…» | OneFootball

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·22 de outubro de 2024

Dusi sull’Italia: «Mi piace che Spalletti esca dai dogmi della Nazionale, io ripartirei da…»

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Le dichiarazioni del giornalista Giorgio Dusi sull’Italia di Luciano Spalletti a seguito della sosta per le Nazionali: le parole

Ha parlato, in esclusiva ai microfoni di Juventusnews24.com, Giorgio Dusi, giornalista di Tuttosport ed esperto di Bundesliga. Ecco le sue dichiarazioni sulla Nazionale Italiana di Luciano Spalletti.

«Innanzitutto a me piace il fatto che un CT esca un po’ da quelli che sono i classici dogmi di squadra nazionale. Mi vengono in mente gli esempi della Francia di Deschamps e della Germania di Low soprattutto, ma anche un po’ dell’Inghilterra di Southgate, per una parte in realtà. Mi spiego: resta ancorata a un gruppo per tanti anni. Secondo me è un qualcosa che ci stava negli anni in cui c’era veramente una polarizzazione del talento in determinate squadre, quindi magari tra il 2010, 2017/18 in cui c’era oggettivamente un gap veramente ampio tra i super top club e le squadre chiamiamole di mezza classifica. Allora aveva senso fare così, creare una nazionale con dei blocchi e dare continuità anche ad un gruppo. Invece adesso, secondo me, la storia di Nagelsmann con la Germania è maestra in questo. Bisogna guardare molto più anche a quello che succede in campionato. Secondo me anche Spalletti in questo momento sta guardandosi intorno, sta cercando di andare a prendere giocatori che sono diciamo in fase di “affermazione” in questo momento. A costo anche di fare qualche rinuncia importante, significativa, di qualche magari veterano che resta a casa per favorire altri. Mi viene in mente puntare su Bellanova e Cambiaso come coppie d’esterni destri non portando Darmian o altri che sono stati in quel ruolo. Lo stesso vale anche in difesa, abbiamo visto adesso questa linea con Di Lorenzo, Bastoni, Calafiori, c’è Buongiorno. Io partirei da questi presupposti qua, bisogna guardare meno al curriculum e più a quello che vive un giocatore in in questo momento. Così, secondo me, poi ritrovi il gioco e ritrovi l’entusiasmo. Sono arrivate un po’ nuove soluzioni e un po’ di aria fresca diversa rispetto a quella un po’ stantia che c’era nel recente passato. Quindi per me la strada è quella buona, poi tornare competitivi in un Mondiale e chi si potrà definire competitivo lo scopriremo. Ricordando anche qua che il divario tra le big nazionali e quelle un po’ meno big comunque si è assottigliato e gli exploit di Croazia, Marocco, Svizzera agli Europei lo confermano».


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